Il docente, tra gli autori del manuale di letteratura “La scrittura e l’interpretazione”, è attualmente impegnato nel corso di Didattica della letteratura al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]C[/dropcap]ome potremmo diventare noi stessi senza un’eredità, senza un maestro, senza la sua voce, senza un messaggio profondo?». Romano Luperini ha affidato a questa citazione tratta dall’Elogio della letteratura di Zygmunt Bauman la sua prima lezione al Monastero dei Benedettini di Catania.
In un momento storico molto delicato, in cui il ruolo dell’educatore viene messo in discussione su più fronti, il professore – conosciuto dagli studenti di tutto il paese per essere il curatore de “La Scrittura e L’interpretazione”, un manuale di Letteratura che ha fatto capolino dagli zaini e le borse di liceali e universitari – ha voluto incentrare proprio su questo delicato tema il primo incontro del corso di Didattica della Letteratura in corso questo semestre presso l’Ateneo catanese. «Ognuno – ha spiegato a una folla gremita ed eterogenea accorsa in Aula Magna – ha delle potenzialità. Il bravo insegnante deve saperle individuare nei suoi studenti e aiutarli a svilupparle attraverso l’educazione. Diventare noi stessi significa impadronirsi di un patrimonio che viene dal passato e che si deve trasmettere ai giovani. Ecco l’importanza dell’eredità».

COMMUOVERSI DAVANTI ALLA BELLEZZA. A una società che verte verso un’educazione di tipo nozionistico, senza preoccuparsi di creare cittadini con una coscienza critica, secondo Luperini è necessario rispondere «insegnando a commuoversi davanti alla bellezza e alla grandezza, meravigliandosi dell’animo umano». E se, in un contesto nel quale l’unico valore sembra essere il denaro, la trasmissione della cultura è regolata dalle regole di mercato, diventa imperativo il ruolo del maestro nel diffondere un nuovo modo di percepire la realtà, un modo capace di «emozionarsi di fronte a ciò che non ci fa diventare ricchi se non spiritualmente». Il buon docente, spiega ancora Luperini, deve cercare di far appassionare al testo gli studenti, poiché è attraverso l’interpretazione che si scopre la verità del mondo. «A questo serve studiare Dante oggi».

NARCI-CINISMO. Snaturalizzare la sola concezione materialistica dell’esistenza e far comprendere quale sia il valore della letteratura è la missione che da sempre accompagna i docenti di Lettere, ma oggi più che mai, è urgente risanare una crisi culturale e linguistica. Luperini utilizza un nuovo termine per definire la nostra società: “Narci-cinismo”, ricordando come, inevitabilmente travolti da un individualismo di massa, si sia diventati narcisisti e cinici, con l’unico desiderio di affermare noi stessi. «Viviamo nell’eterno presente – conclude – ignorando il passato e senza preoccuparci del futuro, ma una società senza passato, è una società senza futuro, una società che non ha niente da insegnare».

 

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