Sicilian Playlist #207: il tuffo di Alessio Bondì nella tradizione popolare

Il quarto lavoro di studio del cantautore, intitolato “Runnegghiè”, nasce da un incontro con il patrimonio musicale della Sicilia rurale del dopoguerra. Vi proponiamo la sua “Fiesta Nivura”. La selezione prosegue con “Petra Lavica”, title track dello storico primo album di Kaballà, oggi ripubblicato in versione rimasterizzata in vinile. “Ritratto di lei” è il terzo singolo che anticipa il prossimo album di Cordio. I LEALEA, progetto caratterizzato da un sound tra slacker rock e shoegaze, pubblica il suo primo singolo intitolato “500” . In “Sospensioni nel tempo”, i Di Viola Minimale esprimono il desiderio di lasciarsi alle spalle la realtà attuale. In chiusura ci sono Alessio Alessandra con la sua “Nfernu e paradisu” e il rapper La Flèche con “La Zona”.

Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.

Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it

“Fiesta Nivura” Alessio Bondì

Cos’è la musica siciliana? Quali sono le radici profonde? Questo è il tormento, la ricerca, quasi la vocazione di Alessio Bondì che ha riversato, con tutto il suo fragore artistico, in “Runnegghiè”, il suo quarto lavoro in studio. Un disco che nasce da uno sguardo critico sulla musica popolare, dalla visione sulla tradizione come materia da studiare e rifondare di volta in volta, aperta alle diverse influenze, linguaggi, mode. Il popolare non è solo un insieme di note o di timbri ma uno spirito con cui si comunica: è una questione di appartenenza.

Da tempo, infatti, Alessio Bondì ha iniziato a cercare e ricercare, fino a quando non si è imbattuto negli archivi etnomusicologici e nei documenti sonori registrati nel secondo dopoguerra in quella Sicilia rurale che usava ancora la musica come verso animale, rito, preghiera e che da lì a poco sarebbe stata stroncata dalla contemporaneità. Il “corpo a corpo” con questa materia ha scosso profondamente Bondì, che ha iniziato a impararne le modalità di canto, le scale e a trasformare la sua scrittura, il modo di arrangiare, lo sguardo sulla Sicilia, su sé stesso.

“Runnegghiè” (etichetta discografica Maia, distribuzione Ada Music Italy) è risultato di questa ricerca: un lavoro intimo e al contempo collettivo, un mondo sonoro fatto di estremi opposti, denso di violenza e dolcezze, con accenni e citazioni al mondo della tradizione, ripercorsi con sentimento contemporaneo, in cui il suono e l’immaginario dell’artista rappresentano la Sicilia contemporanea con la stessa forza con cui negli anni Ottanta e Novanta Pino Daniele raccontava Napoli al mondo.

“Petra Lavica” Kaballà

Dopo 33 anni dalla sua pubblicazione torna in una nuova versione totalmente rimasterizzata in formato vinile 33 giri a tiratura limitata l’album di debutto di Kaballà. Pubblicato originariamente nel 1991, “Petra Lavica” sfidò le convenzioni con un audace mix di rock, folk mediterraneo e influenze internazionali, cantato in dialetto siciliano. In un’epoca in cui il panorama musicale italiano stava appena sperimentando la fusione tra dialetti e nuove sonorità, Kaballà osò spingersi oltre, dando vita a un lavoro che anticipava i tempi e guardava alla scena musicale europea. Acclamato dalle riviste specializzate, l’album è diventato un simbolo di contaminazione sonora, grazie anche alla produzione con Gianni De Berardinis e Massimo Bubola e gli arrangiamenti di Lucio Fabbri.

Oggi, questo manifesto di contaminazione musicale torna con una nuova energia con la supervisione al progetto di Paolo Corsi, il coordinamento di Mario Cianchi e la produzione esecutiva di Nuccio La Ferlita di Puntoeacapo. Rimasterizzato da Tommaso Bianchi e la supervisione del leggendario produttore Rodolfo “Foffo” Bianchi, il disco riscopre, con il suono rinnovato e allo stesso tempo analogico, la magia della musica d’autore in una celebrazione che unisce passato e presente. L’uscita è legata anche al fatto che I brani quattro brani del  disco – “Petra lavica”, “Quantu ci voli”, “Fin’a dumani” e “Sutta lu mari” – fanno parte della colonna sonora del nuovo film di Luca Barbareschi “Paradiso In Vendita” ambientato nelle Eolie.

“Ritratto di lei” Cordio

Terzo singolo che anticipa il terzo album di (Pierfrancesco) Cordio, autoprodotto e distribuito da Ada. Dopo “Gelsomini” e “Cucciolone”, il cantautore catanese svela un’altra faccia del suo prossimo lavoro che trae ispirazione dal mondo di Enzo Carella, dove a creare significato è la magia del suono. Una prova inedita per Cordio che si è fatto riconoscere per una scrittura lineare e narrativa dei testi e che, in questo caso, si lascia coinvolgere in una suggestione fonetica e onirica, con un sogno che diventa realtà nello special.

«Il pezzo descrive un desiderio – ossessivo e mai possessivo – per qualcuno o per qualcosa, una contemplazione astratta, un’adorazione di stilnoviana memoria». Il brano è stato scritto insieme a Lorenzo Vizzini, autore di rilievo della musica italiana, da Marco Mengoni a Renato Zero, e che ha curato la produzione artistica di tutto l’album di Cordio che uscirà nei prossimi mesi. Una canzone dall’arrangiamento minimale, impreziosita anche stavolta da un quartetto d’archi, marchio di fabbrica delle sue ultime uscite.

“500” LEALEA

È il singolo di debutto della giovanissima band catanese LEALEA, un progetto nato nel 2022 da Sebastiano Di Mauro (chitarra, voce), a cui hanno poi preso parte in formazione Giulia Risicato (basso, voce), Samuele La Monaca (chitarra) ed Emanuele Schirripa (batteria). Molto influenzata da suoni internazionali anni Ottanta. «Tutto ciò a cui sentiamo di appartenere ha spesso a che fare con la New York fannullona e rumorosa dei fine ’80 / ’90. Dunque, LEALEA tende a navigare nelle acque sporche dello slacker rock, mantenendo però una forte matrice shoegaze».

Il primo EP dei LEALEA si intitola “Betsy” e vedrà la luce negli ultimi giorni di questo 2024. “500” è un assaggio del loro sound che, quando serve, riesce a essere decisamente lunatico grazie al continuo duello delle due chitarre sempre in primo piano. I testi raccontano la quotidianità, non come tentativo di fuga ma semplicemente come lettura della realtà, talvolta triste e decadente, talvolta introspettiva.

“Sospensioni nel tempo” Di Viola Minimale

“Disgressione n°1” è una produzione di tre brani, di cui due inediti ed uno appartenente a una produzione del passato e totalmente riarrangiato. Composta e registrata tra l’estate 2023 e la primavera 2024, ha un suond curato da Carlo H. Natoli, presso il RoofTop Studio di Londra. Come nella cifra stilistica dei ragusani DI VIOLA MINIMALE, riflette la percezione essenziale della totalità dei fatti e degli umori che hanno condizionato l’artista. O semplicemente quelle sensazioni che lo hanno appassionato in un determinato arco temporale. L’intento è quello di un vero e proprio allontanamento temporaneo dalla realtà attuale. Una “sospensione del tempo”, per soffermarsi sulle cose meravigliose che spesso rimangono dimenticate. Il rapido approfondimento di qualcosa di bello, ambientato in un posto meraviglioso nell’underground della quotidianità.

«Il pensiero binario è privo di qualcosa in mezzo, ed è proprio questo che abbiamo perso: l’approfondimento.» spiega Davide Cusumano, ideatore e frontman del progetto DVM «Non è una questione semplice da risolvere. Affatto! Di Viola Minimale, momentaneamente, fluttua tra le “analogiche foschie, simili all’organza che separa il vero dalle disgressioni psichedeliche… e un po’ di leggerezza”.»

“Sospensioni del tempo” è il singolo che accompagna l’uscita della raccolta “Disgressione n°1”. In questo caso, si ferma magicamente in qualcosa di straordinariamente semplice e colorato. Una primavera immaginata, a dispetto della stordente realtà. I giovani protagonisti del videoclip si ritrovano in una dimensione surreale: un parco naturale scavato sotto la città. Un paradiso inaspettato dove, entusiasti, osservano la natura che li circonda catturandone l’essenza. Condensano poi i suoi colori in ampolle di vetro, utilizzando quanto assorbito per rielaborarlo e renderlo indelebile. In modo da portarlo con loro. Per sempre.

“Nfernu e paradisu” Alessio Alessandra

«In un periodo storico tristemente costellato di violenze sulle donne, in cui l’uomo sembra aver smarrito la bussola», la canzone “‘Nfernu e paradisu” del cantautore siciliano Alessio Alessandra «racconta l’amore perfetto, l’incontro ideale tra un uomo e una donna».

L’uomo descritto nell’ultimo lavoro di Alessio Alessandra è tormentato, soffre le pene dell’amore, ma trasforma il suo desiderio in sana seduzione, e mai in subdola costrizione: «La passione è primordiale ed irrefrenabile, ma al contempo intrisa di delicata gentilezza», spiega l’artista. «Da par suo, la donna è la regina del racconto, colei che ipnotizza il suo spasimante, dettandone il passo. La canzone, calata in un sound spiccatamente mediterraneo, è un tripudio di dolcezza e carnalità. Della donna voglio esaltare le doti romantiche e quelle seduttive, le qualità intellettuali, come le fattezze provocanti. Con questo brano, mi concedo una digressione dal mio amato teatro canzone, e lascio strada ad una composizione romantica, a tratti erotica».

“La Zona” La Flèche

Dopo il silenzio nell’ultimo periodo dell’estate il giovane rapper La Flèche apre la nuova stagione con un nuovo singolo, il quale lo vede continuare nel suo percorso dallo stile completamente rinnovato a partire dagli ultimi due brani rilasciati. Il titolo della nuova canzone di La Flèche è “La zona” ed è possibile ascoltare per la prima volta un ritornello cantato dall’artista siciliano, che riesce a incastrarlo con delle barre dal significato intenso.

In questo brano il rapper palermitano dimostra anche una maturità artistica e umana. Si tratta, non a caso, di un singolo che abbonda di una narrazione sincera, malinconica e dove La Flèche ribadisce il suo obiettivo nella musica. Nonostante questo, il rapper non ha intenzione di dimenticarsi della sua zona – che fa da sfondo alla canzone – anche quando sarà il momento della ribalta vera e propria che lo proietterà dritto fra i grandi nomi del rap italiano.

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