«Questa stagione sarà un ritorno alle nostre radici. Non significa che non daremo spazio ad altri autori ma se vogliamo ripartire, dobbiamo farlo da noi stessi, dagli scrittori e attori siciliani, rafforzando la nostra identità». L’aveva anticipato nel suo discorso d’insediamento Luca De Fusco, neodirettore dello Stabile di Catania, e ha mantenuto la promessa. Primo in Italia ad annunciare il cartellone del suo teatro, il regista napoletano punta ora a ricucire lo strappo con gli abbonati ridotti, pare, nell’ultimo anno a 1.000. E lo fa mettendoci la faccia e impegnandosi in prima persona. «Il teatro – aggiunge il regista – è l’unica arte che esige una platea, altrimenti non esiste quindi il pubblico di questa città deve tornare in sala. Noi ci impegniamo a non deludervi ma voi dateci una possibilità altrimenti Catania perderà per sempre una delle sue eccellenze».

LA STAGIONE. In questo cambio di rotta, l’Ente punta in prima battuta sul genio di Pirandello, che appare in cartellone con ben due titoli, entrambi diretti dallo stesso De Fusco: Così è (se vi pare), che inaugurerà la stagione e vedrà protagonista l’immenso Eros Pagni e Come tu mi vuoi, con Lucia Lavia. Per il centenario della morte di Verga, invece, la catanese Donatella Finocchiaro dirigerà e interpreterà La lupa. Fra le produzioni ci sarà anche Una storia semplice di Sciascia con Giuseppe Pambieri, adattata e diretta da Giovanni Anfuso, Centoventisei, il nuovo testo di Claudio Fava con Livia Gionfrida alla regia, e infine L’altalena di Martoglio, con gli inossidabili Tuccio Musumeci, Miko Magistro e Guia Jelo. «Ovunque io sia andato – prosegue – ho sempre scommesso sulle co-produzioni, alleanze che rendono tutti più forti e che oggi, a causa della situazione dell’ente etneo, si rendono necessarie. Per l’occasione abbiamo coinvolto lo Stabile di Palermo, la Compagnia Pirandelliana, il Teatro Sannazzaro, ma c’è anche il Teatro Nazionale di Genova con cui abbiamo prodotto I racconti della peste del premio Nobel Valdas Llosa, il Teatro della Toscana, lo Stabile del Friuli-Venezia Giulia e privati come il Teatro della Città o il Centro Nazionale di Produzione per la Danza Scenario Pubblico, con cui realizzeremo Kristo. Quadri di dubbia saggezza. Uno spettacolo che ho ereditato dalla precedente gestione ma che sono ben felice di fare perché amo molto la danza contemporanea». Otto invece le ospitalità, di cui due opzionali, fra i cui titoli troviamo Cyrano di Rostand con Arturo Cirillo, A che servono questi quattrini di Armando Curcio con la regia di Andrea Renzi, La concessione del telefono di Andrea Camilleri diretto da Giuseppe Di Pasquale con Alessio Vassallo, Il malato immaginario diretto da Guglielmo Ferro con Emilio Solfrizzi, I sogni del gabbiano da Cechov con Pamela Villoresi e Le leggi della gravità, che segna il ritorno a Catania di Gabriele Lavia. Fra gli spettacoli a scelta: Amori e sapori nella cucina del Gattopardo di Roberto Cavosi con Tosca D’Aquino e Giampiero Ingrassia e L’Ombra di Totò di Emilia Costantino sul grande comico napoletano.

RETE DI SALVATAGGIO. L’alleanza con gli attori catanesi e la collaborazione con la rete di teatri pubblici e privati della penisola, oltre al coinvolgimento di molti registi e imprenditori catanesi, sono le basi su cui De Fusco vuole edificare un nuovo Teatro Stabile di Catania che riannodi le fila con il passato, alle volte anche ingombrante, guardando comunque anche alla contemporaneità e alla sperimentazione. «Se per il Verga abbiamo giù annunciato la programmazione – dice ancora – in modo da poter lavorare sugli abbonamenti, per la sala Futura annunceremo il cartellone a settembre, in modo che le giovani compagnie abbiano tutto il tempo per formalizzare le loro proposte». Sul fronte economico la situazione è però molto seria, per ripianare il debito di 12 milioni di euro che Laura Sicignano ha ereditato dalla direzione Di Pasquale è stato acceso un mutuo quindicennale e fra utenze e stipendi dei dipendenti, il cui numero è esiguo rispetto alla portata del lavoro, resta ben poco per l’attività artistica. «Per me questo teatro è sottofinanziato rispetto al Biondo di Palermo dal momento che una parte della sovvenzione regionali va a coprire il mutuo e che il contributo del Comune è solo simbolico – tuona –. Spero che il nostro deus ex machina, l’assessore Messina, ancora una volta ci aiuti».

L’IMPEGNO DELLA REGIONE. E quando i teatri chiamano, Manlio Messina come sempre risponde, prevedendo nella prossima finanziaria regionale un contributo straordinario per lo Stabile etneo di 700 mila euro. «Questa è una svolta, che nella prossima stagione ci permetterà di fare grandi progetti – spiega De Fusco –, più produzioni e tournèe che impieghino attori locali. Una parte di questi fondi, poi, verrà usata per il premio Le maschere del Teatro Italiano (gli oscar della prose), che si terrà il 7 settembre al Teatro greco-romano di Catania. Sarà un modo per far convergere a Catania i più importanti direttori, facendola diventare per un giorno la capitale del Teatro Italiano». De Fusco non ha mai fatto mistero di voler riportare le grandi compagnie nazionali nell’isola per una programmazione più lunga, puntando allo stesso tempo ad andare all’estero, come lo Stabile era solito fare tanti anni fa. Certo, oggi le dinamiche si sono molto modificate ma chissà che il regista, già direttore dello Stabile del Veneto e di Napoli, non riesca nell’utopica impresa. E nell’esaltazione di un glorioso passato non poteva mancare la riapertura della scuola di recitazione “Umberto Spadaro”. «Nonostante le ristrettezze, il CdA e la presidente Rita Gari Cinquegrana ci tenevano oggi a dare quest’annuncio. Badate però, vogliamo che sia un’opportunità vera per i giovani e non una fabbrica che sforni disoccupati».


LA PRESENTAZIONE DELLA NUOVA STAGIONE

Alla conferenza stampa svoltasi ieri mattina presso il teatro Verga di Catania, erano presenti, insieme al direttore Luca De Fusco, Carlo Zimbone Vicepresidente dell’Ente, l’Assessore al Turismo Sport e Spettacolo Manlio Messina, Paolo Di Caro direttore Cultura e Rete del Comune di Catania, Silvana Cardí Referente ufficio partecipate della Città metropolitana.

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