Davide Santacolomba,
il pianista sordo:
«La musica mi ha
restituito l’udito»

Non udente dalla nascita, è riuscito a coronare il suo sogno di diventare musicista. «Affrontate la vita come fosse una sfida, state certi che riuscirete a vincerla»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]B[/dropcap]uongiorno, un attimo che metto le cuffie per sentire». Inizia così l’intervista telefonica a Davide Santacolomba, giovane pianista 29enne palermitano. È sordo dalla nascita, ma lui, e i suoi familiari, si sono da subito ribellati a quel destino.

LA MALATTIA. Tra le cause più probabili, i dottori pensano che si tratti di una malattia congenita, anche se potrebbero esserci altre ragioni. Una patologia che è andata a progredire nel corso del tempo, tanto da diventare molto grave e profonda all’età di 8 anni. La prima ad accorgersene è stata la nonna perché ogni qual volta lo chiamava, Davide non rispondeva. Da quel momento furono i genitori a premurarsi per lui. «Mi fecero fare un controllo, a Palermo – racconta Davide –  dal quale fu riscontrata una ipoacusia neurosensoriale bilaterale grave». I familiari sconfortati decisero di sottoporlo a ulteriori esami a Milano, nei quali, purtroppo, fu accertata la sua sordità. Davide non sente totalmente i suoni acuti, ha grandi difficoltà a sentire i suoni medi, ma sente i suoni gravi.

LA MUSICA COME TERAPIA. Durante il viaggio milanese, la famiglia Santacolomba, decide di andare a trovare un’amica di famiglia, la quale teneva un pianoforte in casa. «Rimasi stupito quando la signora mi fece sentire il suono della canzone Frà Martino Campanaro. Alla fine, riprodussi “ad orecchio”, questo motivetto tra lo stupore dei miei genitori». Da lì, nacque l’amore a prima vista verso il piano. Inizia a studiare musica e si diploma con il massimo dei voti a Palermo. «Una persona che mi ha aiutato a crescere in ambito professionale, che ha sempre creduto in me, è stata la mia insegnante: Giovanna De Gregorio. La sua straordinaria capacità è stata quella di riuscire ad adottare un metodo didattico su misura». Nonostante sordità e talento siano punti in comune con un caposaldo della musica d’arte (Beethoven), Davide ha l’umiltà di non accettare il paragone. «Questo è un confronto che non deve essere fatto assolutamente, lui è un pilastro della storia della musica». Non ha un idolo, ama chi ha rivoluzionato questa arte.

IL PRESENTE. Quattro anni fa, Davide, ha messo un impianto cocleare nell’orecchio destro. Nonostante la sua comunicazione verbale sia molto migliorata rispetto a prima, ci sono ancora circostanze in cui ha difficoltà, momenti che non riesce a gestire bene. Parla al telefono solo con le cuffie, e se ci sono più persone che parlano contemporaneamente non capisce nulla, il suo impianto va in distorsione. Il percorso di studi intrapreso, occupa molto tempo nella sua giornata, il che influisce anche nella ricerca di una possibile ragazza. La questione non sembra turbarlo, infatti con simpatia ammette di stare bene da single: «migghiu sulu ca mala accumpagnatu». Ma c’è dell’altro: «la voce femminile è solitamente acuta quindi faccio fatica a sentirla».

Davide Santacolomba durante una esibizione

LA CARRIERA E IL FUTURO. Oggi Davide sta completando gli studi in Svizzera, a Lugano, sotto un’altra insegnante di livello assoluto: Anna Kràvtchenko. «Senza dubbio è lei che oggi sta rivoluzionando il mio modo di sentire e approfondire questa arte, sia a livello tecnico che artistico. Anche a lei devo tantissimo». Finito il master, Davide vorrebbe rimanere a Lugano per continuare gli studi con la sua insegnante, e al contempo la sua carriera concertistica. «Ho già fatto diversi concerti in giro per l’Italia, ho suonato a Varsavia e anche qui in Svizzera». Il consiglio che si sente di dare a chi vive delle difficoltà: «Continuate a crederci, perché se ci credete fortemente, e perseverate, affrontando la vita come se fosse un gioco o una sfida, state certi che riuscirete a vincerla: volere è potere».

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