Barcellona è piena di altre Barcellona, e uno degli esempi più evidenti è il quartiere di Sant Andreu. Lontano dal centro, tuttavia, racchiude in sé tutta l’essenza catalana: luoghi pittoreschi, storia, stabilimenti centenari e strutture avveniristiche si fondono armoniosamente. È qui che nel 2006 è nato il progetto di un’orchestra giovanile, formata da ragazzi fra i sette ed i vent’anni. Si chiama Sant Andreu Jazz Band e si esibisce in un repertorio jazz, soprattutto swing degli anni Trenta e Quaranta, con melodie orecchiabili e un ritmo radicato nella danza. Nel documentario A Film About Kids and Music. Sant Andreu Jazz Band, diretto da Ramon Tort, c’è una immagine che la rappresenta in modo perfetto: è quello che vede Elsa Armengou, una bambina di sette anni, che detta il tempo a un’orchestra di venti persone prima di prendere in mano la sua tromba e suonare.

Entrata a 8 anni nella Sant Andreu Jazz Band, oggi l’artista catalana è alla guida di un trio completato da Dario Miranda alla chitarra e Juan Pastor al contrabbasso

È lo stesso gesto che Eva Fernández ha ripetuto tante volte prima di intraprendere la carriera solista e approdare sui palchi di mezzo mondo, e in febbraio sarà in Sicilia ospite di Catania Jazz per esibirsi il 24 al Teatro Abc di Catania, il 25 al Golden di Palermo ed il 26 al Regina Margherita di Caltanissetta. La sassofonista catalana è uno dei tanti talenti che hanno preso il volo dalla Sant Andreu Jazz Band. Dapprima la carismatica voce di Andrea Motis, poi quella affascinante di Magali Datzira, la tromba di Alba Armengou e, adesso, Eva Fernández. E molti altri sono pronti a decollare.

Eva Fernández entrò a 8 anni nell’orchestra di quartiere: «Quando mi chiesero quale strumento avrei voluto suonare, ho risposto: “Quello che suona nella pantera rosa”. Il suono di quella melodia era il motivo che mi aveva portata alla musica», ricorda. Oggi, a 27 anni, l’artista catalana esprime il ritmo in ogni sospiro del suo sax e nella voce un profondo amore per il jazz ed è alla guida di un trio completato da Dario Miranda alla chitarra e Juan Pastor al contrabbasso. «Yo pregunto, il mio ultimo album, è per me una dichiarazione di intenti su ciò che intendo fare con la musica a mio nome», spiega. «Il mio obiettivo principale è quello di impegnarmi nella creazione e nell’espressione. Ho cominciato a scrivere i miei testi (fino ad ora avevo messo musica sulle parole degli altri) e su questa strada voglio proseguire».

Joan Chamorro, ideatore e direttore della SAJB: «A molti musicisti piacerebbe improvvisare come fanno questi ragazzi»

Come i suoi compagni di band, è cresciuta ascoltando Billie Holiday, Sidney Bechet, Sarah Vaughan, e poi «El Cigala, Amy Winehouse, Dinnah Washington, Cannonball Adderley, Silvia Pérez, Bebo Valdés, Piazzolla, JS Bach, Rosalía, Magalí Datzira, Charles Mingus», aggiunge lei. Perché, come primo passo, i bambini della Sant Andreu Jazz Band vengono abituati ad ascoltare le grandi composizioni jazz. Seguirli e imitarli diventa il loro primo desiderio. In un secondo tempo, arriva l’emozione di far parte di un gruppo di amici e musicisti e, infine, i concerti, il momento in cui condividono il palcoscenico con prestigiosi musicisti.

«I risultati con gruppi di bambini di sette anni, ad esempio, sono sorprendenti», spiega Joan Chamorro, ideatore e direttore del progetto. «Non suonano nulla che non ascoltano o cantano internamente. Questa è la loro lingua. Se studiano con piacere ed entusiasmo, conservano meglio le cose. E dovresti sentirli improvvisare. A molti musicisti sarebbe piaciuto improvvisare come fanno questi ragazzi. Solo questo profondo legame con lo strumento farà di loro dei musicisti creativi, un musicista che non solo legge ma ha anche la capacità di cantare, di mettere le dita al posto giusto e di sapere come suonerà».

Finora, otto ex membri del SAJB lavorano nella musica in Spagna o all’estero, ma indipendentemente dal fatto che alla fine diventino musicisti professionisti, Chamorro sa che questa esperienza avrà toccato le loro vite per sempre.

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