Sicilian Playlist #73: il sogno da aviatrice di Carmen Consoli e il tango di Mercedes Marieva

Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.

Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it

“Sta succedendo” Carmen Consoli

Nuovo singolo tratto dall’album “Volevo fare la rockstar” in vista della ripresa estiva del tour. Nel video vediamo la “cantantessa” bardata come un pilota degli anni ’20 (omaggio a Amelia Earhart, pioniera nell’aeronautica, aviatrice dei primati e simbolo di libertà ed emancipazione) paracadutata sull’Etna. «Ho sempre sognato che un giorno avrei fatto parte anch’io di quella foto in cui i Cream indossavano cuffietta e occhialini da aviatori. Era il 1966 e quella era la copertina del loro primo album, “Fresh Cream”, un disco immenso con il primo vero power trio della storia del rock: Eric Clapton alla chitarra, Jack Bruce al basso e Ginger Baker alla batteria», ha detto Carmen Consoli alla rivista Rolling Stone. Quando l’ambientazione si sposta dal vulcano all’aula magna del Convitto Nazionale Cutelli, tra affreschi e stucchi dorati, appare anche la band.

“Que falta que me hacés (Che voglia che ho di te)” Mercedes Marieva

Con il nome d’arte di Mercedes Marieva, Enza Cirillo, moglie di Pippo “Kaballà” Rinaldi, ha adattato in lingua italiana il famoso brano di tango dell’orchestra di Miguel Calò. «È il primo episodio di una storia che unisce due grandi passioni, il tango e la scrittura», spiega. «Una storia appena iniziata, che vorrei diventasse lunga ed emozionante». Ad accompagnarla in questa inedita versione, il chitarrista argentino Emiliano Faryna.

“Cuore sparso” Giusy Ferreri

Ballad che si apre prepotente nel ritornello, è un brano che guarda verso l’esterno, al non rimanere indifferenti a quello che accade nel mondo, e porta la firma di Giovanni Caccamo, Paolo Antonacci e Placido Salamone. Il video nasce da un’idea della stessa Giusy Ferreri e presenta i disegni e la calligrafia dell’artista, per la regia, editing, color e Vfx di Marco D’Andragora. «Il video di “Cuore sparso” nasce da una mia idea per manifestare un semplice messaggio di pace, serenità, rispetto per la terra dove viviamo, della natura, della vita umana e animale», spiega l’artista palermitana. «Sono semplicissimi e chiari messaggi comunicati attraverso altrettanto semplici disegni, alcuni ispirati da quelli per bambini, bozze e schizzi abbinati a ogni singola frase del testo del brano. Ho voluto realizzarli di mio pugno, a matita, per esprimere di volta in volta tutti questi concetti. Un cuore sparso, volante, libero e sognante, che affonda il suo sguardo in tutte le cose. Un cuore presente in ogni dove, contemplato ovunque e in tutte le cose».

“Energy” Cristina Russo

È l’ultimo singolo dell’artista catanese, regina del nu soul siciliano. Parla della «spersonalizzazione dell’identità individuale dovuta al Covid Sars 19. Nella cultura, nella socialità. Cosa potremmo fare noi?» si chiede Cristina Russo «E quando tutto sembra perso, noi uomini ci affidiamo ai miracoli. Anche se avvolti nel più puro cinismo. Quando ci spersonalizziamo. Quando ci omologhiamo. Quando non possiamo più vederci in faccia. Allora a quel punto ci spogliamo; Ci spogliamo dalle reticenze dei costumi e della forma. Ci spogliamo dei pudori e dei vestiti. Ci spogliamo delle nostre ansie e paure. Perché non rimane nulla se non il nostro essere. Se non la nostra cultura. E non possiamo perderla. Perché se no, si rimane nudi. Nudi come uomini primitivi. Si rimane nudi come dentro un Lager».

“Cummaredda” Beatrice Campisi

La nostalgia dell’infanzia, il tempo dei giochi e di quella amicizie che sembravano indissolubili. È il singolo e il video della cantautrice siciliana Beatrice Campisi che anticipa l’uscita dell’album “Ombre” prevista per il prossimo 8 aprile. Il brano è ispirato ad una tradizionale filastrocca siciliana che racconta di un gioco antico che si è poi perso nel tempo, ovvero di quando le bambine si riunivano per battezzare le proprie bambole. Un evento che diventava un vero e proprio rito sacro per suggellare un patto eterno tra le partecipanti. Le piccole madrine, i cummareddi, venivano unite da un legame di sangue e diventavano sorelle d’anima.

“Kinder cereali all’amianto” Nicolò Carnesi con i Fast Animals And Slow Kids

Si tratta del secondo estratto dalla speciale riedizione de “Gli eroi non escono il sabato”, esordio discografico di Carnesi uscito nel 2012 e che verrà ora ripubblicato, in giugno, in una nuova veste ricca di collaborazioni dell’artista con molti amici e colleghi stimati. «Quando ho scelto di riproporre questo brano, riflettendo su quale ospite potesse affiancarmi, quasi all’istante ho pensato ai FASK, gruppo che apprezzo e stimo da tempo.  L’ho sentita nelle loro corde e sono molto felice sia del risultato che della nostra prima collaborazione», racconta il cantautore palermitano. «Si tratta di una canzone in parte post adolescenziale, dove qualcosa di dolce si trasforma in qualcosa di tossico e malsano, come accade talvolta nelle relazioni. Un’immagine metaforica che, in modo nemmeno tanto criptico, rimanda al microcosmo delle relazioni e delle interazioni che finiscono col deteriorarsi come una particella radioattiva che consuma la materia dall’interno. Forse un modo per sdoganare i cliché dell’adolescenza, destrutturando e scardinando gli elementi che la caratterizzano per avviarsi ad una riorganizzazione più matura e complessa».

“Stato interessante” Atelier

Dopo alcuni anni di silenzio, torna la band siracusana capitanata da Fabio Moschella presentando alcune novità. Spicca, soprattutto, il cambiamento della voce femminile della catanese Agata Bolognesi. Gli Atelier sembrano deviare dalla rotta nu-soul intrapresa agli inizi, per aprirsi a sonorità più attuali e orientate al pop. Un brano sostenuto da un possente drumming a metà strada fra richiami ai Matia Bazar ed echi di Franco Battiato.

“I Want You” Helen Burns

Band band indie catanese nata nel 2016 e formata da Gabriele Messina (batteria), Edoardo Buccheri (basso), Domenico Failla (voce), Sebastiano Musco e Walter Leotta (chitarre). Tre anni fa sono stati tra i finalisti di Sanremo Rock. Escono con un nuovo singolo, molto potente, in stile Killers, e un video girato al Teatro di Mascalucia.

https://youtu.be/3kVzuul66f0

“Verso ai versi” Dancemalora

È il nuovo singolo della band catanese, traccia d’apertura dell’album d’esordio che porta il nome del gruppo. I Dancemalora esplorano le sonorità dell’alternative rock, del noise e del rock concettuale, cercando di scavalcarne i confini, alla ricerca continua di nuovi linguaggi. Il brano racconta l’isolamento e l’estraniamento di un individuo che non riesce ad uscire dal proprio guscio, che si disinteressa della vita che gli scorre accanto, un hikikomori antelitteram. Un suggestivo videoclip accompagna le atmosfere acide ed urticanti che contraddistinguono il brano. I componenti della band sono: Alberto Finocchiaro chitarra, voce, laptop; Orazio Condorelli voce; Daniele Lo Re basso; Ence Fedele tastiera, synth; Marco Galati batteria.

“Fidati di te” Angela Nobile feat. Barbara Catera

Nuovo progetto della cantante siracusana insieme con la vocal coach Catera. Un brano funky, superficiale e banal-pop, nel quale si parla del tema dei disturbi alimentari. «Ho sentito il bisogno di raccontarmi sul serio e di parlare di qualcosa che forse non potranno comprendere in molti, anche se sono sicura che quel senso di inadeguatezza che può manifestarsi in qualsiasi modo, appartenga comunque ad ognuno di noi, anche alla persona apparentemente più sicura», spiega l’autrice. «I disturbi alimentari sono un fatto reale. Una cosa in cui incappano anche le persone più intelligenti e sagge. Le persone meno sole e solari. Un vuoto che deve essere colmato ma che in qualche modo ci svuota ancora di più. Una punizione verso l’idea piccola che abbiamo di noi stessi».

Ascolta la playlist su Spotify

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