La Libreria Pescebanana di via Umberto I, a Catania, spesso la si scopre quasi per caso passandoci davanti, ascoltando il suggerimento entusiasta di un amico, scovandola grazie all’hashtag giusto sui social… o perfino frequentando l’Università. Di recente, infatti, nel contesto di una lezione del corso di Gestione delle industrie culturali e creative di Comunicazione della cultura e dello spettacolo, proprio questa attività indipendente è stata nominata come esempio di piccola ma importante realtà della proposta culturale etnea.

L’insegna della Libreria Pescebanana | Ph. Sofia Bordieri

LIBRI CHE NON TI ASPETTI. Nata nel 2018 nel quartiere di Picanello, la Pescebanana non a caso si è poi spostata nel centro storico della città, al civico 199, salutando i suoi ospiti con un’insegna su cui è scritto: Libri che non ti aspetti. Dentro, ad accoglierci, c’è a sua volta un libraio che non ti aspetti: Umberto Bruno, libraio classe 1987 noto affettuosamente anche come il “signor Pescebanana”, che ci presenta la sua come «una libreria di frontiera, volenterosa di fornire qualcosa di diverso a un probabile lettore». Dopo quasi vent’anni trascorsi a svolgere il mestiere di caposala, il signor Pescebanana ha infatti deciso di identificare la sua grande passione per la lettura con la sua nuova missione lavorativa, mettendo a disposizione del suo pubblico una proposta di libri ben curata e articolata in numerose categorie, che vede fra i protagonisti, oltre ai testi delle case editrici cosiddette “major”, una costellazione di piccoli editori meno conosciuti, ma pronti a stupire chiunque con la loro originalità. Dopotutto, già il filosofo Cvetan Todorov nel suo testo La letteratura in pericolo sosteneva che «conoscere nuovi personaggi è come incontrare volti nuovi. Meno questi personaggi sono simili a noi e più ci allargano l’orizzonte, arricchendo così il nostro universo».

«Una bambina, un giorno, ha scelto un libro da regalare e mi ha chiesto di disegnarle qualcosa sul pacchetto… Da allora, sempre più persone hanno iniziato a desiderare di ricevere un mio schizzo, anche se io non avevo mai disegnato prima!»

IL LIBRAIO ILLUSTRATORE. Oltre a una nutrita selezione di storie “di carta”, troviamo poi disegni, fotografie e quadretti ad arredare come si deve il paese delle meraviglie del signor Pescebanana, il quale negli anni è diventato celebre per almeno due delle sue scelte peculiari. La prima consiste nell’abitudine di arricchire i testi degli scaffali con fascette su cui il libraio riporta a mano alcune frasi che descrivono in poche parole l’opera in questione. La seconda, invece, concerne i famosi disegni che Umberto Bruno dona gratuitamente a chi gli chiede una confezione regalo, impreziosendo ogni pacchetto con un’immagine nata dalla sua fantasia. «L’idea è nata dopo che una bambina, un giorno, ha scelto un libro da regalare e mi ha chiesto di disegnarle qualcosa sul pacchetto, con un risultato che a quanto pare è piaciuto molto al destinatario… Così, da quel momento, sempre più persone hanno cominciato a venire qui e a chiedermi a loro volta qualche nuovo schizzo», portando il piccolo dono artistico offerto da Umberto Bruno a diventare pian piano un suo tratto distintivo, al punto che «oggi mi chiamano “il libraio illustratore”, anche se non avevo mai disegnato prima d’ora!».

La locandina del gruppo di lettura Tipi proibiti

GRUPPI DI LETTURA CONTRO LA CENSURA. Non solo libri e disegni, però: la libreria Pescebanana è anche uno spazio che ospita diversi gruppi di lettura, come Circolo di attivismo poetico (gruppo nato in collaborazione con Arcigay Catania), Spakki’libri (gruppo di lettura under 35), Le antipatiche lettrici (gruppo per donne e uomini over 40) e Tipi Proibiti. Quest’ultimo, in particolare, nasce da un interesse che Umberto Bruno condivide con Cono Cinquemani, operatore culturale che il libraio ha conosciuto nell’ambito del progetto Pronto Soccorso Letterario. In questo contesto, i due hanno riflettuto sul concetto di censura, che come ci ha spiegato lo stesso Cono Cinquemani, quando il libraio lo ha coinvolto nella nostra conversazione, «è un problema ancora molto diffuso negli Stati Uniti. Un fenomeno per noi inconcepibile, se pensiamo che in Sicilia, già intorno al 1740-1750, il viceré di Palermo Caracciolo fece bruciare tutti gli atti dell’Inquisizione per dare massima libertà di diffusione e di distribuzione alla parola scritta». Al riguardo, inoltre, va specificato che la selezione delle letture proposte per Tipi proibiti non ricade su testi classici e lontani nel tempo: «Preferiamo sempre testi contemporanei – sottolinea il signor Pescebanana -, che ci aiutino a conoscere meglio le implicazioni delle ingiustizie odierne. Fra gli ultimi, non per niente, abbiamo scelto Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi e Il Giardiniere di Jonathan Evison, incoraggiando una presenza identitaria e reale dei lettori che partecipano al nostro dibattito».

«A Catania manca ancora una certa identità sociale comune, anche se chi abita nel capoluogo etneo ha sempre di più il desiderio di frequentare dei luoghi di scambio collettivo»

LA CULTURA COME SPAZIO CONDIVISO. Catania, d’altronde, è una città che secondo Umberto Bruno deve sviluppare le sue potenzialità culturali, visto che molti degli obiettivi già raggiunti provengono in prevalenza dal lavoro di figure che, come lui, sono slegate dal mondo istituzionale. «La conseguenza è che esistono delle criticità territoriali ancora da risolvere – commenta in merito -, specie perché a mancare è una certa identità sociale comune, anche se dall’altro lato è importante notare che chi abita nel capoluogo etneo ha sempre di più il desiderio (e la necessità) di frequentare dei luoghi di scambio collettivo, come quello proposto dalle proprietarie della Legatoria Prampolini, le quali hanno da poco aperto anche una caffetteria per offrire a lettori e lettrici uno spazio che, un po’ come fa già a modo suo lo Student Lab, incoraggi i giovani a incontrarsi e a passare il tempo insieme». In nome del suo senso di comunità e di condivisione ci tiene a nominare realtà che apprezza e che non ritiene concorrenti, il signor Pescebanana, e ci saluta confidandoci uno dei suoi tanti sogni nel cassetto: «Quello che spero è di riuscire a creare a mia volta un angolino in cui la gente possa lavorare, leggere, bere qualcosa… Contribuendo a rendere questo tipo di luoghi una parte integrante della quotidianità dei nostri concittadini».

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