Oggi più che mai abusiamo della parola «crisi». Crisi economica, sanitaria, dell’informazione, ambientale: sono tutte espressioni che rimandano al peggioramento di una situazione, ma lo fanno – ed è questo il punto – perpetuando una narrazione esclusivamente pessimistica della realtà. Come invece ci dice l’origine greca, si tratta di un termine neutro che suggerisce un atto di riflessione. «Le crisi possono stimolare nuove soluzioni e trasformare una situazione disastrosa in un successo. È quello che dobbiamo fare adesso». La pensa così il sociologo Derrick de Kerckhove intervenuto al webinar “Reset con Covid: Informazione, Ambiente, Pandemia, Pregiudizi”, tenutosi giovedì scorso in occasione del XII Premio “Nostalgia di Futuro – Giovanni Giovannini” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia/Media Duemila. Come sottolineato dalla direttrice di Media Duemila Maria Pia Rossignaud, l’evento è stato un’occasione per riflettere – sul solco del lascito di Giovannini, giornalista e storico presidente della FIEG – sull’importanza di fare sistema a partire da un approccio che non abbia paura di essere rivoluzionario. Che non abbia paura di pigiare il tasto “reset”.

RESETTIAMOCI. «La parola reset non è una novità – ha esordito de Kerckhove –. Ne aveva già parlato nel 2010 Richard Florida in The Great Reset in risposta alla crisi economica dei subprime. È il concetto definito da McLuhan breakdown as breakthrough, cioè il crollo come svolta». Un crollo che oggi è ravvisabile in ogni ambito della nostra società. «Dal 2016 – ha aggiunto – è iniziato un furioso assalto alla verità, alla scienza, al buon senso. La ricerca di significato ha cessato di essere indispensabile. Lo dimostra la relazione tra pandemia e infodemia, cioè il diluvio di notizie false che si è abbattuto sull’emergenza. Da un lato negazionismo e cospirazionismo causano un peggioramento della pandemia, dall’altro l’infodemia è alimentata dalla natura imprevedibile e ansiogena del virus». Le fratture del presente non mostrano soltanto quanto siano collegate informazione e pandemia, ma anche quanto questi elementi si intreccino con le questioni ambientali e i pregiudizi di genere. Non è un caso, secondo il sociologo, che i paesi con una più efficace resistenza alla pandemia abbiano donne al potere, come Danimarca, Nuova Zelanda e Taiwan. «È chiaro ormai che possiamo risollevarci soltanto costruendo società gender equal e rispettose del Pianeta. È il momento di ricominciare, di resettarci». Ma in che modo?

«CHANGE THE GROUND». «Non si tratta di prendere il controllo globale dall’alto verso il basso – ha spiegato il sociologo canadese –. Con i miei studenti del Politecnico di Milano abbiamo un’altra idea di reset. Né persuasione né coercizione: per cambiare l’atteggiamento delle persone bisogna cambiare il terreno, cioè la base delle loro aspettative e abitudini a partire dalle percezioni». Un esempio? «Potremmo unire i dicasteri di Ambiente e Salute. Come tutelare, infatti, la salute dei cittadini senza un ambiente integro? Questa scelta incoraggerebbe gli italiani ad approcciare in modo diverso le priorità, che è proprio ciò di cui abbiamo bisogno per uscire dal tunnel. Ci riprenderemo?». Se de Kerckhove ha lasciato aperta la domanda, gli interventi dei suoi studenti hanno impresso all’incontro una virata decisamente ottimistica.  

I PROGETTI DEI GIOVANI DEL POLIMI. Dalla pavimentazione di un parco che trasforma ogni passo in un watt di corrente elettrica; alla catena di negozi di vestiti di seconda mano con annessi “fab lab” per la sistemazione dei capi; passando per la diffusione di tetti verdi su palazzi pubblici da rendere appetibili con l’app Leafie attraverso un sistema di monete virtuali che si guadagnano trascorrendo del tempo a respirare aria pulita sui tetti e si spendono acquistando i prodotti organici lì coltivati. Sono solo alcune delle idee entusiasmanti illustrate da Beatrice, Luca, Federico, Isabella, Massimiliano, Martina, Camilla e Silva, studenti del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. «La nostra situazione è simile a quella di Icaro – hanno commentato –: secondo il mito, il padre di Icaro gli costruisce delle ali di cera con un’unica limitazione, di non avvicinarsi al sole perché avrebbe sciolto le sue ali. Ma Icaro sfida la relazione tra uomo, innovazione e natura, così precipita. Le ali di cera rappresentano l’applicazione dell’intelligenza umana per l’innalzamento della propria condizione. Possiamo fare grandi cose, a patto di smettere di considerare disgiunte le nostre esigenze da quelle dell’ambiente. Il progresso è uno strumento che se usato male ci fa precipitare ma se usato bene può farci volare in alto. Speriamo di farlo con i nostri progetti».


L’EVENTO

Dopo i saluti del presidente di Osservatorio TuttiMedia Franco Siddi e della direttrice di Media Duemila Maria Pia Rossignaud, sono intervenuti: Elena Bonetti (Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia), Andrea Martella (sottosegretario all’Editoria), Sandra Zampa (Sottosegretario alla Salute), Derrick de Kerckhove (sociologo belga naturalizzato canadese), Enrico Bellini (Public Policy Manager Google), Andrea Riffeser Monti (Presidente FIEG – Federazione Italiana Editori Giornali), Alberto Dal Sasso (Presidente IAA Italy Chapter), Roberto Ferrari (Head of Digital Communication Strategy Eni), Karina Laterza (Presidente Commissione Pari Opportunità RAI), Raffaele Lorusso (Segretario Generale FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana), Maria Eleanora Lucchin (Direttore Documentazione e Analisi Istituzionale Mediaset), Angelo Mazzetti (Head of Public Policy – Italy, Greece, Malta and Cyprus Facebook), Vittorio Meloni (Direttore Generale UPA – Utenti Pubblicità Associati), Giovanna Maggioni  (Presidente AudiOutdoor), Antonio Sassano (Presidente FUB – Fondazione Ugo Bordoni), Giampiero Gramaglia (direttore dei Corsi della Scuola di Giornalismo di Urbino).

I vincitori della XII edizione del premio “Nostalgia di Futuro – Giovanni Giovannini”

Simona Sala (prima donna direttrice del Gr Rai), Antonio Parenti (direttore ufficio rappresentanza Commissione europea a Roma), Agnese Pini (prima direttrice de La Nazione), Francesco Vecchi (Canale 5), Isabella Splendore (prima dirigente al femminile della FIEG), Erika Mandraffino (direttore comunicazione esterna Eni) e Isa Maggi (coordinatrice degli Stati generali delle Donne). Nella sezione Giovani, riconoscimenti sono andati a Maddalena Esteri, junior project manager a Edizioni Olivares per il logo “Donna è innovazione” e a Pietro Crimaldi, Eleonora De Santis e Luca Nesticò per gli articoli su “Donna è innovazione” sul canale omonimo di Media Duemila. Menzione speciale agli studenti del Liceo Pitagora di Torre Annunziata (NA), per la realizzazione di un video contro la violenza.

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