Giovedì 11 ottobre Piazza del Parlamento e Palazzo Reale si trasformeranno nella quinta di una gigantesca opera d’arte collettiva con i ritratti di 250 siciliani per lanciare il messaggio che una cultura dell’inclusione è possibile. “Inside Out” è un progetto partito nel 2011 dalle banlieue parigine e dalla Palestina

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]R[/dropcap]estiamo umani» era la “firma” con cui Vittorio Arrigoni solitamente terminava i suoi reportage da quella Gaza sotto assedio nella quale avrebbe trovato la morte nell’aprile 2011, barbaramente assassinato da un gruppo salafita. «Restiamo umani» è anche il titolo della raccolta dei suoi reportage pubblicati nel 2009 per il Manifesto. Con il suo adagio, Vik, com’era soprannominato il giornalista, chiedeva di non perdere il contatto con la propria umanità e con il senso di giustizia che la battaglia per i diritti umani e per la libertà del popolo palestinese porta con sé. Voleva significare coerenza nel denunciare i crimini israeliani e nel compiere scelte magari difficili e scomode, per contrastare le contraddizioni che ogni giorno ci sono imposte dal mainstream delle politiche economiche ed estere occidentali. «Restiamo umani» significava anche restare in contatto con sé stessi, e non lasciarsi tramutare in abulici ed apatici esseri viventi, incapaci di ricordare le proprie aspirazioni e di credere nei propri desideri.
Per questi significati “restiamo umani” è diventato un messaggio di pace adottato da organizzazioni non governative come Medici Senza Frontiere, portato nei concerti rock da Roger Waters, trasformato in un titolo di canzone da Fedez, nella scritta su migliaia di magliette che hanno colorato di rosso le nostre città lo scorso luglio, perché rosso è il colore delle magliette che i genitori mettono addosso ai bambini quando si imbarcano sui barconi: serve a individuarli prima e meglio, in caso di naufragio.

Il francese JR ha installato cabine a Betlemme e Ramallah, dove le persone potevano farsi fotografare e stampare in bianco e nero le proprie immagini in enormi poster

Sulle orme del giornalista italiano, l’artista di strada francese JR, dopo aver colorato il muro di separazione tra Palestina e Israele con giganteschi ritratti di rabbini ghignanti, imam, israeliani e palestinesi, è tornato in Cisgiordania per lanciare il progetto “Inside Out – Restiamo umani” a livello globale. Ha installato cabine a Betlemme e Ramallah, dove le persone potevano farsi fotografare e stampare in bianco e nero le proprie immagini in enormi poster. «A tutti veniva chiesto di usare i ritratti fotografici in bianco e nero per scoprire, rivelare e condividere le storie e le immagini non raccontate di persone in tutto il mondo» spiega JR. «Semplicemente dicevamo alla gente: “Beh, hai queste cabine, possiamo realizzare i tuoi ritratti e usarli come più ti piace, decidi tu. Ci piaceva che i partecipanti credessero nel progetto e diventassero parte di esso». Così c’era chi sceglieva di scrivere “Free Palestine” sul proprio volto, oppure “I’m a refugee”, o ancora “Right to return”. Dall’insieme di questi volti veniva creato un enorme murale.

L’artista sta oggi portando in tour il progetto, che dal 2011 ha coinvolto 260.000 persone in 129 paesi

Il progetto “Inside Out” nel 2011 ha vinto il premio annuale TED. «Ciò che vediamo cambia chi siamo. Quando agiamo insieme, l’intera cosa è molto più della somma delle parti. Quindi spero che, insieme, creeremo qualcosa che il mondo ricorderà, e questo inizia adesso e dipende da te» ha commentato JR ricevendo il premio. E per raggiungere l’obiettivo, l’artista francese sta portando in tour il progetto. Che dal 2011 ha coinvolto 260.000 persone in 129 Paesi. Ispirando azioni di gruppo su temi come la speranza, la diversità, la violenza di genere, il cambiamento climatico, e viaggiando in tutto il mondo, dall’Ecuador al Nepal, dal Messico alle piazze di New York e Los Angeles, e poi anche in Italia, “Inside Out” è diventato oggi una piattaforma globale che permette alle persone di condividere le proprie storie e trasformare messaggi d’identità personale in pezzi di arte pubblica.

Giovedì 11 ottobre, Piazza del Parlamento e Palazzo Reale si trasformeranno nella quinta di una gigantesca opera d’arte collettiva

In questo viaggio cominciato dalle banlieue parigine e dalla Palestina otto anni fa, Palermo, città al centro del Mediterraneo, da sempre crocevia d’importanti flussi migratori, in partenza e in arrivo, diventa la meta ideale per l’installazione. Così giovedì 11 ottobre, Piazza del Parlamento e Palazzo Reale si trasformeranno nella quinta di una gigantesca opera d’arte collettiva: migliaia di facce per difendere la volontà di “restare umani”. I ritratti dei 250 palermitani che hanno partecipato alla sessione degli scatti, tutti rielaborati da JR, saranno esposti insieme a quelli delle precedenti edizioni italiane, in un’unica piazza e in uno scambio continuo dove la memoria si intreccia con il futuro per lanciare il messaggio che una cultura dell’inclusione è possibile e gettando le basi per una società basata sull’accoglienza e sull’integrazione.

Un racconto per immagini dell’Italia dei diritti e della rigenerazione culturale, in un momento di estrema emergenza, in una città che diventa sempre più punto di riferimento per l’integrazione e l’accoglienza. E ad accogliere, condividere e a sostenere il progetto si esibiranno numerosi artisti come Mario Venuti, Lello Analfino, Salvo Piparo, Doudou group, Eleonora Tomasino, Giorgia Meli, Egle Mazzamuto, Fabio Greco, Serena Cosentino, Sanam Ighani, Francesco Pusateri, Jerusa Barros, Othelloman, Secco Jones, Peppe Qbeta, Due t, Quattro, Giovanni Mattaliano, Simona Trentacoste, Puredata, Go-dratta, Manfredi Clemente.

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