“Food”: con Paolo Fresu e Omar Sosa le note diventano cibo per l’anima

Un incontro tra due mondi, quello andato in scena domenica 23 luglio nella cornice dell’Ex Collegio dei Gesuiti di Noto all’interno del cartellone della 48° edizione del Festival Internazionale Notomusica: il lirismo di stampo europeo di Paolo Fresu da un lato, il ritmo e l’esplosività tipici della cultura caraibica di Omar Sosa dall’altro, uniti da una velata malinconia che, forse, caratterizza l’essere isolani.

Il concerto presentato al pubblico di Noto prende il nome di Food, cibo. E in effetti la musica che i due musicisti hanno eseguito è cibo per l’anima. È lo stesso Fresu a spiegare da dove nasce l’idea: «Viaggiamo molto e spesso siamo seduti a tavola in giro per l’Italia e il mondo; ogni luogo ha la sua storia, i suoi colori e il suo cibo, e dovendo scegliere un titolo per il nuovo progetto discografico abbiamo deciso di dedicarlo al cibo».

Splendido l’omaggio a Fabrizio De Andrè:
“Â çimma”, una canzone che parla di un cuoco
intento a preparare un piatto povero
tipico della cucina genovese

Il sodalizio tra Fresu e Sosa è oramai decennale, l’intesa sul palco è perfetta, simbiotica: i due mostrano un grande interplay, termine che nel jazz evidenzia la capacità di interagire e dialogare in tempo reale. Omar Sosa domina il pianoforte, ma anche le tastiere, i sintetizzatori e l’elettronica, conferendo una solidità ritmica e armonica al fluire delle note; Paolo Fresu colora con la tromba e il flicorno, avvalendosi dell’elettronica. Ognuno mette a disposizione della performance la propria sensibilità e personalità senza alcuna prevaricazione, creando un’atmosfera magica, passando da momenti di spiccato romanticismo a momenti di travolgente energia.

Filo conduttore dell’intero concerto è la presenza costante di suoni campionati dal mondo del cibo: suoni di posate, un cuoco che declama la ricetta della zuppa berchiddese (il paese di origine di Fresu), le preghiere delle religioni cubane e uno splendido omaggio a Fabrizio De Andrè, Â çimma, una canzone che parla di un cuoco che prepara un piatto povero della cucina genovese, perché approntata con gli avanzi della settimana, con la voce registrata di Cristiano De Andrè. Degno di nota l’omaggio a Peter Gabriel, in cui i due musicisti hanno incantato il pubblico con una versione intimistica e carica di pathos di What lies ahead.

Il concerto si è concluso con un omaggio alla musica cubana, un’escursione fuori dal percorso tracciato dal cibo, ma quasi doveroso, che ha congedato il pubblico intervenuto coinvolgendolo in una performance canora.

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Raffaele Genovese (Siracusa, 4 giugno 1982) è un pianista, compositore e didatta. Diplomato in Pianoforte, in Musica Jazz e in Didattica si occupa di musica afroamericana e contemporanea. Nel 2009 ha partecipato ai seminari Umbria Jazz Clinics vincendo una borsa di studio per il Berklee College of Music di Boston. Ha collaborato con musicisti di fama nazionale e internazionale, tra cui Fabrizio Bosso, Ben van Gelder, Carmelo Venuto, Emanuele Primavera, Stefano D’Anna, Tony Arco, Marco Panascia, Marcello Pellitteri, Maurizio Giammarco, Giovanni Tommaso, Matteo Sabattini, Joyce Elaine Yuille. Si è esibito con le sue formazioni in diversi festival e rassegne nazionali tra cui Catania Jazz, Fano Jazz Network, Novara Jazz, Roccella Jazz Festival. Ha pubblicato per AlfaMusic Freeway (2011), Anamnesi (2013), Musaico (2016).

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