Due settimane fa, di fronte al Municipio della città polacca, la violenta e inaspettata uccisione del sindaco ha sconvolto un paese che pensava di essersi lasciato alle spalle, con la caduta del regime sovietico, il clima di intolleranza e ha posto serie domande sul mondo che stiamo costruendo. Ma le reazioni in giro per il Vecchio Continente – Sicilia compresa – e la gara di solidarietà attivatasi subito dopo fanno sperare che il bene riuscirà a far sentire la sua voce

Palermo, il 14 gennaio 2019, il sindaco Leoluca Orlando decide di issare a mezz’asta le bandiere negli edifici comunali. Due giorni dopo, in piazza Verdi, un centinaio di persone, ognuna con una candela bianca in mano, commemorano assieme Paweł Adamowicz, il sindaco di Danzica, assassinato di fronte a migliaia di polacchi e alle telecamere. Questo terribile reato ha avuto luogo sul palco della Grande Orchestra di Carità Natalizia, la più grande iniziativa benefica in Polonia fondata nel 1993 da Jurek Owsiak, ufficialmente candidato per il Nobel per la pace. Ad affondare le tre coltellate mortali, di cui due direttamente al cuore, è stato un 27enne pregiudicato per rapine a mano armata. Lo stesso giorno, il 14 gennaio, di fronte al Municipio nel centro storico di Danzica una
folla senza fine in silenzio al buio ascolta The sound of silence, una canzone commovente suonata dal gruppo Disturbed. La gente piange. E così succede poi ogni sera in tutte le grandi città polacche, da Poznań a Varsavia.

Il 53enne Paweł Adamowicz, sindaco da 21 anni, durante il regime socialista fu un attivista del movimento anticomunista. Fu molto amato in Polonia perché, credendo nel dialogo, era fra i pochi disponibili ad ascoltare gli argomenti di fazioni opposte (di destra e di sinistra) spesso con il tramite della Chiesa. Negli ultimi anni si era fatto notare in Europa per la sua opposizione democratica alla politica ufficiale del suo governo. Mentre in Polonia, come in altri paesi, stava per crescere sempre più la diffidenza verso gli stranieri assieme ad un egoismo nazionalistico, egli promuoveva, l’accoglienza e la solidarietà europea di fronte alla crisi umanitaria legata ai rifugiati. Non sorprende dunque che nel giorno del suo omicidio stesse personalmente raccogliendo fondi lungo le strade della sua città.

UNA FERITA CONDIVISA. Questo omicidio pubblico ha lacerato molti cuori: quello di una vittima innocente, quelli delle sue figlie minorenni e il simbolo della Grande Orchestra, che finora è stata la sola iniziativa unificante per quasi tutti i polacchi (secondo i dati CBOS sostenuta dall’87% dei cittadini). Sopratutto, però, ha lacerato il cuore di Danzica, la città di Solidarność e di Lech Wałęsa, dove nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale e l’animo di Gdańsk: un simbolo della battaglia tra il bene ed il male, dell’amore e dell’odio. Lo sentiamo tutti in qualche modo: è successo qualcosa di terribile, qualcosa che riguarda non solo Danzica, non solo la Polonia. Come è stato possibile un atto così brutale nel giorno di una così grande bontà?

Pawel Adamowicz
Pawel Adamowicz

IL GRIDO DEL BENE. La figura del buon uomo che cade sul palco e poi lo spettacolo dell’assassino che si vanta di fronte alle telecamere del suo gesto rendono il confronto sconvolgente. Io, voglio urlare, voglio far sapere a tutti, a tutti gli europei, ai miei cari siciliani, voglio far vedere loro tutto il bene che in questo momento particolare non può essere coperto. Voglio che sappiano che la notte tra il 13 e 14 gennaio centinaia dei cittadini di Danzica si sono messi in fila per donare il sangue al loro sindaco, che dopo la tragedia, il municipio di Danzica si è preso cura della famiglia dell’assassino appellandosi al popolo perché non la condannasse per il reato del parente, che il vescovo di Danzica, d’accordo con l’opinione pubblica al partito di destra, ha annunciato subito che il sindaco verrà sepolto dentro la Basilica di Santa Maria, la chiesa principale. Ma soprattutto voglio che tutti sappiano dell’opera della Grande Orchestra di Carità Natalizia. Un miliardo di złoty raccolto in 27 edizioni caritative organizzate dalla Fondazione (Wielka Orkiestra Świątecznej Pomocy in polacco) devoluto al finanziamento per l’acquisto negli ospedali di mezzi di salvataggio o di sostegno della vita in particolare per i bambini neonati o per gli anziani ammalati cronici. Non c’è, non esiste in Polonia un ospedale che non abbia ricevuto il dono della fondazione sotto il segno del cuore rosso. Di tutto questo bene io polacca, io europea, io dal cuore siciliano, voglio rendervi partecipi. E vi voglio ringraziare di essere stati con noi in queste ore terribili.

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