Un grande fermento anima in questi giorni le strade di Catania, che si preparano a gioire al passaggio del busto reliquiario di Sant’Agata, durante l’annuale festa. Al Teatro Bellini di Catania i festeggiamenti agatini si tradurranno nelle musiche composte per l’occasione da Emanuele Casale: il 1° febbraio il compositore catanese ha presentato in prima assoluta Le Ragioni degli Angeli, una composizione che lo stesso Casale ha definito “scena musicale” per l’incursione in partitura della recitazione di Alessandra Lombardo e dell’attore Gaspare Balsamo, che ha anche scritto i testi. Ma sarebbe più corretto parlare di “cunto”, un’antica arte siciliana in via di estinzione. «Il cunto – spiega Casale – consiste nella recitazione con uno stile dialettale molto declamato, a tratti particolarmente enfatico. Ho pensato che questa forma di racconto potesse essere appropriata per inserirsi nella musica».

BISOGNO DI PUREZZA. Le Ragioni degli Angeli celebra figure sacre come, appunto, Agata, che Casale definisce «angeli senza ali, persone dotate della virtù e dell’attitudine all’altruismo. Io e Gaspare Balsamo ci siamo chiesti quali fossero le ragioni che animano persone che hanno una tale purezza di cuore». Una di queste ragioni è, ad esempio, l’elevazione, tradotta musicalmente in un violino che suonerà note sempre più acute, innalzandosi al di sopra del resto dell’orchestra. Ma il compositore precisa che «si tratterà comunque di una performance che può andar bene sia per i credenti che per i non credenti, perché queste figure di angeli in terra sono interessanti a prescindere dal nostro personale credo religioso e dal nostro approccio ideologico».

«Il kitsch è stato a lungo squalificato dal mondo dell’arte. Ma tutte le icone religiose lo sono,
perché non hanno alcuna ambiguità
ed esprimono un carattere sentimentale»

RIVALUTARE IL KITSCH. Una musica che risente delle riflessioni dell’autore sul kitsch, ossia «una forma di espressione che non ha ambiguità e che è in qualche modo sentimentale – illustra Casale –. Ne sono attratto perché per molto tempo è stato un po’ squalificato dal mondo artistico e, quando una cosa viene “proibita”, diventa oggetto di curiosità e desiderio». Secondo il musicista, infatti, «tutte le icone religiose sono kitsch, perché sono prive di ambiguità ed esprimono un carattere sentimentale». Per questo motivo Le Ragioni degli Angeli può inserirsi nel filone dell’arte camp, l’arte che reinventa consapevolmente il kitsch. A tal riguardo il compositore menziona i saggi dell’intellettuale americana Susan Sontag, che citava le composizioni di Vincenzo Bellini come esempio di musica camp per la sua matrice sentimentale e per la mancanza di ambiguità interpretative.

«Siamo nel moderno, non possiamo scrivere come faceva Mozart ai suoi tempi. Per questo, ad esempio, nella composizione c’è un passaggio
plasmato sul ritmo del dubstep»

RITORNO AL FUTURO. Casale racconta di aver utilizzato brandelli di kitsch sperimentandoli in chiave artistica e personale, proprio come fece Bellini. Ma non è l’unica caratteristica comune ai due catanesi. Come scrive Fabrizio Della Seta nel suo volume dedicato al Cigno di Catania, il compositore di Norma ha infatti «guardato indietro per andare avanti». E così cerca di fare anche Casale, che aggiunge: «Per questo motivo non mi piace chiamare la mia musica “contemporanea”, benché lo sia, avendo questo termine assunto la connotazione di una musica molto distante dal pubblico, con una sperimentazione radicale». Il compositore preferisce invece chiamare la sua musica “post-classica”, implicando una continuità con la cosiddetta “musica classica”, anziché in rottura con essa. Ma, rispetto a quanto successo in passato, il compositore puntualizza di aver inserito elementi di innovazione: «Siamo nel mondo moderno, non possiamo scrivere come scriveva Mozart». Per esempio, ne Le Ragioni degli Angeli, i suoi studi di musica elettronica sono serviti a influenzare lo stile, nonostante l’assenza di un computer: «Si tratta proprio di un’influenza stilistica. Ad esempio, in questa composizione c’è un passaggio plasmato sul ritmo del dubstep». 

SEGNI DELLA MEMORIA. Sono molte altre le riflessioni che hanno accompagnato la scrittura di Casale e Balsamo nel raccontare di Agata, tra cui l’idea che sia più spesso il male a fare notizia: «I nomi che leggiamo sui giornali sono sempre quelli di persone che fanno del male. Il bene, invece, fa notizia più raramente. Momenti come questo sono quindi importanti per fare da contrappeso al male di cui quotidianamente sentiamo parlare». Un’altra considerazione fatta da Casale è che nella gioia per la festa di Sant’Agata sia contenuto anche il ricordo della sofferenza vissuta dalla santa. «Dobbiamo ricordarci che questa ragazza del mondo antico ha subito un supplizio atroce – afferma Casale –. È stato talmente scioccante per il mondo di allora, che si è impresso nella memoria collettiva per secoli e secoli. La festività consiste anche nel ricordo di questo episodio orrendo».

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