«L’idea di partire per un pellegrinaggio in direzione di Assisi è nata a seguito della pandemia. Un momento difficile, durante il quale ho dovuto mettere in pausa la mia attività di ristorazione. Un frangente complicato da cui sono riemerso anche grazie all’aiuto di Gandalf, un cavallo che acquistai quattro anni fa e che è stato il mio psicologo nei periodi bui. Da qui la decisione di dedicare questo viaggio a San Francesco».

PELLEGRINAGGIO DALLA SICILIA. Così Nino Buttitta, ristoratore 44enne di Bagheria (Palermo) è partito lo scorso 4 ottobre, giornata dedicata al Santo che comunicava con gli animali, per attraversare non la Terra di Mezzo, ma per mezza Penisola, fino alla cittadina umbra, accompagnato da Gandalf: «Lo ha battezzato così la persona che me lo ha venduto, a quanto pare gli ricordava il famoso personaggio di Tolkien, a me è piaciuto e così gli è rimasto. Nel libro Gandalf era detto il grigio, che poi diventerà bianco, perché tutti i cavalli grigi con gli anni diventano bianchi, ma era anche Gandalf il pellegrino, guarda caso». In questo lungo viaggio Buttitta ha portato solo l’essenziale, qualche bagaglio con beni di prima necessità e il cibo per il cavallo trasportati su un carretto siciliano.

«Abbiamo scoperto un’Italia che non conoscevamo, fatta di persone perbene, quelle che non fanno notizia, però esistono»

Un momento del viaggio

TRA METE E INCONTRI. «La nostra giornata tipo ‒ racconta ‒ iniziava con il cammino a partire dall’alba, avendo stabilito già il giorno precedente la tappa successiva. Abbiamo attraversato superstrade, strade più o meno periferiche, boschi, sentieri, tutto quello che ci poteva far raggiungere con meno difficoltà il ristoro successivo». Spesso non è stato facile trovare sistemazioni per Gandalf, alle cui necessità Nino è spesso stato costretto ad adeguarsi. In soccorso dell’insolita coppia è accorsa un’Italia solidale, fatta di gestori di agriturismi e maneggi o privati cittadini che hanno offerto volentieri i propri spazi ai pellegrini: «Un fiume di persone ‒ racconta ‒ ci ha aiutato pur non conoscendoci. Abbiamo ritrovato un’Italia, o quantomeno abbiamo scoperto un’Italia che non conoscevamo, fatta di persone perbene, quelle che non fanno notizia, però esistono». Durante il loro pellegrinaggio, tanta la curiosità di chi li incontrava per strada e li fermava per saperne di più: «Le domande più frequenti erano “Da dove vieni” e “Verso dove vai”. Che poi sono le domande che l’uomo si pone dalla notte dei tempi».

«A volte mi sembra di essere partito da ragazzo
e arrivato da adulto»

RISCOPERTA. Dopo due mesi, Nino Buttitta e Gandalf hanno fatto il loro ingresso in città, accompagnati dalla moglie, gli amici e parenti di Nino che li hanno raggiunti ad Assisi per festeggiare insieme il loro arrivo. Davanti alla Basilica di San Francesco, ad accoglierli hanno trovato la sindaca, Stefania Proietti, il custode del Sacro Convento, padre Marco Moroni, i media e tanti curiosi. Durante il loro percorso, Nino Buttitta ha riscoperto la bellezza dell’Italia, dei suoi paesaggi e delle persone che la vivono e ha potuto riflettere sul paradosso che continua a caratterizzare il presente, ovvero il non riuscire ancora a vivere in sintonia l’uno con l’altro. Dalla sua voce traspare non solo un po’ di timidezza, ma anche una certa emozione nel rispondere alla domanda se questa esperienza lo abbia cambiato in qualche modo: «I due mesi che ho trascorso in viaggio non corrispondono alla profondità dei mutamenti che mi hanno attraversato. A volte mi sembra di essere partito da ragazzo e arrivato da adulto».

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