Saul Leiter e i frammenti di New York: anche nello sfocato resiste una traccia di felicità
La famiglia lo voleva rabbino, poi un’epifania folgorante e l’approdo nella Grande Mela. Da lì il fotografo originario di Pittsburgh non ha più smesso di indagare con il suo sguardo e la sua macchina le movenze di un’umanità riparata dietro il fascino di un vetro appannato e l’incontro tra i colori caldi e il fascino della pioggia. «Non ho una filosofia mia, ho solo una macchina fotografica, guardo nell’obiettivo e scatto. Il risultato è una minima parte di ciò che potrebbe essere raccontato»
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