L’artista sarà tra i protagonisti del Festival dei Teatri di Pietra, che a partire dal 13 luglio riporterà la lirica nei teatri antichi dell’isola. «Questa produzione ha mostrato grande apertura mentale coinvolgendomi nel ruolo del “pastorello”, solitamente affidato a donne o voci bianche. Esibirmi ancora nella mia città, poi, sarà un vero onore»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]P[/dropcap]ur essendo un uomo, ho una voce da soprano perché la mia laringe ha una conformazione naturalmente femminile, una qualità che ho scoperto e rivalutato nel 2002 quando acquistai un cd della Callas che aveva come brano d’apertura “Vissi d’arte”». Adonà Mamo non è solo un giovane talento siciliano, ma un artista versatile, che è riuscito a valorizzare la sua singolare voce, oggi richiesta nei più svariati contesti: dal musical all’Opera, passando per amate produzioni televisive come Domenica In, Edicola Fiore, sì que vales. Lo abbiamo intervistato in attesa dell’imminente prima di “Tosca”, che lo vedrà esibirsi il prossimo 13 luglio sul palcoscenico del Teatro Greco di Siracusa. Il capolavoro di Giacomo Puccini aprirà il “Festival dei Teatri di Pietra” e segnerà il grande ritorno della lirica nei teatri antichi siciliani: dopo Siracusa sarà la volta di Taormina, il 30 luglio e Tindari, il 4 agosto.

L’AMORE PER PUCCINI. «“Tosca” – racconta Adonà, emozionato all’idea di calcare i tre teatri di pietra siciliani – è stato il mio primo amore». In scena, diretto dal maestro Marcianò, il giovane siracusano sarà il “Pastorello”. «Ho già interpretato questo ruolo nel 2008 all’Arena Flegrea di Napoli, sotto la direzione del maestro Daniel Oren. Sebbene sia un comprimario, esso è molto importante. Del resto, il vero successo di uno spettacolo è dato dalla professionalità di tutto il cast. Vestirne di nuovo i panni nel teatro greco della mia città, poi, sarà un vero onore».

«Sono felice d’interpretare il Pastorello in Tosca. Di solito questo personaggio viene affidato a una voce bianca o a una donna, io invece sono stato scritturato proprio perché pur essendo un uomo ho una vocalità femminile»

SICILIANO IN SICILIA. Sebbene in passato Adonà abbia già preso parte ad alcuni spettacoli prestigiosi andati in scena al Teatro Greco, come “Le Vespe” di Aristofane in cui è stato diretto da Mauro Avogadro, la partecipazione all’allestimento di “Tosca” curato dal Coro Lirico Siciliano è per lui motivo grande soddisfazione. «In primis sono contento perché si tratta di una produzione siciliana con la partecipazione di artisti dal respiro internazionale, ma ciò che più mi fa piacere è il fatto che questa produzione abbia mostrato una grande apertura mentale: il ruolo del pastorello infatti è affidato di norma a una voce bianca, cioè un giovinetto imberbe, cosa che io – ahimè – non sono più, o a un soprano. Io, invece, sono stato scritturato per questo personaggio proprio perché, pur essendo uomo, ho una vocalità femminile: ciò che potrebbe apparire come un limite in realtà è il mio punto di forza».

Il Coro Lirico Siciliano e Cecchi Paone pronti ad incantare i teatri antichi siciliani con Tosca

DA ADONAI AD ADONÀ. All’anagrafe Adonai, il nome d’arte Adonà nacque nel 2004, in occasione di una sua esibizione al Festival di Sanremo: il vero nome dell’artista, infatti, può essere pronunciato dagli Ebrei solo in preghiera e in televisione avrebbe potuto dare fastidio. «“Adonà” è nato quasi per gioco, dall’accento dei miei amici romani quando mi chiamavano». Il palcoscenico dell’Ariston, tuttavia, non ha costituito l’unica parentesi televisiva per il giovane talento siciliano, che ha preso parte ad alcune delle più popolari trasmissioni tv. «Calcare un palcoscenico teatrale – racconta ancora – è sicuramente una grandissima emozione, ma non bisogna disprezzare la televisione. Ritengo opportuno farsi spazio professionalmente e con dignità». L’ambito televisivo è ritenuto importante sia per la divulgazione, sia per la memoria. «Penso al fatto che Luchino Visconti impedì alla Callas di prendere parte a “La Traviata” in Rai: questo divieto per noi è la perdita di un documento che avrebbe avuto un valore inestimabile».

«La mia passione più grande è il canto, ma l’essere stato preso un po’ in giro per la mia voce quando ero più piccolo, mi ha portato a dedicarmi a un’altra arte da me molto amata: la danza»

LIRICA E MUSICAL. L’artista dunque non deve esporsi solo a un pubblico elitario, ma essere poliedrico e versatile. Adonà infatti ha una formazione completa che gli permette di spaziare dalla lirica al musical. «La mia passione più grande è il canto – racconta ancora il giovane -, ma l’essere stato preso un po’ in giro per la mia voce quando ero più piccolo, mi ha portato a dedicarmi a un’altra arte da me molto amata, la danza. Nel 2002 vinsi una borsa di studio che mi consentì di entrare in Accademia a Roma e la danza per me è stato il gancio per divenire parte del mondo del musical, in cui sfrutto anche le mie qualità canore. Con il musical, rispetto alla lirica, ho più libertà: per esempio sto progettando di portare in scena un’opera su Farinelli, il cantante castrato, che è un emblema all’avanguardia. Non voglio farlo con musiche barocche, ma “pop-liriche”: sarà un modo per coinvolgere anche i giovani».

 

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