Cinque mesi a contatto con la natura per girare “Woodvivors”, il docu-film che racconterà le bellezze nascoste d’Italia e come le tradizioni tipiche legate all’agricoltura siano cambiate nel tempo

Un viaggio per raccontare l’Italia che forse esiste ancora. Quella rurale, dove la natura raramente incontra l’uomo. Sono circa 2500 i chilometri che separano Francesco Lanzino, 24enne di Palermo, dalla meta finale che lo porterà da Palermo a Torino a dorso di un quadrupede, il mulo Ernesto. Il giovane che frequenta il conservatorio Bellini di Palermo ha messo per il momento da parte la sua passione per la musica – un campo difficile in cui realizzarsi professionalmente – per girare un documentario sulle tradizioni agricole, culturali e dialettali che hanno forgiato l’identità italiana di 40 anni fa. Insieme a lui, ci sono Dario Santoro, 25enne di Palermo, e Never Milesi, 23enne di Chieri in provincia di Torino, con i quali insieme all’associazione di Eco Mulo ha deciso di lanciarsi in questa esperienza che partita a fine aprile si concluderà a settembre.

Saranno cinque i mesi a contatto con la natura, cinque i mesi con lo stretto necessario: pentole, padelle, tende e l’immancabile attrezzatura per girare “Woodvivors”, il docu-film che racconterà le bellezze nascoste d’Italia e come le tradizioni tipiche legate all’agricoltura siano cambiate nel tempo. «Prima – racconta Francesco – si utilizzava il sale per conservare il cibo o si dava a fuoco la paglia per affumicare i salumi e i formaggi. Adesso con le nuove attrezzature e le nuove normative europee – si stanno perdendo tutte quelle tradizioni genuine della nostra identità agricola. Sono poche le persone che praticano ancora queste antiche attività, ma è alle differenze culturali o le tradizioni folkloristiche che, anche se non più vivide come una volta, vorrei dare voce».

Francesco, che al momento sta facendo tappa a Gangi nel Palermitano, racconta che la passione per la montagna e la natura sia iniziata da piccolo. Ha attraversato con lo zaino in spalla il parco delle Madonie, dei Nebrodi e qualche anno fa si è avventurato a percorrere un tratto del Sentiero d’Italia dalla Sicilia fino alla Basilicata. Adesso è pronto a percorrere tutto il tratto del sentiero che lo porterà fino in Piemonte. «Sto finanziando il viaggio con i miei risparmi che ho messo da parte facendo i lavori più disparati. Ho lavorato come aiuto skipper e anche come raccoglitore di olive. Poi ho parlato della mia idea all’associazione di Eco Mulo, che da anni promuove viaggi ecosostenibili. Hanno creduto nel mio progetto, mi hanno regalato il mulo Ernesto e ci seguiranno in questa impresa, in una sorta di viaggio parallelo fino a Messina».

La comitiva durante il viaggio

Anche se il viaggio è iniziato da poco, non mancano le sorprese per Francesco e i suoi compagni. «La cosa che mi entusiasma di più? Incontrare la gente del posto che vedendoti con il mulo, con nostalgia inizia a ricordare le storie dei loro padri, raccontandoti aneddoti e curiosità che svelano un mondo diverso». Ed è proprio dalle interviste, dalle storie della gente che Francesco partirà per raccontare le tradizioni che nel tempo si sono perse. «Voglio raccontare i cambiamenti, non solo quelli legati all’agricoltura ma anche alle tradizioni folkloristiche e ai dialetti per capire cosa sia rimasto dell’Italia rurale di un tempo, e di quelle diversità che hanno fatto la nostra identità».

Woodvivors non è solo un viaggio per raccontare agli altri le bellezze naturali d’Italia, è anche una sfida personale per Francesco per riscoprire un modo diverso di vivere, scandito dal ritmo della natura. «In montagna quando tramonta il sole, la giornata finisce. Non puoi accendere la lampadina. Non hai la televisione. I comfort diventano un fuocherello o una tenda. Ti accorgi che le cose che ritieni necessarie nella quotidianità non sono poi così utili».

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