«Felice non è felice», «La mucca non dà latte», «Le scarpe mi stanno strette»: sono soltanto alcuni dei messaggi in codice che Radio Londra trasmetteva all’inizio del suo programma, iniziando con la famosa frase “Parla Londra. Trasmettiamo alcuni messaggi speciali”. Nell’Europa della Seconda guerra mondiale, con molte delle nazioni occidentali già occupate dai nazisti, le trasmissioni radio in onde corte di Radio Londra, gestite dalla BBC e indirizzate fin dal 1938 alle popolazioni dei Paesi occupati, ebbero un ruolo essenziale nell’informare su ciò che stava realmente accadendo, a inviare messaggi in codice sia alle truppe che alla popolazione civile. La Redazione di Radio Londra divenne famosa in poco tempo, e i suoi programmi, trasmessi in diverse lingue, fornirono un sostegno prezioso per la situazione del tempo. 

Oggi, in un’epoca in cui la fruizione delle informazioni avviene prevalentemente tramite altri canali (tv e web), siamo naturalmente portati a pensare che l’utilità della radio sia parecchio ridotta. Eppure il mezzo radiofonico offre molte possibilità, ad esempio quella di trasmettere anche a grande distanza, purché si adoperino le frequenze opportune e l’ora del giorno più adatta. Nella banda delle onde medie (ciò che nelle nostre radio è spesso chiamata AM) durante le ore del giorno riusciamo a stento ad ascoltare la RAI, ma la sera si apre un ventaglio di possibilità che ci consente di percepire la voce dell’intero Mediterraneo e dell’Europa del Sud. Decine di stazioni ascoltabili, nelle lingue più disparate, dal rumeno all’arabo, dall’ucraino (sì, anche quello) al greco. La portata delle trasmissioni in onde medie, infatti, è di alcune migliaia di km, se la potenza del trasmettitore è adeguata.

E per andare oltre? Bisogna cambiare frequenza, passare alle onde corte, bande di frequenza da alcuni MHz a 20-30 MHz, che non tutte le radio posseggono, ma che per qualche decina di Euro si può avere a disposizione. Qui si spalanca realmente il mondo, è possibile in linea di principio ascoltare trasmissioni anche dagli altri continenti se si fa uso di un’antenna adatta (ma talvolta basta un semplice spezzone di filo elettrico).

Ecco la decisione recente della BBC di riprendere le trasmissioni radio in onde corte, dopo la loro chiusura, avvenuta già decenni addietro. In un momento in cui la Russia di Putin ha bloccato o controlla molti dei canali usuali di comunicazione (agenzie di stampa, radio e TV, alcuni Social, siti Web), in un momento in cui la vita è divenuta impossibile anche per la stampa occidentale, costretta a ritirare i suoi giornalisti dal territorio russo, in un momento in cui diffondere notizie discordanti da quelle di regime può costare fino a 15 anni di carcere, ecco la possibilità di far ascoltare una voce diversa, sia alla popolazione russa – che in buona misura sta subendo gli effetti della disinformazione – che a quella ucraina.

Per quanti volessero ascoltare dal vivo un brandello di queste trasmissioni, come ho fatto nei giorni scorsi, da appassionato ascoltatore delle trasmissioni radio in onde corte, ecco le frequenze e gli orari di trasmissione: 15375 kHz dalle 15 alle 17 (ora italiana) e 5875 kHz dalle 21 alle 23 (ora italiana).

Per noi, che viviamo in un mondo di informazione circolante e diversificata, forse possono aiutarci a capire meglio la situazione e il bisogno di informazione di altri popoli le parole di uno dei redattori di Radio Londra, il famoso “Colonello Buonasera”, pseudonimo di Harold Stevens, che curava le trasmissioni in lingua italiana: «Non vi è esortazione della stampa o delle autorità fasciste, non vi è minaccia di pene, non vi è sanzione effettiva che possa circoscrivere o fermare questo continuo allargarsi della massa di nostri ascoltatori in Italia. Non è merito nostro, di noi che lavoriamo giorno e notte qui a Londra per informare il pubblico italiano di quanto avviene nel nostro paese e nel mondo: noi cerchiamo soltanto di avvicinarci alla realtà dei fatti, e di ragionare con sincerità e buon senso. Ma sappiamo che l’Italia ha sete di verità e di senso comune; e non è possibile allontanare dall’acqua le labbra degli assetati».

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