Guardare e (ri) scoprire la Sicilia attraverso gli scatti di De Roberto
É a Randazzo, secondo Sciascia, che lo scrittore emerge come fotografo. Qui coglie la prospettiva delle vie «che delineano questo paese nell’altura», come nello scatto delle case di via Furnari, la Volta di via degli Uffizi o la Porta Aragonese
Tra i seminari organizzati per la decima edizione del Med Photo Fest 2018, Rosalba Galvagno, docente di critica letteraria e letterature comparate presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, ha ricostruito un itinerario in Sicilia attraverso lo sguardo di Federico De Roberto, nelle vesti non solo di scrittore ma anche di fotografo, come testimoniano gli scatti presenti nella guida della città di Randazzo e la Valle dell’Alcantara pubblicata nel 1909.
Lo scrittore si avvicina alla fotografia all’incirca all’età di ventanni con una «tecnica che trasformava in continuazione lastre ed obiettivi». A causa della guerra e del bombardamento che distrusse il palazzo presente tra la via Etnea e la via Sant’Euplio, dimora catanese dello scrittore, nessun originale è giunto a noi. Quel che però emerge dalle poche immagini è che «poneva attenzione per realizzare servizi fotografici perfetti».
Nell’articolo “San Silvestro da Troina” pubblicato nell’agosto del 1908 su “Lettura”, mensile illustrato del Corriere della Sera, De Roberto «rivive con le parole quello che si trova nelle immagini»: l’evento della processione, un tema amato, presente anche in “Randazzo” e ne “I Viceré”, che rientra nei servizi di cronaca mondana di cui si era occupato da fotoreporter.
Dalle lettere inviate a Corrado Ricci emerge il suo interesse per la Sicilia e i suoi luoghi, dalle città ai castelli etnei, alle isole Eolie che definisce «isole di Dio». Un’attività che unisce riproduzione fotografica e retorica, in cui il lettore viene guidato attraverso uno sguardo storico, estetico e poetico. De Roberto fotografa palazzi, balconi, coglie il senso della connotazione fisica dei luoghi, oggetti su cui si documenta accuratamente prima degli scatti.
É a Randazzo, secondo Sciascia, che De Roberto emerge come fotografo. Qui coglie la prospettiva delle vie «che delineano questo paese nell’altura», come nello scatto delle case di via Furnari, la Volta di via degli Uffizi o la Porta Aragonese. Fotografa la Festa dell’Assunta, il campanile di San Martino, le Balze di San Domenico, le finestre, come quelle di via Granatara, aperture da cui si affacciavano i sovrani che passavano da Randazzo, una città ricca di elementi storici, di cui De Roberto prova a catturare l’atmosfera storica e medievale. Ne emerge un itinerario siciliano che ha suscitato nella maggior parte dei presenti la curiosità di visitare, o rivisitare, la città di Randazzo, magari scattando qualche fotografia.