Un crowdfounding per far rinascere Picanello attraverso gli spazi destinati ai giovani

Ottanta giorni per raccogliere 1.530 euro, la somma necessaria per acquistare ciò che serve per trasformare il quartiere popolare di Catania Picanello in Picabello grazie alla realizzazione di un’area ludico-sportiva nel cuore dello storico quartiere catanese. È la nuova sfida partita sulla piattaforma siciliana di crowdfounding Laboriusa, che da sempre sostiene iniziative culturali, sociali, etiche e solidali che nascono dal basso

L’ultimo progetto accolto nella piattaforma di crowdfounding Laboriusa si chiama Il nostro spazio a Picabello e ha già fatto partire la raccolta fondi online per l’acquisto degli strumenti utili per migliorare gli spazi dell’oratorio della Parocchia San Giuseppe in Ognina di via Grasso Finocchiaro, offrendo un luogo rinnovato e rigenerato alle nuove generazioni. In lista due calcio balilla, due tavoli da ping pong, due reti da pallavolo, tre kit per giocare a badminton, due set da tamburello e diversi palloni da calcio.

Dietro c’è Padre Arquímedes Sánchez Ginés, da un anno alla guida della parrocchia di San Giuseppe e di quella di Santa Lucia, che spinto dal bisogno di cambiamento e riscatto si è rimboccato le maniche, chiamando in aiuto confratelli e volontari. «Vogliamo risvegliare il quartiere, a partire dalla formazione dei bambini – racconta Padre Arqui a Sicilian Post. Qui non ci sono piazze o luoghi di aggregazione dove la gente può andare a socializzare e per questo abbiamo pensato di creare un punto di ritrovo aperto a tutti». Che accoglie già circa venti ragazzini, che in questi giorni si stanno dando da fare confezionando i pacchi di Natale per le famiglie più bisognose e tenendo il luogo pulito.

Da martedì a venerdì fanno anche dopo scuola, anche se l’appuntamento più atteso è quello del mercoledì. «Dopo i compiti si gioca nel cortile con il calcio balilla – spiega il prete – e poi i volontari, studenti liceali e universitari, si occupano della formazione, attraverso alcuni incontri in cui si parla di legalità, gioco di squadra, socializzazione, solidarietà e bene comune». All’interno del quartiere la Chiesa rappresenta ancora un punto di riferimento molto forte, come sottolinea il promotore dell’iniziativa. «Basti pensare che al catechismo abbiamo più di cento bambini, molti provenienti da famiglie disagiate che si affidano a noi come punto di riferimento al di là della scuola. Quest’anno, proprio pensando a loro, abbiamo portato avanti una serie di conferenze dedicate ai genitori sulla formazione dei figli».

Il progetto su Picabello ha già dei fan. A pochi giorni dal lancio sulla piattaforma di crowdfunding è stato adottato dall’associazione sportiva dilettantistica FitnessDay e dall’associazione Gruppo Sicilia capitanato da Gabriella Aiosa, che il 16 dicembre saranno nei locali di Land (Nuova Dogana) per la prima edizione di “Bene#fit”, evento gratuito che vedrà coinvolti istruttori di pilates, spiderap, aerobox, pound, functional, training e gag. «Avevamo già deciso di devolvere il ricavato in beneficenza – commenta Carmen Di Dio, presidente dell’associazione – e non appena siamo venuti a conoscenza del progetto lanciato da Padre Arquímedes e dai suoi confratelli non abbiamo avuto dubbi».

Con Natale alle porte e la grande solidarietà dimostrata dai catanesi si dovrebbe riuscire a inaugurare il nuovo spazio di aggregazione in primavera. Così si augura Padre Arqui, che è anche responsabile del progetto Angeli per un giorno, con cui tenta di seminare valori tra i giovani catanesi. «Gli studenti liceali e universitari adottano per una giornata un bambino di una scuola di Librino o di San Giorgio, per farlo uscire dal solito ambiente e metterlo in contatto con ragazzi più grandi che hanno altri ideali nella vita». Un esperimento che aiuta non solo i bambini, ma anche e soprattutto i ragazzi, che in questo modo vengono a conoscenza di una realtà diversa da quella che frequentano abitualmente. «Spesso non rimangono attività isolate durante l’anno – conclude il prete – perché si stringono rapporti sinceri e gli angeli restano angeli anche per il resto dell’anno».

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

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