Tra cultura e migrazioni,
il “Festival Galleggiante”
riporta l’arte ad Augusta

«936 sono i pezzi in cui un’escavatrice ha ridotto il Kourotrophos, la statua della Dea Madre rinvenuta in una necropoli di Megara Iblea e oggi custodita, senza testa, al museo Paolo Orsi di Siracusa». Un avvenimento simbolico, quello ricostruito dalle parole di Laura Cardile, direttrice  artistica del “Festival Galleggiante” – il 10 e l’11 luglio ad Augusta – organizzato dall’associazione di promozione sociale “936 pezzi”, presieduta dall’architetto Carmelo Longhitano, che non a caso ha scelto di richiamarsi alla vicenda del Kourotrophos. «Augusta è una città purtroppo nota solo per la sua attività industriale e portuale, non per l’arte di cui è ricca: l’associazione “936 pezzi” è nata proprio per difendere i diritti umani e rendere coscienti i cittadini della bellezza artistica di Augusta e tutelare i beni culturali da una smodata industrializzazione» affermano Longhitano e Cardile. Nasce così l’esigenza di dare vita a un festival volto a riportare l’arte in città e ad aprire al pubblico spazi attrattivi altrimenti inaccessibili. 

Recupero del territorio. Il “Festival Galleggiante” si terrà tra il Forte Vittoria (all’interno del porto di Augusta) e il Santuario della Madonna dell’Adonai. «Nonostante il costoso restauro, il Forte Vittoria edificato da Federico II di Svevia è ancora poco sfruttato» lamentano Cardile e Longhitano. «Per questo – continuano i due – abbiamo deciso di sfruttarlo come una delle tappe di questo festival itinerante. Il nostro scopo è rendere fruibili ai cittadini le bellezze della città. Si parte dal porto, dove è allestita una mostra fotografica e di installazioni, e ci si imbarca su prenotazione gratuita verso la fortezza». La seconda postazione del festival è un oratorio paleocristiano ampliato nei secoli e trascurato. Anche gli alloggi convenzionati per il pubblico non locale sono frutto di un recupero da parte di un’associazione di volontariato quale Hangar Team Augusta.

Max Hirzel, Corpi migranti – 01 | Cimitero di Rosolini, sepolture di 6 vittime del naufragio del 18 Aprile 2015

A galla tra varie tematiche. Il “Festival Galleggiante” è stato organizzato in occasione dell’arrivo ad Augusta del relitto della “Barca Nostra”, che aveva galleggiato dalla Libia fin quasi a Lampedusa prima di affondare quel 18 aprile 2015 provocando la morte di oltre 900 persone. Il “Comitato 18 aprile” vuole consacrare un Giardino della Memoria al relitto che finora è rimasto esposto alla Biennale di Venezia. Non è un caso che molti degli artisti presenti al festival provengano da tutte le sponde del Mediterraneo, mare di condivisione. «Il festival – spiega la Cardile – galleggia intorno a molti temi, dal sociale al culturale, con la presenza di artisti e antropologi internazionali che condivideranno con gli spettatori un clima conviviale. Ci sono già molte prenotazioni e questo è importante per chi punta a rendere la società più informata e consapevole della bellezza circostante».

Programma del festival:

Sabato 10. Ore 17.30-20, Forte Vittoria: Lo gëm mu nekk, installazione video di Bocar Niang, Corpi Migranti, mostra fotografica di Max Hirzel, Graffiti, mostra di Jameel Subay, Naufrage – L’avenir, installazione di Mounir Gouri, Les jeunes sapeurs, de la Tabaski di Vincenzo Cardile, Like fishes, installazione multimediale di Alia Belgir. Ore 20.30, Santuario della Madonna dell’Adonai: Cinema all’aperto nel parco con la presentazione e proiezione dei film: Atlantique, 16’ di Mati Diop, Palermo sole nero, 25’ di Josephine Jouannais, Numero 387, 61’ di Madeleine Leroyer. Dibattito con i cast dei film e cena dei mediterranei su prenotazione.

Domenica 11. Ore 10, Santuario della Madonna dell’Adonai: presentazione del libro tratto dalla mostra di Max Hirzel “Corpi migranti”, incontro con il “Comitato 18 aprile”. Ore 17.30-20, Forte Vittoria: mostre precedenti. Ore 20.30, Santuario della Madonna dell’Adonai: Oniroscope, performance dell’artista Tuia Cherici e dell’antropologa Arianna Cecconi, Ainsi qu’entrent dans la flamme qui brille les papillons empressés à leur perte, performance di André Fortino. Dibattito con gli artisti e cena dei mediterranei su prenotazione.

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Laureata con il massimo dei voti in Filologia Classica all’Università degli Studi di Catania, Olga Stornello (classe 1994) è giornalista pubblicista dal 2019. Dopo aver acquisito il tesserino grazie alla collaborazione con varie testate (tra cui, oltre “Sicilian Post”, il quotidiano “La Sicilia”), ha frequentato il master RCS Academy “Scrivere e comunicare oggi: metodo Corriere” nel 2020. Tra le sue intramontabili passioni, al di là della scrittura, si annovera anche la danza, che pratica da sempre.

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