Nel corso dei secoli l’elefante ha colpito l’immaginazione dei popoli, così che la figura del maestoso animale è stata  associata a diverse qualità.  In epoca greco-romana, l’elefante fu infatti simbolo di potere e del trionfo dell’imperatore, associazione in cui probabilmente giocò un ruolo la figura di Alessandro Magno, il primo ad utilizzarli in battaglia. Durante il medioevo, invece, l’animale iniziò ad incarnare virtù quali saggezza e bontà.  Dal 1239 esso divenne universalmente noto come il simbolo della città di Catania, che ancora oggi ospita, tra Cattedrale e Municipio, la statua del cosiddetto liotru. Le circostanze in cui questa investitura avvenne sono, tuttavia, assai misteriose.

L’ELEFANTE DI PIETRA. Non si hanno fonti certe sull’origine e prima collocazione del liotru, ma dalle testimonianze dei geografi arabi Al-Muqaddasì e, successivamente, Muhammad al-Edrisi sappiamo che già dal X secolo Catania era stata definita “la città dell’elefante” e che, come testimonia Al-Himyari, una statua di elefante era posta su un edificio elevato, probabilmente per difendere e proteggere la città dall’alto. E oggi? Collocata al centro di piazza Duomo, la fontana dell’Elefante oggi visibile, realizzata dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini tra 1735 e il 1737, presenta nella sua base di marmo le decorazioni dei fiumi di Catania, l’Amenano e il Simeto, al di sopra dei quali si trova la statua dell’elefante in basalto  (una scura roccia vulcanica) con la proboscide rivolta verso la cattedrale di Sant’Agata. Dopo il violento terremoto del gennaio 1693, Vaccarini restaurò le zampe posteriori, aggiungendo inoltre le zanne in pietra calcarea e gli occhi bianchi. L’elefante indossa una gualdrappa di marmo su cui poggia un obelisco di granito, alto 3,66 metri dalla forma ottagonale e decorato da ornamenti egizi e simboli di devozione a Sant’Agata. Tra questi, la tavoletta con l’iscrizione M.S.S.H.D.E.P.L. (Mente sana e sincera, per l’onore di Dio e per la liberazione della sua patria), il ramo di giglio (purezza), la palma (il martirio) e la croce. 

MAGICHE LEGGENDE. «Quannu fu l’abitazioni di Catania, tutti l’animali assartavanu la città, e nisceru lu Diotru, e comulu purtavunu pi li strati tutti scappavunu. E perciò cci ficiru la statua e dda ristau». Secondo questa antica leggenda, raccolta e trasmessa da Giuseppe Pitrè, ai tempi della fondazione della città, questa venne assalita da feroci animali e salvata da un elefante, a cui gli abitanti dedicarono una statua in segno di riconoscenza. Un’altra leggenda narra che il nome liotru derivi dal nome Eliodoro, il mago che, non essendo riuscito a diventare vescovo di Catania, decise di dedicarsi alla stregoneria. Si pensa che egli abbia creato l’elefante di pietra come talismano per proteggere la città e che lo cavalcasse grazie alle sue potenti magie. Un giorno, il vescovo della città Leone II il Taumaturgo, irritato dai dispetti di Eliodoro durante le sacre funzioni, lo condannò al rogo: in una prova della santità del suo operato, egli stessi salì sulla pira insieme ad Eliodoro. Mentre il vescovo ne uscì incolume, il mago morì arso dalle fiamme all’interno delle terme Achilliane, al di sopra delle quali si trova il Duomo di Catania. 

Si ringrazia Eleonora Gulisano per aver messo a disposizione le sue ricerche storiche

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