In una recente intervista la compagna di Diego Fusaro ha lasciato emergere che quella dell’umanista è una esistenza noiosa: tutto il giorno a leggere Hegel, Coca-Cola e cous cous banditi, compagna dedita a stirare e cucinare. Ma, al di là di ironie e luoghi comuni, qual è il modus vivendi delle Civette di Atena, dalla tavola al tempo libero? Sono ascetici predicatori? Cosa significa per loro filosofia?

Barba, tunica e lanternina in mano. Accesa. In pieno giorno. Cosa fanno nella vita? È una domanda destabilizzante per gli uffici comunali: “filosofo” non campeggia abitualmente sulle carte d’identità. E la società se ne prende pittorescamente burla. Proprio alcuni giorni fa un’intervista alla futura moglie di Diego Fusaro (filosofo mediatico) lasciava emergere che quella dell’umanista è una vita noiosa: tutto il giorno a leggere Hegel, Coca-Cola e cous cous banditi, compagna dedita a stirare e cucinare. Il piemontese ha rivelato la comicità della notizia smentendola ma non possiamo fare a meno di chiederci: è davvero noiosa la vita dei filosofi? Lo abbiamo chiesto ad alcuni pensatori siciliani.

Giovanna Rita Giardina: «A volte mi sembra di essere una specie di Indiana Jones, alla ricerca di verità nascoste tra le righe di un testo che aspettano me per essere messe a disposizione del mondo»

L’INDIANA JONES. La Presidente del Corso di Laurea magistrale in Scienze Filosofiche dell’Università di Catania Giovanna Rita Giardina giura che la vita del filosofo è avventurosa e pertanto di gran responsabilità: «Abito al centro di Catania. La baby sitter un giorno mi rimproverò benevolmente di starmene chiusa nel mio studio mentre “tutto il mondo” era sotto casa mia. Il modo in cui mi conducevo le sembrava innaturale! Capisco che i più possano giudicare noioso il tempo passato in mezzo ai libri ma la questione risiede nel modo in cui si considerano le cose. La vita del filosofo a me sembra avventurosa, a tratti perigliosa. A volte mi sembra di essere una specie di Indiana Jones, alla ricerca di verità nascoste tra le righe di un testo che aspettano me per essere messe a disposizione del mondo. E che dire dell’insegnamento? Io non mi annoio affatto! Anche io ovviamente ho relazioni sociali e divertimenti, ma anche io cucino e stiro. Sono dunque una donna triste abbrutita tra le faccende domestiche?»

Massimo Vittorio: «Adoro il buon cibo e il buon alcol. Mangio nei migliori ristoranti del mondo e al camion dei panini vicino casa. Sono favorevole ai filosofi nei media come stimolo alla riflessione e all’impegno»

IL VIAGGIATORE. Il Ricercatore di Filosofia Morale al Disum Massimo Vittorio ci risponde da L’Aia (in Olanda) a prova della sua filosofia di vita e della sua vita da filosofo: «Il lavoro del “filosofo” (nel mio caso del ricercatore) non ha orari d’ufficio. Spesso faccio tardi davanti la scrivania ma ciò non mi preclude vita sociale, né progetti diversi. Come Chief Examiner spesso viaggio e, quando posso, anche per piacere. Gestisco una comunità di Igers con Travelosophy, condividendo la passione per il viaggio come esplorazione dell’esistenza. Sono un amante della vita e dei piaceri e credo nella sobrietà non nell’astinenza. Quindi adoro anche il buon cibo e il buon alcol. Mangio nei migliori ristoranti del mondo e al camion dei panini vicino casa. Sono favorevole ai filosofi nei media come stimolo alla riflessione e all’impegno. Adoro la ricerca filosofica. Adoro trovare più domande che risposte. Adoro insegnare, anche se talvolta è desolante. Mi piace entrare in contatto con gli studenti: l’umanità è contaminazione, necessità dell’altro, al di là dei ruoli sociali».

Emanuele Coco: «Il pensiero combatte quella noia che ci porta a continui selfie, a tentare like, a mandare giù litri di aperitivi senza sentirci mai felici»

IL VELISTA. Per il Ricercatore di Storia della Filosofia al Disfor Emanuele Coco anche gli hobby sono filosofici e coronamento dell’interessante vita dei pensatori: «Il pensiero combatte quella noia che ci porta a continui selfie, a tentare like, a mandare giù litri di aperitivi senza sentirci mai felici. Credo all’unione di mente e sensualità, alla poesia e alla bellezza della vita, all’entusiasmo dei sentimenti. La storia dei filosofi è ben più interessante di quella dei direttori di banca, dei dirigenti di azienda, e anche dei surfisti: come quella di Percy Shelley che spesso andava in barca a vela con il suo amico e una mattina fuggì con le figlie del suo maestro. Anche io passo le estati in barca a vela. Perché anche il vento a mare è un modo (filosofico) per mettere le idee in movimento».

Maria Vita Romeo: «La filosofia non crea oggetti da rivendere: crea anima. Per me è dialogo, è relazione. E come fa la relazione a essere noiosa se ognuno di noi è unico e irripetibile?»

LA DIALOGATRICE. Il Professore associato di Filosofia Morale al Disum Maria Vita Romeo sottolinea l’emergenza pratica dei padri della filosofia che intende come juste milieu: «Se il filosofo appare inutile è perché, in un mondo basato sull’economia, gli si chiede che produce. Ma la filosofia non crea oggetti da rivendere: crea anima. Per me è dialogo, è relazione. E come fa la relazione a essere noiosa se ognuno di noi è unico e irripetibile? E il filosofo che si rapporta costantemente con l’altro come può essere noioso? Kant viveva di sentimenti; Cartesio piangeva i lutti, aveva sete di amicizia, parlava di responsabilità. Il filosofo, come per Platone, mica rimane in contemplazione ma riscende. Per me i padri della filosofia sono ornamento per fondare la mia persona. Se studio Aristotele non sposo però il pensiero sulla schiavitù. Filosofia è un continuo mettere in discussione sé e il pensiero, fuori da ogni ismo».

Giovanni Camardi: «La filosofia non è noiosa di per sé, dipende dall’uomo. Agli studenti dico di viaggiare, andare al cinema e farsi avanti»

L’INCORAGGIATORE. Il Presidente del Corso di Laurea in Filosofia Giovanni Camardi si appella alla componente umana e caratteriale di ciascuno: «La filosofia non è noiosa di per sé, dipende dall’uomo. Alcolici non ne bevo perché non mi piacciono; la Coca-Cola sì. Cosa faccio nel tempo libero? Di tutto, quello che fanno le persone normali. I consigli che do ai miei studenti? Viaggiare, andare al cinema e farsi avanti».

Salvatore Massimo Fazio: «L’amore per il sapere è filosofia? Io ho amore per la novità. Pochi oggi a sviluppare nuove tesi»

L’ALTERNATIVO. Lo scrittore catanese del nichilismo cognitivo Salvatore Massimo Fazio auspica l’autonomia del filosofo dall’autorevolezza dei classici davanti a un calice pieno: «L’amore per il sapere è filosofia? Io ho amore per la novità. Pochi oggi a sviluppare nuove tesi. Io ho studiato Cioran, Sgalambro e Caraco. Leggo, non Hegel; provo a bere tutti i tipi di birra; medito almeno 2 ore al giorno; attendo il volo per le partite della Roma; zappingo tra programmi, come Chi l’ha visto? o Amore criminale; organizzo rassegne letterarie; passeggio con la mia cagnolina; sento il mio amico; adoro la mia compagna. Se non avessi problemi col metabolismo e l’ernia bivaccherei sempre tra ristoranti, wine bar e disco. Poi nei momenti illuminanti scrivo della mia ipotesi filosofica».

Insomma: avventurieri, amanti di hobby diversi, buone forchette multietniche, uomini e donne normali. Anche se con la lanternina accesa in pieno giorno. E, in fondo, cos’è la normalità? Non è forse passione, la stessa che emerge dalle loro parole, timide nel definirsi filosofi?

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