Un lungo filo rosso lega la vicenda dell’eroina Antigone, disposta a contravvenire alla legge dell’uomo pur di dare degna sepoltura al fratello Polinice, con la storia del fornaio Gaetano protagonista del film Amare amaro, in uscita a San Valentino su Prime Video. Sullo sfondo di un’impervia Sicilia il giovane, interpretato da Syrus Shahidi, sarà costretto a sfidare un’intera comunità, che da sempre lo considera alieno per via delle sue origini franco-sicule, pur di seppellire il fratello Giosuè, morto in circostanze controverse. «Al centro della pellicola – spiega l’attore c’è il tema dell’integrazione e della multiculturalità. Io sono per metà persiano e per metà francese, come il regista e co-sceneggiatore Julien Paolini che è franco-italiano. È un argomento dunque che ci tocca molto da vicino, poiché ci sentiamo sempre un po’ divisi fra la cultura del paese in cui viviamo e quella delle nostre origini. Credo che solo con il tempo questa pratica sfumerà diventando la norma e annullando ogni genere di diversità».

RAPPORTI DI SANGUE. Classe 1989, dopo aver studiato recitazione a Parigi, Syrus esordisce dapprima a teatro poi al cinema in film come 24 giorni, la verità sull’affare Ilan Halimi, Une histoire de fou e Lola+Jeremy, presentato in anteprima alla dodicesima Festa del cinema di Roma. L’incontro con l’Isola avviene la prima volta nel 2017 girando il videoclip Back for more di Feder, firmato dallo stesso Paolini, il quale due anni dopo userà gli scorci unici di Belmonte Mezzagno, Carini, Terrasini, Balestrate e Cinisi, come scenografia naturale per Amare amaro. «Il film prende le mosse dalla tragedia sofoclea – sottolinea Syrus Shahidi – ma il regista ha voluto dargli un’impronta western che per la sua crudezza riesce ad esprimere al meglio le difficoltà che oggi abbiamo nei rapporti umani. Gaetano è uno straniero agli occhi del paese e dovrà affrontare il volere della sindaca e del Maresciallo dei carabinieri – interpretati rispettivamente da Celeste Casciaro e Tony Sperandeo – per far valere i suoi diritti». La costruzione del personaggio ha richiesto oltre a un cambiamento fisico (ha preso qualche chilo e si è fatto crescere la barba) anche una vicinanza con i luoghi della storia, così per alcuni mesi Syrus ha vissuto in Sicilia dove ha imparato a conoscere la cultura, gli usi e i modi di vivere locali. «La Sicilia mi piace molto – prosegue – riesco quasi a sentire tutte le culture e le civiltà che nei secoli sono passate da qui. Sono venuto per la prima volta quattro anni fa e so già che ritornerò presto perché qui mi sento a casa».

FROM SICILY WITH LOVE. Presentato al Taormina FilmFest, al Vancouver International Film Festival e vincitore al Festival Polar de Cognac in Francia, Amare amaro parte dal trascorso personale del regista per affrontare questioni sociali calde soprattutto in una terra come quella siciliana da sempre crocevia di razze ed etnie diverse. «C’è la lotta per l’onore della famiglia – spiega l’attore – ma anche la battaglia del singolo contro un sistema alla deriva. Io penso che quando le regole dettate dall’uomo vanno contro i basilari principi umani, allora meritano di essere combattute». Gaetano si fa quindi portavoce di valori universalmente riconosciuti per vincere il pregiudizio di un popolo, miope di fronte al cambiamento dei tempi. E la Sicilia al netto di alcune posizioni estreme è da sempre simbolo di accoglienza e condivisione, tanto che Julien e Syrus hanno deciso di sceglierla come posto del cuore per la loro arte. «Vogliamo creare un ponte fra Parigi e Palermo dove ambientare le nostre opere. Io e Julien lavoriamo da qualche anno a un film ambientato a Palermo che speriamo possa vedere presto la luce. È un progetto che stiamo cercando di portare avanti con il produttore Vincenzo Cusumano e alcuni registi siciliani, che vedrà anche coinvolgendo della Puglia».

UN NUOVO MODO DI INTENDERE IL CINEMA. Uscito nelle sale francesi poco prima del lockdown, il film arriva in Italia sulla piattaforma streaming di Amazon, Prime Video, che alla luce dell’emergenza sanitaria e della chiusura dei cinema rappresenta l’unica occasione per assistere a una prima visione. «Con le piattaforme, anche se la fruizione è certamente diversa rispetto alla sala, abbiamo la possibilità di raggiungere un pubblico molto più vasto ma soprattutto che abbia un’idea del cinema più vicina al nostro modo di fare e intendere l’arte».

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