Nato negli anni trenta negli Stati Uniti, il metodo per curare l’anima attraverso la lettura arriva anche in Sicilia grazie all’iniziativa dell’assistente di volo, linguista e scrittore Cono Cinquemani

 Dal triage per individuare il codice d’urgenza più adatto al camice indossato da chi prescrive un romanzo di Jane Austen e Virginia Woolf per ritrovare la giusta connessione tra anima e mente. E poi farmaci e pillole che hanno un solo odore: quello di un libro. Sono queste le “porte di ingresso” del Pronto Soccorso Letterario, Book Emergency Room, un progetto ideato e realizzato da Cono Cinquemani, 38 anni, linguista, scrittore e assistente di volo, che circa un anno fa decide di “cambiare rotta” e diffondere anche Catania un nuovo modo di percepire i libri e la letteratura. Come? Creando un presidio cultuale innovativo che sfrutta i principi della libroterapia.

«Tutto nasce dopo aver letto The Novel Cure – spiega Cinquemani – un libro scritto dalle autrici inglesi Ella Berthoud e Susan Elderkin, adattato per l’Italia da Fabio Stassi, che fornisce ricette a base di libri contro alcuni malanni e richiama la pratica della libroterapia». Si tratta di un metodo del tutto rivoluzionario, diffuso intorno agli anni ‘30 prima negli Stati Uniti e poi in Europa, secondo cui attraverso la lettura di un testo e la sua condivisione con un terapeuta specializzato, chiamato appunto libroterapeuta, il paziente viene trasportato in un’altra dimensione, un altro luogo, dove conoscersi, guardarsi dentro e cercare risposte attraverso la storia dei personaggi.

Un approccio ludico-ricreativo per generare benessere. «Il Pronto Soccorso Letterario – aggiunge Cinquemani – utilizza un approccio più ludico-ricreativo, anche se la finalità è comunque quella di generare benessere. Durante i vari presidi, insieme ai miei collaboratori, ci vestiamo da medici con tanto di camice bianco e stetoscopio, creando un’atmosfera divertente senza però perdere la nostra missione». Che è quella di svelare il godimento profondo che offrono i libri e che se saputi veicolare riescono a ricongiungere il lettore con se stesso. «Il libro è uno specchio – continua l’ideatore del progetto – ci pone davanti ai nostri timori, angosce e paure. Ci accompagna alla riflessione, alla meditazione, ma siamo noi a decidere i tempi e l’intensità dei nostri pensieri. E nell’era digitale, dove ognuno di noi sente il bisogno ricevere approvazione tramite like, il libro è l’unico strumento che ci fa sentire meno soli. Ci ricorda chi siamo e chi potremmo diventare».

Da Buenos Aires a Tokyo, da San Paolo a Catania, lo staff del Pronto Soccorso Letterario, formato dalle psicoterapeute Alessia Sciuto e Alessandra Leucata, dalle consulenti editoriali Agata Squillaci e Diana Anastasi e dall’addetta stampa e social media manager Sara Adorno, organizza presidi in diverse capitali del mondo. «Durante gli eventi – aggiunge Cinquemani – i pazienti ricevono delle provette che contengono degli incipit o alcune citazioni tratte dai libri. Con il romanzo Robinson Crusoe di Daniel Defoe, e con il suo riferimento al naufragio, esploriamo per esempio la dimensione del pessimismo e come approcciarsi alla vita in maniera diversa. Nella tragicità delle avventure il protagonista del libro supera, infatti, alcuni momenti difficili concentrandosi solo sugli aspetti positivi. Insomma, è un guardare al bicchiere mezzo pieno».

Ricette a base di libri. Terapia di gruppo, ma non solo. Nei vari presidi il paziente riceve anche consulenze dirette con il libroterapeuta. «Per le nostre terapie usiamo delle vere e proprie ricette, come quelle rosse prescritte dal medico di famiglia. Individuiamo il codice d’urgenza, diagnostichiamo la patologia e scegliamo il libro più adatto per la cura senza fare però un’analisi psicoterapeutica a tutti gli effetti. È un po’ come quando regaliamo un romanzo ad un amico e prima di acquistarlo cerchiamo di capire il suo stato d’animo e cosa potrebbe aiutarlo», confessa Cinquemani.

«Non garantiamo la guarigione dai disturbi gravi – prosegue -. Questo va detto e sottolineato, ma molte persone dopo aver assistito ai nostri presidi, si sono avvicinate alla psicoanalisi perché hanno capito di aver bisogno di un supporto medico. I libri giovano anche a questo: aiutano a metabolizzare e comprendere le nostre necessità. Per questo possono salvarci la vita».

Nuove sfide e progetti futuri. Scuole, piazze e librerie. Cono Cinquemani ha le idee chiare sulle nuove sfide da affrontare con il suo 118. «Vogliamo parlare di bullismo, cyberbullismo e anoressia nelle scuole attraverso i libri, perché utilizzano un codice leggero ed più facile arrivare ai bambini. Questo potrebbe accendere tanti campanellini d’allarme, che naturalmente dovranno essere affrontati con il supporto di psicologi ed educatori». Ma non solo. Approdare nelle piazze con vere e proprie autombulanze per dare l’idea di ospedale da campo e fare rete sono i prossimi step del Pronto Soccorso Letterario. «Ci piacerebbe collaborare con gli altri librai ed editori – conclude Cinquemani -. Tutti dovranno indossare il camice bianco e prescrivere ricette. E curare, curare l’anima attraverso i libri».

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