“What if?” Dal TEDxCatania tre storie di cambiamento possibile

Dare voce a chi non si rassegna al reale ma mette in moto l’immaginazione e opera un cambiamento concreto nella sua terra. Questo è stato il filo conduttore della tappa etnea del ciclo di incontri nato oltreoceano nel 1984. Vi raccontiamo i contributi più significativi degli speaker di questa edizione

E se? Due parole, un mondo. A distanza di una settimana quello che è stato il motto del TEDxCatania si ripete ancora e ed è una domanda che speriamo possa accendere sempre nuove idee: What if? Sedici speaker si sono avvicendati sul palco, condividendo idee, storie e emozioni; un confronto a “menti aperte” che si ripeterà il 7 dicembre con lo stesso format declinato al femminile, il TEDxCataniawomen, che si terrà all’auditorium Giancarlo De Carlo del Monastero dei Benedettini e darà voce a sei storie di donne audaci e brillanti. Da questo primo TEDxCatania abbiamo estrapolato gli interventi di tre speaker, donne che in modi e ambiti differenti hanno dato un contributo significativo alla propria terra e hanno deciso di raccontarcelo.

Delia Valastro

WHOLE-URBAN REGENERATION. Il tema della rigenerazione urbana è stato portato sul palco da Delia Valastro, studentessa ventisettenne di Ingegneria edile-architettura a Catania. Da un laboratorio frequentato all’università, Paesaggi delle mafie, la consapevolezza di voler dare un contributo per cambiare le cose: «Quando il laboratorio è iniziato non avevo idea di come questo avrebbe modificato non solo il mio percorso, ma anche quello dei miei colleghi. Cos’è che lega individui, spazi e luoghi? Da queste domande è nata Whole-urban regeneration». L’obiettivo dell’associazione di cui Delia Valastro è co-fondatrice, è quello di rendere città come Catania più vivibili, soprattutto nelle aree periferiche, impegnandosi in prima persona per migliorare le cose: «Se ognuno unisce il proprio punto di forza, tutto funziona meglio e più velocemente   ̶   spiega. Siamo un mix tra organizzatore di comunità e urbanisti veri e propri, tecnici del territorio. SovrAppasso d’uomo, nostra ultima fatica, è nato dalla richiesta di alcuni ragazzi di medicina, in seguito a un incidente che ha coinvolto un loro amico, un triste evento che potrebbe accadere a chiunque. Questo è stato l’esempio di sinergia perfetta tra tutti coloro che hanno un interesse, e la parola “interesse” non ha un’accezione negativa come tutti pensano; l’interesse può anche essere puramente positivo».

LA CASA DI TOTI. Creare un’opportunità concreta per dei ragazzi speciali e per le loro famiglie. Questo è “La casa di Toti”, hotel solidale ed etico che sta nascendo a Modica  gestito da sette ragazzi speciali, come Toti, primogenito di Muni Sigona: «Io sono la mamma di Toti un ragazzo neuro-diverso, speciale: lui è autistico, psicotico, iperattivo, oppositivo e oggi ha 20 anni. Per lui vi racconterò perché sto costruendo La casa di Toti»   ̶   esordisce sul palco del TEDxCatania Muni Sigona. L’hotel è stato finanziato totalmente tramite crowdfunding e fundraising: «Una notte ho sognato di rigenerare la mia villa vacanze del Settecento, in un albergo gestito da ragazzi speciali come Toti. Ho fondato una Onlus, ho cominciato a vendere alcune magliette come raccolta fondi, ho formato un team tecnico e poi un team psico pedagogico e ho iniziato a lavorare sul progetto. L’idea è quella di dare a questi ragazzi un lavoro e un posto dove vivere, qualcosa di più di una residenza o di una presa sociale, la possibilità di sentirsi utili e soddisfatti». Ma non è stato semplice e Muni e la sua famiglia si sono dovuti rimboccare le maniche da soli: «Sono abbastanza risentita nei confronti del Governo e delle istituzioni in quanto non sostengono le famiglie come la mia. Bisognerebbe creare un “Dopo di noi” (l’insieme di misure previste dalla legge 112 del giugno 2016 per il sostegno delle persone affette da disabilità NdA) ben fatto e che non sia solo un parcheggio. L’augurio è che possano esserci più Case di Toti».

INDUSTIRIA 4.0. Di futuro e nuove tecnologie ha parlato invece Elisa Fazio, ex CEO di Flazio.com, portale di successo che mette a disposizione di tutti gli strumenti per creare il proprio sito web .Oggi, dopo un lungo percorso da imprenditrice è impegnata nel progetto “Punto Impresa Digitale” di Unioncamere, all’interno della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia. La sua storia unisce pubblico e privato, raccontando come una donna possa scegliere di cambiare la propria carriera, unendo il lavoro all’essere mamma. Al TEDxCatania, Elisa ha parlato del suo percorso e del cambiamento arrivato dopo la maternità, che l’ha spinta a lasciare il lavoro da imprenditrice per divenire “traghettatrice” delle imprese siciliane verso l’innovazione digitale: «Industria 4.0 vuole rendere le nostre aziende un po’ più intelligenti, connettendo i vari comparti delle aziende verticalmente e al di fuori   ̶   spiega. La rivoluzione di Industria 4.0 scaturirà dalle aziende già esistenti, quelle per così dire tradizionali. Le imprese siciliane da spettatrici possono diventare protagoniste della quarta rivoluzione industriale» sostiene Fazio. Ma cosa l’ha spinta a intraprendere questa strada? «La forza me l’ha data mia figlia, non solo come figlia ma proprio come piccola donna; ho pensato che non dovevo smettere di lavorare innanzitutto dare un esempio a lei. Mi sono ostinata a rimanere qui, la mia base è stata sempre la Sicilia e nonostante i problemi e i tanti cambiamenti lavorativi connessi, io sento ancora come una missione aiutare la mia terra, adesso tramite Industria 4.0. Penso che si possano fare tante cose e soprattutto che la Sicilia ce la possa fare».

 

 

 

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