Linguista e cantautore per passione, assistente di volo di professione, Cono Cinquemani è tra i maggiori studiosi del “sicul-english”. «Nei miei spettacoli racconto le storie dei primi siciliani in America»

Cosa accade quando il dialetto siculo varca i confini della sua terra natale e approda negli Stati Uniti? «Ho sempre subito il fascino del siciliano e delle parlate locali – afferma Cono Cinquemani, linguista trentaseienne, originario di San Cono (in provincia di Catania) – Tutto iniziò quando, da ragazzino, leggendo un racconto di Leonardo Sciascia, “La zia d’America”, mi capitò di imbattermi in termini a metà tra il siciliano e l’americano. È così che venni a conoscenza dell’esistenza di un particolare fenomeno linguistico che riguardava la mia Sicilia e cercai subito di saperne di più». Il racconto a cui Cono si riferisce, tratto dalla raccolta “Gli zii di Sicilia” del 1958, narra la storia del ritorno in Sicilia di una donna che, nel primo dopoguerra, lascia la sua terra in cerca di fortuna negli Stati Uniti, dove riesce a condurre una vita agiata grazie soprattutto al suo storo (dall’inglese store, “negozio”).

Dizionario Siculish

IL SICULISH. Il fenomeno linguistico in questione prende oggi il nome di Siculish: si tratta, in sostanza, della “sicilianizzazione” di parole e frasi della lingua inglese da parte d’immigrati siciliani negli Stati Uniti d’America intorno alla prima metà del XX secolo. «La cosa che ho inizialmente notato – spiega Cono – è che la terminologia più diffusa riguarda la toponomastica, in quanto strumento necessario di riferimento per amici e parenti rimasti in Italia, per cui New York diventa “Nova Iorca” e Brooklyn si trasforma in “Brooklino” . Di fatto sono stati riconosciuti anche moltissimi altri termini di uso comune che hanno portato alla creazione di un vero e proprio dizionario».  La passione di Cono per la sua lingua, e in particolare per il Siculish, si è trasformata in una collaborazione di ricerca con i dipartimenti di Lingue e Culture Straniere delle Università di Roma e Pisa, da cui sono nate, oltre che ulteriori indagini sul campo, anche sei tesi di laurea. Il suo obbiettivo è dunque quello di far conoscere al mondo questa realtà linguistica analoga allo Spanglish che, a differenza di quest’ultima, è rimasta poco indagata.

LO SPETTACOLO. Per fare ciò, la sua ricerca non si è limitata al solo ambito universitario: Cono, infatti, è riuscito a coniugare la sua passione per la linguistica con quelle per la musica e per il teatro, mettendo in scena degli autentici spettacoli in Siculish incentrati sulle storie di siciliani in America. Tra queste, ricordiamo quelle tratte dal commovente “Donne marginali” del 2005 che raccontano le vicende di due conterranee costrette dalle famiglie ad emigrare per vincoli dettati da matrimoni combinati. È tuttavia con la commedia “I siciliani col trattino”, su siculo-americani e siculo-argentini di quarta generazione, che Cono Cinquemani descrive a tutto tondo «la complessità della fusione linguistica e identitaria dei siciliani nel mondo». Questo spettacolo gli permette, in collaborazione con il cluster Sicilia, persino di approdare ad Expo2015 per poi prendere parte, un anno dopo, al tour teatrale-musicale itinerante dal titolo “Sicily Coast to Coast”, vestendo i panni di autore e organizzatore. I suoi spettacoli, accolti con entusiasmo da un pubblico rapito e che non ha mancato di dimostrare nel tempo affetto all’autore, hanno anticipato e accompagneranno il suo romanzo “Zia Favola”, in uscita a marzo ed edito da Aut Aut Edizioni. “Zia Favola”, in stampa in questi giorni, racconta la vita di Favola, bis nonna di Cono, che, alla fine dell’Ottocento, da Corleone decide di recarsi in America. Aspettando marzo per conoscere i dettagli, «azzolla»!

 

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