È una storia a lieto fine quella della Geotrans Srl, azienda catanese di trasporti e logistica che dal 2014 a oggi ha dovuto affrontare un complicato iter burocratico. Tutto è iniziato con un primo sequestro della società in quanto appartenente al clan mafioso del Santapaola-Ercolano e la sua assegnazione in gestione all’amministratore giudiziario Luciano Modica. «Dal 2014 al 2019 i dipendenti della Geotrans hanno vissuto un periodo di precarietà dovuto a continui sequestri e rilasci dell’azienda fin quando, nel 2019, è stata confiscata definitivamente» spiega il dott. Modica. «La confisca ha costituito un momento di rasserenamento perché ha posto fine al tira e molla giudiziario e ha assegnato l’azienda all’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC)».

I SOCI FONDATORI. L’ANSBC può procedere alla liquidazione, vendita o affido a una cooperativa di un’azienda confiscata. Per la Geotrans è stata scelta quest’ultima opzione, con l’affidamento della società ai suoi stessi dipendenti: «Nonostante i momenti di difficoltà – racconta il dott. Modica – l’azienda è stata in grado di non chiudere neppure un giorno e di mantenere il suo personale, salvo qualche normale avvicendamento. Questo significa che il nucleo storico di dipendenti è rimasto integro e proprio loro hanno mostrato la propria gioia quando l’Agenzia ha deciso di assegnard loro la gestione della Geotrans». Infatti dei 25 dipendenti attuali 9 sono i soci fondatori della rinata cooperativa e hanno investito in essa un capitale di 100.000 euro. «Altri 180.000 euro – aggiunge l’ex amministratore giudiziario – saranno investiti nella cooperativa dalla Cooperazione Finanza Impresa, una partecipata del Ministero dello Sviluppo Economico che ha già deliberato la sua partecipazione al capitale, anche se con una quota di minoranza. A essa dobbiamo anche un finanziamento di 600.000 euro».

FIDUCIA DA RICONQUISTARE. Dal momento dello scandalo giudiziario, nel 2014, la Geotrans ha vissuto periodi difficili a causa della mancanza di creditori di fiducia: «Era arduo accedere alle banche in una fase così delicata – spiega ancora il dott. Modica – e di conseguenza l’azienda aveva difficoltà nel comprare nuovi mezzi. Solo Banca Etica ha accettato ben tre finanziamenti che hanno permesso l’acquisto e il mantenimento degli attuali 17 trattori e 66 autorimorchi». Il periodo dell’inchiesta giudiziaria ha comportato la perdita di fiducia nella Geotrans da parte non solo delle banche, ma anche dei clienti: «La clientela odierna è del tutto diversa da quella precedente: oggi il numero di clienti è minore rispetto a prima del 2014, ma l’importante è che sia sufficiente per il mantenimento dell’impresa» sostiene Luciano Modica.

UNA NUOVA AVVENTURA. Dal momento che il destino dell’ex azienda confiscata è stato assegnato alla cooperativa di dipendenti, il ruolo dell’amministratore giudiziario, nominato dal Ministero della Giustizia per la custodia e la gestione dei beni sequestrati e confiscati, è terminato. «Ufficialmente ho finito la mia funzione giuridica, – ci dice il dott. Modica – ma viste le difficoltà burocratiche che i dipendenti dal 2019 a oggi hanno dovuto affrontare per la fondazione della cooperativa anche a causa della pandemia, non ho voluto abbandonarli. Momentaneamente sono presidente della coop per assicurarle una certa continuità in questa fase di transizione». L’inizio dell’avventura della nuova cooperativa Geotrans Srl è fissato per l’1 marzo 2022. La società, come dichiarato sui social, ha già sottoscritto un rapporto di collaborazione con l’Associazione AddiopizzoCatania Onlus e ha aderito alla lista “Pizzo Free” insieme ad altre imprese che hanno scelto la via della legalità. «Ora che le basi ci sono, non posso che augurare un futuro prospero, pulito e onesto a questi coraggiosi dipendenti e soci fondatori» conclude Luciano Modica.

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