Sicilian Playlist #87: le confessioni di Anna Castiglia a Madame Bovary

Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.

Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it

“Bovarismo” Anna Castiglia

Cinque anni fa ha lasciato Catania per trasferirsi a Torino e studiare all’Accademia di musical Gypsy. Ventitreenne, figlia d’arte – il papà è il comico, barzellettiere, cabarettista ed attore Giuseppe Castiglia -, per questo brano Anna ha oltrepassato il confine per girare a Parigi, protagonista del video. Le strade di Montmartre e i colori delle sonorità francesi accompagnano la cantautrice, sommersa da attenzioni eccessive, affetto e oggetti che la soffocano, mentre Madame Bovary, in versione Drag Queen, si trucca e ogni tanto appare accanto alla protagonista come la sua amica immaginaria. «La canzone nasce dall’innesto tra la mia passione per la letteratura francese e la mia prima relazione, quindi la prima esperienza con l’amore», spiega l’autrice. «Un grido d’aiuto agrodolce, con una melodia e un accompagnamento pop swing che ingannano chi ascolta e il ritornello in francese che nasconde la storia macabra di Madame Bovary che si suicida in seguito ad un’insoddisfazione lacerante e che diventa la mia amica o nemica immaginaria. Come lei, mi sono sentita soffocare dalle attenzioni e dall’affetto, pretendendolo allo stesso tempo».

“Noi contro di noi” Silvia Salemi

Per festeggiare i 25 anni di “A casa di Luca”, presentato per la prima volta al Festival di Sanremo del 1997, la cantautrice di Palazzolo Acreide torna sulle scene con un brano scritto in collaborazione con Matteo Faustini e Marco Rettani. È una canzone che invita chi lo ascolta a riflettere su temi delicati, come il forte bisogno di unità e pace. Un testo diretto e attuale che si lega alle difficoltà che hanno segnato gli ultimi anni e che hanno portato gli esseri umani a diffidare del proprio vicino e a non vedere il buono che c’è nell’altro. «La pace non è assenza di guerra, è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia e alla giustizia», sostiene Silvia Salemi. «Di fronte alle parole di Spinoza siamo tutti d’accordo, ma il nostro presente e, per la verità, tutta la storia dell’uomo, dimostrano il contrario. Alle volte basterebbe solo un po’ di gentilezza e tenerezza che solo la consapevolezza di stare tutti sullo stesso pianeta, “sulla stessa palla blu”, ci può far provare. Essere gli uni contro gli altri, come ci dice Hobbes nella sua visione del tutto pessimistica dell’uomo, non ci ha fatto e non ci sta facendo bene e non ci porterà a promuovere il bene. Dopo il Covid sarebbe stato auspicabile che tutti ci fossimo uniti in un grande abbraccio globale, universale, per cercare la pace, invece, siamo costretti a vedere immagini drammatiche, al limite del grottesco, dove la gente scappa da militari che sparano indossando la mascherina. Una totale follia. La guerra dentro la pandemia è un male dentro un altro male. Non ha senso essere una superpotenza economica se quella potenza non mette al centro l’uomo. Così abbiamo perso tutti».

“Ailov” Banda Blondeau

Mediterraneo, in parte vissuto ma spesso sognato, dove il jazz, il folk, le giga irlandesi convivono felicemente con le marce, la tarantella, la musica da film. Tutto questo è Banda Blondeau, opera prima della band nata due anni fa e fondata dal musicista ibleo Vincent Migliorisi. «La Banda Blondeau parte dall’impronta bandistica per poi disfarsene quasi completamente», dice Vincent Migliorisi. «Somiglia più a un’orchestrina, anche se questo termine le sta decisamente stretto. È come se Simon Jeffes avesse imbarcato la sua Penguin Cafè Orchestra su una nave e partendo dalle coste inglesi fosse sbarcato via Manica in Francia, ne avesse respirato i profumi e si fosse addentrato nelle banlieue parigine. Poi ha attraversato le Alpi e si è ritrovato nel Belpaese, dove ha ascoltato e imparato le musiche dei mille villaggi che lo compongono, fino a raggiungere l’isola dell’isola, la Sicilia, con la sua montagna, le sue lacrime, la sua gioia, quella incastonata nei quartieri di pietra bianca del Barocco. A darci la spinta necessaria per realizzare il disco è stato Fabio Barovero dei Mau Mau, che ci ha dato preziosi consigli e indicazioni e che si è innamorato del progetto, invogliandoci a sviluppare qualcosa di concreto».

“Tanto c’è sempre tempo” Michele Gatto

Il brano del cantautore catanese, ricercatore all’università di Parma, è un invito a non rimandare niente a domani, soprattutto i sogni, quelli che pesano tanto dentro i cassetti del cuore. Il tempo scorre così velocemente che spesso “rimandare” si trasforma in “rinunciare”. È un invito a non “fare per compiacere” ma “fare per stare bene”, per potersi guardare allo specchio e riconoscere la persona che sentiamo di essere dentro di noi. Spiega l’artista: «La canzone è un invito a cogliere e godere dell’autenticità delle piccole cose, quelle sensazioni genuine che abbiamo da bambini e che dimentichiamo negli anni, distratti da uno spasmodico inseguimento di ideale di perfezione».

“Aurora” Brando Madonia

L’impronta delle chitarre e degli arrangiamenti di Carmen Consoli sulla nuova canzone dell’ex Bidiel. Una canzoncina leggera, senza grandi pretese, con echi della musica del papà Luca ed il testo surreale del fratello scrittore Mattia.

“Fatti tuoi” Giuse The Lizia

Quarto singolo di Giuseppe Puleo aka Giuse The Lizia, cantautore ventenne nato e cresciuto a Bagheria. Un pezzo nato di getto che racconta una storia d’amore che tutti hanno vissuto almeno una volta nella vita: una relazione finita, un amore non corrisposto in cui riecheggiano nella mente solo queste parole: “ma perché non pensi a me”, “sarebbe meglio non parlare ma capirci”. “Il cuore (è) prevedibile se gli lanci le briciole” canta Giuse, ricordando che, in amore, siamo disposti a tutto, anche a lanciare dei piccoli segnali alla persona amata per non far perdere le nostre tracce. Un brano tutto da ballare e da entrare subito in testa fin dal primo beat con la consapevolezza che bisogna sempre andare avanti, perché tanto “lo sai che non mi puoi ferire con le tue parole”.

“Cecilia” Ercta Collective

La musica che diventa ricerca artistica e sperimentazione sino a trasformarsi in uno stile espressivo personale e distintivo. È quello degli Ercta Collective, un collettivo musicale costituito da sei giovani artisti, tutti siciliani, vincitori del Firenze Suona Contest 2022. L’Ercta Collective è nato nel 2020 a Palermo, dall’idea di sei giovani musicisti desiderosi di unire la bellezza della musica contemporanea ad uno spettacolo raffinato e coinvolgente. I componenti sono: Valentina Migliore, voce – Alberto Santamaria, chitarra – Ferdinando Preianò, violoncello – Giulia Lo Giudice, percussioni – Lia Ceravolo, fisarmonica – Salvatore Maria Sclafani, mandolino. «Il singolo “Cecilia” parla dell’inizio di un nuovo percorso, ma anche la prova del consolidamento di una ricerca che ha dato vita ad una nuova forma musicale, frutto di una grande dedizione collettiva senza precedenti dato il periodo».

“Non tremo più” Pasquale Provenzano

Secondo singolo del cantautore e polistrumentista palermitano che anticipa l’uscita del primo album “Piccole, minuscole cose”. Il videoclip immerge il brano estivo nelle morbide luci del tramonto, facendo scivolare le sue sonorità accattivanti sull’asfalto dell’estate. Atmosfere mediterranee a bordo di una cabriolet. Un viaggio sulla litoranea per raccontare “Non tremo più”, sempre in bilico fra gioia e malinconia. Il videoclip è una vera e propria sequenza on the road, in cui Pasquale Provenzano libera tutto il proprio potenziale in uno scenario di grande impatto visivo. Occhiali da sole, una chitarra ed una camicia vintage che sventola: è così che la litoranea siciliana assurge a strada universale, il set perfetto per cantare a squarciagola la propria voglia di vivere, di amare, di sentirsi bene. «Le braccia si aprono in volo senza nemmeno accorgersene, mentre questo videoclip dal sapore nostalgico e vibrante ci conduce fino al mare, lasciandoci con la voglia di premere sempre e ancora repeat», dice l’autore.

“Club” Zen Kush feat. Vivi

Mc palermitano classe ‘98, al secolo Adriano Fiore, incontra la giovanissima rapper palermitana al suo primo esordio discografico. «Questo brano è un invito a tutti gli introversi come me, che spesso si precludono la possibilità di passare una serata diversa per paura di non saperla affrontare», racconta Zen Kush. «Il consiglio che diamo con “Club” è quello di provare a buttarsi in situazioni che sembrano lontane dalle nostre zone di comfort, ma che possono rivelarsi una piacevole rivelazione». E Vivi aggiunge: «“Club” nasce dall’amicizia tra me e Adriano, rapporto in cui spesso entrambi ci siamo fatti da spalla (e che continuiamo a fare tutt’ora) rispetto alla nostra asocialità e al nostro non sentirsi a proprio agio in contesti socialmente definiti come divertenti e appaganti per i ragazzi della nostra età. Il culmine di questo sentimento entrambi lo ritroviamo e manifestiamo all’interno dei “Club”!».

“Uranus” Chester Gorilla

Chester Gorilla è un progetto che nasce nell’umido sottosuolo palermitano nel 2007. Dopo svariati cambi di formazione, cambi di genere musicale e molta sfortuna, la band assume una nuova forma e riparte da lì, dal sottosuolo, dalle notti in sala prove e da dove è sempre stato. Funk con commistioni jazz/rock sfociano in una fusion a tratti delirante.

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