Il Sud convive meglio con il Covid?
Alcuni fattori che concorrono alla qualità della vita in una definita zona geografica possono avere anche un impatto sulla diffusione delle epidemie? Un recente studio di ricercatori catanesi affronta un’analisi dei dati disponibili. Con risultati interessanti

A conferma della tesi dei ricercatori catanesi, c’è lo studio sulla popolazione anziana del Cilento, la terra della dieta mediterranea. Così è riportato in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Mattino:
—Resistono al Covid e se contraggono il virus si ammalano in modo meno grave. Il primato spetta ad alcuni centenari ed over cinquanta cilentani e conferma il Cilento terra della lunga vita e del buon vivere. La scoperta riguarda il gruppo di cilentani che è sotto osservazione da diversi anni grazie al progetto Ciao (Cilento on aging outocomes study) coordinato dal professore Salvatore Di Somma dell’Università La Sapienza di Roma e realizzato in collaborazione con le Università di San Diego e di Malmoe. Per alcuni centenari e per un migliaio di persone tra i 50 e i 65 anni, tutti residenti nel Cilento, lo studio ha già evidenziato la presenza di particolari metaboliti secondari che sembrerebbero proteggerli dalle malattie cardiovascolari e neurovegetative e sarebbero alla base del loro invecchiamento in buona salute. Adesso è stato fatto un passo in avanti: questo gruppo di cilentani ha resistito anche al Covid probabilmente grazie allo scudo della vitamina D. «La vitamina D riesce a dare una riposta immunitaria molto favorevole per cui diversi studi hanno evidenziato che chi ha una carenza di questa vitamina ha un rischio maggiore di sviluppare una forma più grave di Covid spiega il professore Salvatore Di Somma, docente alla Sapienza Avevamo già osservato che i cilentani presi in esame dal progetto Ciao presentavano una elevata presenza di vitamina D circolante, per cui siamo andati a riprendere quei dati, mediante un follow up a due anni di distanza, per verificare le conseguenze del Covid sul loro organismo. Il risultato è molto interessante. Abbiamo riscontrato che nessuno dei centenari inclusi nello studio è morto per il Covid e che nel gruppo dei mille cilentani tra i 50 e i 65 anni, quei pochi che hanno contratto il virus si sono ammalati in forma non grave. Si tratta di uno studio ancora in una fase iniziale, non ancora oggetto di una pubblicazione scientifica, manca la comparazione con la popolazione svedese come invece è stato fatto per altre malattie grazie alla collaborazione con l’Università di Malmoe. In ogni caso è un primo risultato che ci conferma, ancora una volta, la correlazione tra Covid e vitamina D».