Per la XIII Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, “istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU per richiamare l’attenzione sui diritti delle persone con sindrome dello spettro autistico e delle loro famiglie”, andrà in onda venerdì 2 aprile alle 16:30 su Rai Yoyo, e in anteprima esclusiva su RaiPlay, il cortometraggio Lo specchio di Lorenzo, diretto dalla regista palermitana Angela Conigliaro. Una sensibilizzazione sul tema dell’inclusione già intrapresa con la messa in onda di Pablo, in linea con la mission dichiarata di Rai per il Sociale diretta da Giovanni Parapini: «Rai per il sociale è un punto di ascolto e di raccolta che accoglie le sollecitazioni di vari soggetti istituzionali, delle associazioni di categoria e del terzo settore. Un luogo per non dimenticare i settori e le categorie più sensibili del paese (anziani, infanzia, disabili, detenuti, migranti, disoccupati, donne vittime di violenza) nel costante tentativo di non lasciare indietro nessuno».

Angela Conigliaro, classe 1989, ha trovato sin dalle prime esperienze a teatro, iniziate all’età di 14 anni, «la magia del raccontare qualcosa». La passione per la recitazione ha poi incontrato quella del disegno, unendosi nell’animazione che evolve i disegni in movimento regalando la magia della fusione tra colori, ritmi, suoni, luci, ombre e soprattutto «un potere comunicativo importante».

IL RIFLESSO DELLE EMOZIONI. Proprio l’uso del colore nel cortometraggio Lo specchio di Lorenzo è un elemento essenziale per rappresentare le emozioni: «Il protagonista ‒ spiega la regista ‒ è un bambino autistico che non parla e quindi dovevamo far capire i suoi sentimenti in un altro modo. Abbiamo così usato colori caldi e rassicuranti, come il rosa pesca, per i momenti che lo facevano stare bene; colori accesi e contrastanti come il blu, il viola, il rosso per i momenti di paura, tensione, rabbia; il blu e il celestino per i momenti di tristezza, di solitudine. Una via per cercare di creare una connessione con lo spettatore». Dall’idea dell’antropologo Sauro Tronconi e Cristian Jezdic (show runner e producer di beQ Entertainment) è nata la storia di Lorenzo e del «suo spiraglio verso il mondo attraverso lo specchio». Ma la sfida è soprattutto quella di far immergere lo spettatore nel mondo emotivo di Lorenzo, che spesso non si riesce a vedere o a capire. «Utilizziamo molto la soggettiva in questo corto ‒ ci dice Angela ‒ per indicare il punto di vista del protagonista; vediamo attraverso i suoi occhi così da provare a connettere queste due prospettive di realtà, per capire un mondo che non è facile, ma nemmeno impossibile. Così abbiamo immaginato che lo specchio poteva essere una chiave interessante perché filtra la realtà al bambino, che finalmente è in grado di vederla senza paura e riesce a comunicare».

LEZIONE DI EMPATIA. Il film è rivolto soprattutto ai bambini, invitati dalla figura di Sofia, «rappresentazione dell’ambiente scolastico», a comunicare e a capire «quanto un rapporto di amicizia sia fondamentale per non sentirsi soli». Una sensibilizzazione a cui si unisce Michele, il fratello maggiore che si comporta e viene di conseguenza visto come un supereroe da Lorenzo: «Lo aiuta, lo difende, lo accompagna con la mano fino a scuola. È il suo porto sicuro». A suggellare questa unione, Heroes, brano celebre di David Bowie, qui interpretato da Elio di Elio e le Storie Tese, che ci insegna che “possiamo essere eroi, anche solo per un giorno” (We can be heroes, just for one day), abbattendo i muri che ci impediscono di comunicare, di amare. Una sfida di coraggio che tante famiglie affrontano ogni giorno, sorridendo e gioendo di ogni piccola conquista quotidiana.

UNA CASA DA ARRICCHIRE. Raccontare le emozioni è un tema caro ad Angela Conigliaro che si è classificata al primo posto al concorso Animiamoci 2020 con il corto Da lontano (disponibile su Rai Play): «Il tema del contest era raccontare come le emozioni ti fanno crescere in un minuto. Questo corto, che ho diretto con il mio coautore Matteo Raimondi, è stato realizzato in quarantena, durante il primo lockdown, e racconta di due volpi separate da una valanga che con il loro affetto e tanta, tanta insistenza, trovano comunque il modo di giocare insieme, anche se da lontano, appunto». Un lavoro, quello di Angela, iniziato con i lungometraggi, che le ha permesso di fare esperienze all’estero, in Francia e in Danimarca, e che oggi vuole portare quel bagaglio nella propria terra, in cui è ambientato il prossimo lavoro La bambina di sale: «Adesso ‒ ci racconta ‒ sto aprendo la mia società di produzione, che si chiamerà Ddraunara. Viene da un’antica parola del dialetto siculo che indica un improvviso vento di tempesta, come causato dal colpo di coda di un drago».

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