La casa del tè di Raddusa: un angolo di Oriente nel cuore della Sicilia
Raddusa rappresenta la linea di confine tra le provincie di Catania ed Enna e per raggiungerla è necessario addentrarsi lungo una serie di tortuose curve dissestate. Come ormai tutto l’entroterra, anche la “città del grano” è preda di un inesorabile spopolamento. Ma è lì che, a dispetto del contesto generale, sorge e prolifera “La casa del tè”, portando l’Oriente nel cuore del territorio siciliano.
UN MUSEO DA RECORD. Situata tra le abitazioni contemporanee, una volta varcata la soglia d’ingresso si viene catapultati in un mondo completamente diverso dal nostro, talmente diverso da dimenticarsi di essere in Sicilia. Tutto questo, naturalmente, non prima di aver tolto le scarpe, come richiesto dalla tradizione orientale. Poi si parte per un viaggio alla scoperta di luoghi e usanze remote. Ogni angolo della casa-museo accoglie, infatti, numerosi oggetti antichi provenienti da tutto il mondo, realizzati a mano ed utilizzati per la preparazione e la degustazione del tè. Dalle numerose varianti di “Samovar”, bollitori metallici, alle tazze da tè di ogni forma e dimensione. Senza dimenticare la preziosa collezione di teiere di Yixing, composta da ben 600 pezzi, ognuno con una forma differente, e da molti altri oggetti utilizzati durante le cerimonie. Non solo oggetti però, perché il museo di Salvo Pellegrino può vantare anche la presenza di campioni di ogni tipo di tè esistente. «Sono ben 620. – spiega il maestro Pellegrino – Un’unica pianta lavorata in più di seicento modi. È uno dei due record di questo museo.» Il risultato è un continuo mescolarsi di odori, dal mandarino al limone, passando per il cioccolato, lo zenzero e molti altri. Per quanto riguarda l’altro record, invece, il museo di Pellegrino può vantarsi di possedere la tazza e la teiera più grandi del mondo. «Un record che è stato possibile realizzare grazie ai ceramisti di Caltagirone», afferma.
DA PASTICCERIA A CASA DEL TÈ. Per trent’anni Salvo Pellegrino ha viaggiato per il mondo studiando come pasticcere. Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Cina e Giappone sono state le sue mete. Ha lavorato, tra gli altri, presso “Twinings” e servito personaggi del calibro di Margaret Thatcher, del re d’Arabia e dello scià di Persia. «La passione per il tè è nata durante la Royal Ascot (manifestazione ippica molto popolare in Inghilterra, ndr), quando ho dovuto frequentare un corso di degustazione per imparare ad associare correttamente i nostri dolci con il giusto tè. – racconta Pellegrino – Poi da lì ho iniziato i miei studi sul tè, girando il mondo e rispolverando gli archivi storici. In seguito ho anche pubblicato due libri». L’occasione di realizzare la casa-museo l’ha avuta, invece, quando i suoi genitori sono andati in pensione, nell’ormai lontano 2000, trasformando la pasticceria di famiglia nella “Casa del Tè” grazie ai ricavi delle vendite dei suoi libri. Da lì, il maestro, ha poi messo su un piccolo terreno di quattro ettari dove coltiva il suo tè ed ha anche realizzato una scuola per quanti vogliono diventare maestri cerimonieri. Non solo. «Le scolaresche vengono spesso a farmi visita, – racconta ancora – così spiego loro come si coltiva il tè e come avviene la successiva lavorazione e, nella cucina didattica, spiego anche alcune ricette della cucina zen.» E sulla casa e sulle attività svolte dal maestro Pellegrino, Gaetano Di Lorenzo ha deciso di realizzare un film. «S’intitola “L’uomo del tè”, – spiega il protagonista Pellegrino – ed è arrivato in semifinale al Lakecity Film Festival».
CERIMONIE DA TUTTO IL MONDO. Proseguendo il viaggio all’interno di questo incredibile luogo, al piano superiore, al quale si accede salendo una scala stretta ed asimmetrica ed attraversando una porta alta solo 90 centimetri, troviamo la stanza della cerimonia del tè. Qui il maestro cerimoniere Pellegrino svolge, a richiesta, vari tipi di cerimonia. «Ce ne sono venti tipi diversi, da quella araba a quella cinese, – spiega il maestro – ognuna con riti differenti e con una durata che varia dalle due alle otto ore. Quella che ho approfondito maggiormente, però, è quella Giapponese». All’interno della piccola stanza troviamo gli strumenti per lo svolgimento della cerimonia, tra i quali spicca al centro un bollitore del 1810. «Mi fu donato da una famiglia di Samurai proprio per il mio museo ed è il centro focale della casa, costruita secondo lo stile Feng Shui. Lo apriamo durante gli equinozi, in modo che i raggi lunari lo colpiscano e le tensioni vengano scaricate». Ma la cerimonia del tè non è solo degustazione di tè e dolci. Infatti, «durante le cerimonie ufficiali, gli invitati devono superare una serie di ostacoli prima di poter giungere nella stanza della cerimonia – racconta Pellegrino – e, se riusciranno a superarli tutti, potranno prendere parte alla cerimonia. Gli ostacoli sono simbolo del cammino tortuoso che la vita ci presenta giorno dopo giorno – aggiunge – e, se si riescono a superare tutti gli ostacoli, vorrà dire che stiamo vivendo la nostra vita secondo la filosofia zen, ricordandoci di dedicare un po’ di tempo a noi stessi». E il consiglio del maestro Pellegrino è proprio quello di vivere secondo lo stile zen, ovvero non pensare né al futuro né tanto meno al passato, ma concentrarsi solo sul presente, vivendo ed affrontando ciò che la vita ci offre quotidianamente.
Questo articolo è originariamente apparso sul nostro blog ospitato da lasicilia.it