Eleganza e candore: l’ultima volta di Carla Fracci a Catania e il suo legame con la Sicilia
Nel candore del suo abito bianco salì i pochi gradini che dividono la platea dal palco del Metropolitan per poi apparire dinanzi al pubblico. Non ha ballato, ma era eterea: ogni passo era come un passo in punta di piedi. È questo il ricordo dell’ultima apparizione di Carla Fracci a Catania, ospite allo spettacolo “Le Bordel d’Avignon” della Experience Theatre Ballet. Il 27 maggio 2021 l’étoile della danza è diventata una stella del cielo.
Carla Fracci ambasciatrice della danza. Il nome della Fracci è indissolubilmente ancorato alla città di Milano e al Teatro alla Scala, di cui divenne prima ballerina nel 1958, a 22 anni. Da lì ha spiccato il volo divenendo ambasciatrice della danza in tutto il mondo e facendo innamorare di questa disciplina milioni di ragazzi. Oggi si parla spesso di Roberto Bolle per aver portato la danza in televisione, ma già Carla Fracci si era impegnata perché la danza uscisse dai teatri d’opera e fosse apprezzata dai più.
Carla Fracci e Franca Florio. Carla Fracci è stata molte volte in Sicilia. Leggiadra ed evanescente nel ruolo de “La Silfide” con Gheorghe Iancu a Catania, la carriera siciliana della Fracci è legata soprattutto a Palermo. Per oltre 20 anni infatti ha collaborato con il direttore artistico del Teatro Massimo palermitano Girolamo Arrigoni. Più volte è salita su quel palcoscenico vestendo i ruoli dei personaggi romantici che l’hanno resa celebre: “Giselle”, “La bella addormentata nel bosco”, “Coppelia”, “Romeo e Giulietta”. Ciò che però lega particolarmente Carla Fracci alla Sicilia sono tre balletti: “I Vespri Siciliani”, rappresentati alla Scala sotto la direzione di Riccardo Muti, “I have a dream”, curato per lei dal marito Beppe Menegatti e andato in scena al Massimo di Palermo, e “Franca Florio, regina di Palermo”. Nel 2007 il coreografo Luciano Cannito ha osato l’accostamento della seducente Rossella Brescia all’elegante Carla Fracci per interpretare lo stesso personaggio dalla gioventù alla vecchiaia: Franca Florio, nobildonna che animò l’élite siciliana tra ‘800 e ‘900.
Versi immortali. Applaudita per tutta la vita, ora Carla Fracci se n’è andata in silenzio, con la riservatezza che la contraddistingueva. Volata via in punta di piedi, stavolta non “…torna a fiorir la rosa / che pur dianzi languia…”: adesso indossa le ali di una bianca “nubecola celeste” e non più “terrestre” (versi tratti da “La danzatrice stanca” di Eugenio Montale).