Quando si pensa a delle pagine dimenticate della storia siciliana, non è infrequente che le protagoniste siano delle donne. La vicenda di Anna Valdina, combattente coraggiosa, vissuta in un’epoca in cui il potere patriarcale comprimeva ogni anelito di libertà femminile, non fa eccezione. Per fortuna a volte la letteratura aiuta la memoria, infatti l’ultimo romanzo di Pina Mandolfo, scrittrice impegnata nella difesa dei diritti delle donne e sceneggiatrice del film “Viola di mare”, narra la storia vera e straordinaria di una principessa palermitana che nel 1600, nel capoluogo siciliano, fu monacata a forza quando era ancora poco più che una bambina e condusse una battaglia durata cinquant’anni per opporsi a questa imposizione e ottenere lo scioglimento dei voti. A quasi cinquecento anni di distanza, la sua esperienza riprende vita grazie al ritrovamento casuale di alcuni documenti d’archivio da parte della stessa Mandolfo: una circostanza fortuita che si è rivelata la guida migliore nel far emergere dal silenzio la vicenda, forse volutamente occultata, dalla Storia di cui possiamo riscoprire i risvolti nel romanzo Lo scandalo della felicità, pubblicato da VandA Edizioni.

All’interno del volume, Mandolfo racconta la volontà e le ragioni di Anna Valdina, intrecciando la sua vita in convento con i fatti più rilevanti del periodo e con i tanti personaggi della Palermo spagnola, in un “continuum narrativo” affascinante e struggente, che al tempo stesso non manca mai di suscitare una certa tensione. Leggere delle sue vicissitudini, d’altronde, provoca nel lettore una naturale complicità partecipativa, carica di indignazione e del desiderio di battersi al suo fianco, per camminare scandalosamente verso il diritto alla felicità di cui dovrebbe godere ogni essere umano. «Il mio racconto – scrive non a caso l’autrice, nel presentare l’opera – è carico di tutta la passione verso un personaggio femminile non comune, di cui ho voluto narrare la grandezza, descrivendone l’esemplarità di donna assoggettata ma non soggetta».

Qui, con implacabile geometria narrativa, Pina Mandolfo racconta la volontà e le ragioni di Anna Valdina, facendo intrecciare la sua vita in convento con i fatti più rilevanti del periodo e con i tanti personaggi della Palermo spagnola, in un “continuum narrativo” affascinante e struggente, che al tempo stesso non manca mai di suscitare una certa tensione. Leggere delle sue vicissitudini, d’altronde, provoca nel lettore una naturale complicità partecipativa, carica di indignazione e del desiderio di batterci al suo fianco, per camminare scandalosamente verso il diritto alla felicità di cui dovrebbe godere ogni essere umano. «Il mio racconto – scrive non a caso l’autrice, nel presentare l’opera – è carico di tutta la passione verso un personaggio femminile non comune, di cui ho voluto narrare la grandezza, descrivendone l’esemplarità di donna assoggettata ma non soggetta».

Fra le figure storiche raccontate nel testo c’è anche quella di Eleonora di Mora, l’unica donna diventata viceré di Palermo per ventinove giorni, ma poi ignorata dalle cronache ufficiali

La sua prosa è agile e insieme ricercata. l’impianto narrativo ritmato e intenso, e il romanzo si rivela romanzo degno della migliore tradizione narrativa italiana, mentre ci permette di ritrovare l’immensa ricchezza nascosta della nostra isola, metafora del viaggio esistenziale delle donne (e dell’umanità tutta) nella sua incessante ricerca della “felicità”. Numerose sono anche le figure che ruotano intorno alle continue e singolari azioni di Anna Valdina, irriducibile nella volontà di chiedere giustizia per la costrizione di cui è stata vittima. Fra questi, emerge per esempio Eleonora di Mora, l’unica donna diventata viceré di Palermo per ventinove giorni e in grado in quel breve lasso di tempo di imprimere una rivoluzione alla sua città, pur essendo stata a sua volta dimenticata dalle cronache ufficiali.

Alla luce degli elementi che abbiamo presentato, Lo scandalo della felicità potrebbe rientrare a prima vista nella categoria del romanzo storico. Eppure, siamo davanti a un testo che, nella sua originalità, appare libero da qualunque “recinto” temporale o di genere: il talento dell’autrice risiede proprio nel creare un ponte ben visibile tra il passato e il presente, nel trascinarci in un’avventura di cui siamo costretti a farci carico ancora oggi, e nell’osservare Anna Valdina mentre, raggiunta finalmente la luce del sole, fuori dalle sue buie stanze conventuali, può respirare a pieni polmoni. Così facendo, l’opera si configura piuttosto in un’occasione di riscatto e di rivendicazione, in cui la voce della protagonista si fa promotrice di una vita scomoda, che è disposta perfino a essere distrutta pur di divenire seme generativo di nuove e più moderne libertà.

L’INCONTRO. Oggi, giovedì 2 febbraio, alle ore 17:30, Cavallotto Librerie presenterà Lo scandalo della felicità. Storia della principessa Valdina di Palermo di Pina Mandolfo in corso Sicilia 91, Catania. Ne parleranno con l’autrice Giovanna Giordano e Luigi Calabrese. Leggerà alcuni brani Daniela Orlando.

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