Quando si pensa a Salvatore Quasimodo e a come la sua sicilianità ne abbia influenzato l’immaginario poetico, è quasi istintivo chiamare in causa la città di Modica. Eppure, scandagliando a fondo la vita del grande esponente dell’Ermetismo, questo binomio si rivela meno assodato di quanto sembri. Il centro ibleo, infatti, al grande poeta diede i natali nel 1901: ma, a dirla tutta, fu quasi un caso. Un altro fu il baricentro della sua esistenza. Vale a dire Roccalumera, paese costiero a poca distanza da Messina e Taormina, da cui la famiglia di Quasimodo proveniva e in cui fece ritorno per abitarvi appena qualche giorno dopo la nascita di Salvatore. Ed è proprio a Roccalumera che dal 1999, nei locali della ex stazione Fs e sui vagoni di un treno merci d’epoca, il Parco letterario che porta il nome del Premio Nobel per la Letteratura si occupa di ricostruire questa curiosa vicenda. Tra documenti originali, audiovisivi e cimeli, un vero concentrato di storia e di cultura, fondato da Carlo Mastroeni, con il quale abbiamo ripercorso alcune delle tappe principali del rapporto tra lo scrittore e la sua “vera” patria.

«Era già un poeta a 14 anni,
quando scrisse una poesia
sulla spiaggia di Roccalumera»

Carlo Mastroeni, fondatore Parco letterario Salvatore Quasimodo

LE RADICI. A partire dal traumatico maremoto di cui fu testimone quando aveva appena sette anni: «Fu un cataclisma di livelli sorprendenti – spiega Mastroeni – che mandò in rovina pezzi di Storia importantissimi per Roccalumera e per molti altri centri jonici». La famiglia Quasimodo, intanto, si era comunque trasferita definitivamente in paese, dove «il padre del poeta era capostazione e partecipò attivamente alla ricostruzione». Tra i familiari vi era anche la nonna, Rosa Papandrea, figlia di profughi di Patrasso, personaggio chiave al fine di comprendere la sua vena di grande traduttore dei classici, greci e latini. Per questo particolare legame Salvatore Quasimodo vantò sempre un’origine siculo-greca, un valore importante per il futuro poeta che si diplomò, però, all’Istituto Tecnico per Geometri “Jaci”, nella vicina Messina. “Fu solo un caso il diploma tecnico, perché la sua vera passione era la Letteratura – ci spiega ancora Mastroeni, che nel corso degli anni ha curato e cura tuttora insieme al fratello il Parco di Roccalumera –. Era un poeta già a 14 anni, quando scrisse la sua prima composizione sulla spiaggia della cittadina jonica».

«Nel 2009, il Comune finalmente
gli ha dato la cittadinanza onoraria»

UN LEGAME LUNGO UNA VITA. Successivamente, Roccalumera divenne anche luogo d’ispirazione di molte altre poesie tra cui Vicino a una torre saracena del 1949, ambientata nel piazzale antistante la Torre Saracena, dove è ubicato tuttora il Museo del parco e dove amava trascorrere le giornate da bambino insieme ai suoi fratelli e agli amici. Qui visse gli anni dell’infanzia e della giovinezza restandone particolarmente affezionato. «A Roccalumera sono ispirate liriche, tra le più belle del canto poetico moderno, – racconta ancora Mastroeni – quali Vicolo, Lettera alla madre e Al Padre e Fresca Marina e proprio qui Quasimodo tradusse testi e scrisse versi anche da adulto e quando era già molto famoso». Amava tornare in paese per incontrare i parenti e trascorrere i periodi di vacanza e, secondo quanto rilasciato nelle interviste sui giornali locali, lo stesso poeta venne a Roccalumera pochi giorni dopo il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura nel dicembre del 1959, riabbracciando il padre ultranovantenne. Ma l’ultima visita in assoluto risale al 1967, pochi mesi prima della sua scomparsa. A sostegno di quanto la famiglia Quasimodo fosse legata profondamente a questo piccolo borgo di pescatori, c’è anche la tomba della sorella del poeta, anch’essa letterata, Rosina Quasimodo, sposa di Elio Vittorini, sepolta nel cimitero di Roccalumera.

La Torre saracena

IL CERCHIO SI CHIUDE. Da quando il Club “Amici di Salvatore Quasimodo”, organizzazione sorta per diffondere l’opera e la figura del letterato, ha istituito il Parco, numerose sono le attività collaterali che sono nate. Tra gli obiettivi di questo gruppo culturale ci sono anche quello di promuovere gemellaggi con città straniere in nome di Quasimodo, la fondazione di un Premio Letterario e di una scuola di lingua italiana, mentre a Messina esiste una galleria culturale dedicata al poeta dove sono presenti immagini sia del poeta che della famiglia. «Il 14 dicembre 2009 il Consiglio comunale di Roccalumera, in una seduta solenne convocata nell’Antica Filanda – ci spiega ancora una volta Mastroeni che ogni giorno è in contatto con il figlio del poeta, Alessandro – con un voto unanime, ha conferito anche la cittadinanza onoraria al personaggio, iscrivendolo nell’anagrafe cittadina, che solo la circostanza del momentaneo soggiorno del padre a Modica aveva negato». Un punto fermo per ricostruire in maniera definitiva l’anima messinese di Quasimodo.

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