Religione o esoterismo: cosa prevale maggiormente a Catania? Un turista che si trovi a passeggiare per le vie del centro storico, potrebbe imbattersi, con molta facilità, in una particolare fontana situata al centro di Piazza Cavour, comunemente detta “Piazza Borgo”. Senza una valida guida turistica l’ignaro viandante potrebbe apprendere le più svariate teorie e leggende legate alla statua che sovrasta il dispositivo architettonico. Non tutti i Catanesi sanno, infatti, che la scultura dall’aspetto femminile che sta a guardia del “Borgo” non è una raffigurazione di un personaggio legato alla cultura cristiana, bensì l’effige della dea romana Cerere. La cosa sorprende ancor di più se si considera che la chiesa che si affaccia sulla piazza è dedicata alla Santa concittadina vergine e martire. A questo punto, le domande si moltiplicano. Come può una città come Catania, intimamente legata al culto di Sant’Agata, aver cercato la protezione di una divinità pagana?

LA DIVINA CERERE. La tradizione degli antichi padri latini, ci ha consegnato un bagaglio culturale fortemente connesso con una dimensione politeistica del sacro. Sappiamo, infatti, che ad ogni divinità apparteneva il dominio su una ben precisa porzione del reale e, più in generale, su un elemento della natura. Il culto di Cerere si ricollega a tale contesto religioso. La dea, ampiamente celebrata in Sicilia secondo quanto riportato dalle fonti, era considerata custode della fertilità e di conseguenza delle nascite e del buon andamento dei raccolti. Tutto ciò, evidentemente, ben si associa con la vocazione agricola del territorio. La raffigurazione di cui stiamo parlando è stata, tuttavia, realizzata in un periodo storico che è molto distante da quello in cui vissero le popolazioni dedite al paganesimo. L’opera scultorea risale, infatti, al 1757 e in origine la sua collocazione era differente da quella attuale: per circa cinquant’anni servì ad abbellire l’odierna Piazza Università, che all’epoca costituiva il cuore dell’impianto urbanistico catanese. Ma cosa spinse i cittadini a commissionare tale manufatto?

SUPERSTIZIONE E RELIGIONE. Intorno alla metà del XVIII Secolo tutta la Val di Noto fu investita da un’imponente carestia. Il Senato catanese, accogliendo le suppliche del popolo, decise di affidare le sorti della città ad un monumento che facesse convergere il favore della natura e della prosperità sul territorio circostante. Inspiegabilmente, la scelta cadde proprio sulla divinità pagana. Il fatto desta scalpore se si considera che la Sicilia era ed è particolarmente legata alla tradizione cristiana. A volte, però, la superstizione è più forte della fede e così Cerere fu preferita alla Santa concittadina Agata. La fortuna di quest’opera, comunque, durò poco perché agli inizi del XIX Secolo fu trasferita al “Borgo”, dove attualmente si trova. Il gesto può essere ritenuto un rifiuto da parte dei Catanesi. Bisogna, infatti, considerare che l’area dell’attuale Piazza Cavour fu edificata per ospitare gli sfollati a causa dell’eruzione del 1669, ed era quindi periferica. Oggi, il monumento non assume più la valenza propiziatoria che ne aveva caratterizzato la nascita. Lo smog del traffico urbano ne ha mutato anche le fattezze esteriori. Seppur spettatrice silenziosa la divina Cerere resta, comunque, testimone di un’epoca in cui religione ed esoterismo tendevano a confondersi. Ma domandiamoci: quanto la superstizione influisce ancora sulle nostre scelte?

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