In Sicilia, alle porte non si bussa. Si “tuppulìa”

Nelle favole per bambini spesso si legge l’onomatopeica “toc toc” per indicare il bussare di qualcuno alla porta. Quanti però pensano che il rumore prodotto sia più simile a un “toc toc” e non invece a un “tup tup”?! È molto probabile che i Siciliani siano più propensi per “tup tup”, perché loro non bussano alla porta, ma tuppuliano!

Etimologia e attestazioni. Tuppuliare” affonda le sue radici nel mondo greco, in cui esisteva già un verbo dalla chiara origine onomatopeica per indicare “bussare”, ossia τύπτω (pronuncia /tupto/). L’espressione è attestata spesso nei romanzi di Andrea Camilleri e non solo nella più nota serie del commissario Montalbano, ma anche in “Il birraio di Preston”: “l’arrisbigliò un tuppuliare forte alla porta del catojo”(“lo svegliò un bussare forte alla porta della casupola”); “un tuppuliare che non era tanto forte da volere somigliare a un ordine, era chiuttosto una cortese addimanda di primisso”(“un bussare che non era tanto forte da voler somigliare a un comando, era piuttosto un chiedere cortesemente permesso”). Non è raro che un amico passi a tuppuliare, a bussare alla porta di casa vostra per farvi visita.

Modi di dire. Dal momento che in Sicilia difficilmente qualcuno si presenta ospite da un altro a mani vuote, si è creato un modo di dire quale “tuppuliare chi peri”, cioè “bussare con i piedi” proprio perché le mani sono ingombre per via di qualche generoso dono, che sia un vassoio di pasticcini o altro! E se poi a bussare non fosse qualcuno, ma qualcosa? Magari un sentimento: “Quannu l’amuri tuppulìa, non lu lassari ammenzu a la via”, cioè “Quando l’amore bussa, non lo lasciare in mezzo alla strada”, un’esortazione a spalancare le porte del proprio cuore all’amore.

Derivati. Dalla stessa radice derivano “tuppuliata” e “tuppulìo”: la prima indica una bussata, un colpo secco alla porta; la seconda invece ha una sfumatura leggermente diversa, un bussare più frenetico costante, ma meno intenso, un po’ come un martello in lontananza. E infine quando in Sicilia un bambino cade fa…tuppete!

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Laureata con il massimo dei voti in Filologia Classica all’Università degli Studi di Catania, Olga Stornello (classe 1994) è giornalista pubblicista dal 2019. Dopo aver acquisito il tesserino grazie alla collaborazione con varie testate (tra cui, oltre “Sicilian Post”, il quotidiano “La Sicilia”), ha frequentato il master RCS Academy “Scrivere e comunicare oggi: metodo Corriere” nel 2020. Tra le sue intramontabili passioni, al di là della scrittura, si annovera anche la danza, che pratica da sempre.

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