Lo avevamo intervistato alcuni anni fa, ma dall’altro capo del telefono Totò Cascio non ha avuto la forza di confessarci quanto la sua malattia lo stesse provando. Un senso di vergogna, di fronte agli effetti della “retinite pigmentosa” che lo ha privato della vista e che ha bruscamente interrotto la sua promettente carriera di attore, iniziata da giovanissimo protagonista del film cult “Nuovo Cinema Paradiso”, di Giuseppe Tornatore. «Sono un ragazzo semplice. Ho i miei valori, credo molto in Dio. Mi sono discostato dal mondo dello spettacolo perché mi piace la vita “normale”, tranquilla» aveva risposto alla nostra domanda sulla sua scomparsa dalle scene. 

Parole che probabilmente rispecchiano il suo modo di essere ancora oggi, ma che, come ha spiegato a Mario Acampa, che lo ha incontrato per la trasmissione “O anche no” di Paola Severini Melograni, trasmessa domenica 27 febbraio su Rai 2 alle 9.10 (e disponibile su Rai Play), non dicevano tutta la verità. «La malattia mi ha bloccato anche a livello psicologico. Non riuscivo a parlarne e ho iniziato a inventare delle scuse. Ho vissuto anni molto difficili, poi ho iniziato un percorso all’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna, che mi ha aiutato a riprendere in mano la mia vita. Ho capito che la vergogna è vergognarsi. E come mi ha detto recentemente Andrea Bocelli non è un disonore la disabilità».

Totò Cascio, durante l’intervista per “O anche no” – Rai 2

La vicenda di Totò Cascio – per una beffa del destino così vicina a quella di Salvatore, il co-protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso”, interpretato da Philippe Noiret, il quale perde la vista in seguito a un incidente – è stata recentemente raccontata in un libro (“La Gloria e la Prova”, Baldini e Castoldi 2022) e in un cortometraggio, A occhi aperti,  diretto da Mauro Mancini e realizzato da Movimento Film con Rai Cinema per Fondazione Telethon, che vede Giuseppe Tornatore comparire in un cammeo. «Quando mi ha chiamato – spiega il grande regista – ho capito subito che parlarmi della sua malattia significava per lui liberarsi dal tormento di dover accettare questa nuova condizione. In quell’attimo mi sono reso conto che Totò non era più un bambino ma un uomo».


LA TRASMISSIONE. Nella nuova puntata di O Anche No, programma di inclusione sociale e disabilità realizzato in collaborazione con la divisione “Rai per il Sociale” diretta da Giovanni Parapini, oltre alla storia di Totò Cascio, troveranno spazio la vicenda di Daniele Cassioli, atleta paralimpico che ha dialogato con Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Paola Severini Melograni ha invece intervistato Don Peppino Gambardella, parroco di San Felice in Pincis, a Pomigliano d’Arco, il cui lungo sacerdozio è da sempre al servizio della periferia di Napoli.

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