Da Nord a Sud, il networking come antidoto ad una effettiva parità di genere ancora non raggiunta. L’associazione con base a Milano si impegna per insegnare alle giovani donne come fare

Parità di genere e networking: due tematiche attuali, intorno alle quali si discute molto e che sono, almeno apparentemente, scollegate. Ad unirle nel suo lavoro quotidiano è l’associazione no-profit “Young Women Network”, nata con l’obiettivo di colmare alcune lacune esistenti in tema di opportunità lavorative per le giovani donne, attraverso la forza del networking.

«Oggi per fare carriera non basta essere laureati, ma bisogna possedere soft skills come gestire le relazioni complesse a lavoro e saper vendere i propri talenti» sostiene infatti Martina Rogato, presidentessa di Young Women Network intervenuta anche al TEDxCatania.  Calabrese di origine, si è trasferita prima a Roma e poi a Milano dove si occupa di consulenza per aziende e organizzazioni in tema di sostenibilità e Corporate Social Responbility. Come aiutare dunque le giovani donne a farsi strada nel complesso, e a volte ostile, mondo del lavoro? Abbiamo tentato di capirne di più in una chiacchierata con lei.

 La cronaca e i dati dimostrano che siamo ancora lontani dal garantire una reale parità di genere alle donne. Quale credi sia la situazione in Italia e cosa si può fare per eliminare le disparità?
«Sicuramente in Italia c’è un oggettivo problema di disparità di genere, che è endemico e culturale. Si tratta di mancata parità sia economica e che lavorativa, intesa da un lato come parità di trattamento, dall’altra come parità nelle occasioni alle quali si può accedere. A mio parere al momento siamo un po’ troppo focalizzati sul tema delle donne in posizioni apicali. La legge sulle “quote rosa”, ad esempio, è una misura che riguarda solo donne senior, sia in termini di età che di carriera. L’Italia è formata da donne che fanno lavori di ogni genere, bisogna dunque prendere delle misure che riguardino le donne a tutti i livelli di carriera».

Marina Rogato

Da meridionale che vive al Nord, come cambiano le opportunità offerte ad una giovane donna da un’estremità all’altra del Paese?
«Purtroppo, non posso che constatare che il divario Nord-Sud è presente anche su queste tematiche: tra i piccoli centri del Sud Italia e le grandi città del Nord c’è ancora un forte squilibrio. Non è una questione di università, di quelle ce n’è di validissime anche al Sud, ma opportunità di formazione “soft”. Oggi per fare carriera non basta essere laureati, ma bisogna saper gestire le relazioni complesse a lavoro, sapersi vendere con il personal branding online ecc., tutte competenze che all’Università non si insegnano e si acquisiscono o per conto proprio o attraverso dei corsi. In questo senso, anche se l’offerta in città come Roma o Milano è maggiore, Catania mostra segni di vitalità, diversamente da altre città siciliane e del sud Italia».

 Cos’è Young Women Network e com’è nata?
«Young Women Network non è un’azienda ma un’associazione di volontariato di cui ci occupiamo nel tempo libero. Siamo cinque ragazze che si sono ritrovate a Milano e deciso di correggere il controsenso che avvertivamo nel mondo del lavoro: da un lato, per fare carriera bisogna avere delle competenze soft ma, dall’altro, per acquisirle bisogna essere già agli apici della propria carriera, oppure essere ricchi e investire su corsi costosi. Ci siamo sono rese conto che non esisteva ancora in Italia una realtà che permettesse di fare networking per la fascia d’età che va dai 20 ai 30 anni e ci siamo rimboccate le maniche. Abbiamo lanciato il programma Inspiring Mentoring che avvicina figure professionali senior alle nostre giovani, facendo sì che ogni associata possa partecipare alla selezione e avere un mentore con almeno 15 anni di esperienza che gli dia consigli di carriera e con il quale sentirsi almeno una volta al mese per sei mesi. Abbiamo creato questo programma perché è difficile che una figura senior, senza interessi di parte, possa dare dei consigli.  Volevamo creare un’occasione di confronto intergenerazionale».

Cos’è dunque il networking e perché può essere la marcia in più per le giovani donne che si affacciano al mondo del lavoro?
«Network significa conoscere una rete di professionisti diversi e ad ognuno di loro aver lasciato una traccia positiva della propria competenza. Fare networking significa dare senza pretese, mettersi a disposizione dimenticandosene completamente, scambiarsi consigli e esperienze. È molto importante fare networking fra colleghi, soprattutto nelle nuove professioni in cui bisogna aggiornarsi di continuo. Oggi sembra che non basti più niente, la laurea, il master, il corso. Credo che il networking si stia diffondendo quasi per necessità. Un esempio? Spesso le aziende non pubblicano le posizioni di lavoro aperte, ma utilizzano il passa-parola. Quindi anche qui il network è l’unica soluzione per accedere a una posizione. Se non hai una rete che ti aiuta e che ti faccia da “campanello”, c’è il rischio di non accedere ad informazioni importanti per sopravvivere nel mercato».

Visto che si parla di mentor e figure con cui scambiarsi consigli e visioni, puoi dare il tuo personale consiglio alle giovani donne che vogliono crescere e raggiungere i propri obiettivi di vita e lavoro?
«Il primo consiglio che posso dare è quello di pensare con la propria testa e non lasciarsi influenzare dagli altri. Bisogna studiare, leggere e avere dei momenti in cui si sta da soli. Nessuno meglio di voi sa cosa è giusto fare. Altra cosa importante è investire sempre in formazione. Siate curiosi, alimentate il vostro cervello. Infine, siate consapevoli del fatto che non esistono percorsi precostituiti o strade altrui da emulare. Ognuno ha il suo personale cammino e se sentite che la pancia vi dice una cosa che è fuori dagli schemi, purché sia lecita, fatela comunque. Non abbiate paura».

 

 

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