«Nell’era della transizione digitale ci stiamo avviando da una società tradizionale a una immersiva, una realtà virtuale in cui ci sentiamo sempre più partecipi. È normale che oggi le donne vogliano partecipare alla costruzione di questo nuovo mondo ed evitare di trasportarvi pregiudizi di ogni tipo». Tra le figure che si occupano di digitale e media in Italia, Maria Pia Rossignaud rappresenta una delle voci più autorevoli, attenta non solo alle trasformazioni del nostro presente, ma anche alle evoluzioni della nostra società. Non sorprende dunque che la direttrice di Media 2000, vice presidente dell’Osservatorio Tutti Media e ideatrice del progetto Donna è Innovazione (che lo scorso giugno è stata insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana) abbia recentemente promosso “Donne e Authority: tutela dei diritti ed innovazione nelle comunicazioni”, un seminario che lo scorso 23 ottobre ha riunito nella sede dell’Agcom le donne dell’autorithy sull’idea dell’Osservatorio TuttiMedia messa in pratica da Sandra Cioffi, presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (CNU).

«Le distorsioni della società tradizionale sono ripetute, se non aumentate, nel digitale: per evitare che i pregiudizi siano trascinati negli algoritmi è fondamentale una partecipazione femminile»

Maria Pia Rossignaud

Le donne nell’authority. «Oggi nel mondo la percentuale di uomini e donne è quasi pari, ma a livello istituzionale siamo sottorappresentate. Il punto di vista di una donna sulle norme che incidono su istruzione ed educazione è importante per determinare programmi scolastici e modelli comunicativi che portino all’abbattimento dei pregiudizi in tutti gli ambiti» afferma la Rossignaud, che aggiunge: «In Italia la situazione è leggermente migliorata, tra i componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ci sono due donne e anche nel Parlamento la percentuale è aumentata». La presenza di una visione femminile, ancora non nella quotidianità,  deve trovare spazio nella realtà digitale: «Le distorsioni della società tradizionale sono ripetute, se non aumentate, nel digitale: per evitare che i pregiudizi a tutti noti siano trascinati negli algoritmi è fondamentale una partecipazione femminile. I casi di cyberbullismo ed hate speech che hanno per vittime donne, e non solo, sono la prova di un azioni necessarie a sensibilizzare tutti chi il digitale lo costruisce e chi ci partecipa».

Uno scatto a margine dell’incontro di giorno 24 ottobre

Più esempi di grandi donne. «Le ragazze hanno bisogno di esempi che le spronino a superare  il soffitto di cristallo – prosegue Rossignaud -. A questo scopo possono contribuire anche le fiction: oltre lo stereotipo di donna crocerossina, che pure al di fuori del nucleo familiare tende sempre a prendersi cura degli altri, bisogna trasmettere i valori di una società egualitaria». Offrire un input alle giovani di oggi, mostrare loro che possono farcela, questo lo scopo della tavola rotonda fortemente voluta da Sandra Cioffi, presidente CNU e da Maria Pia Rossignaud: «Il nostro obiettivo – conclude quest’ultima – è tenere vivo il fuoco culturale della parità di genere, che implica diritti e doveri pari per tutti e per questo abbiamo deciso di organizzare un nuovo incontro per proseguire la riflessione iniziata lo scorso 23 ottobre».

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