Se il fumetto avvicina alla letteratura. Artibani: «Camilleri è entusiasta del nostro “Topalbano”»

Il topo più famoso del mondo torna per la terza volta in Sicilia al fianco del commissario Topalbano, pronto per una nuova avventura, scaturita dalla geniale penna dello sceneggiatore Francesco Artibani. «Il pubblico degli anni ’60 non temeva gli adattamenti dei grandi classici come la Divina Commedia, ma negli ultimi anni l’interesse è cresciuto di nuovo. Stiamo lavorando a grandi cose»

Cosa accade quando due protagonisti della cultura popolare come Topolino e il commissario Montalbano si incontrano in una terra atavica e misteriosa come la Sicilia? Su Topolino 3222 è stata pubblicata la storia “Topolino e la giara di Cariddi”, terzo episodio della saga di Topalbano e parte dell’ampio filone di parodie letterarie firmate Disney. Ma quali potenzialità nascondono queste parodie? Potrebbero divenire innovativi strumenti didattici? Affrontiamo la questione nell’intervista allo sceneggiatore di Topalbano Francesco Artibani.

LA GENESI DEL TOPO COMMISSARIO. «Per la realizzazione della prima storia, Topolino e la promessa del gatto – ha raccontato Artibani – ho incontrato Camilleri a Roma e insieme abbiamo discusso la trama e l’interpretazione disneyana del suo personaggio; l’avvio è stato quindi totalmente all’insegna della collaborazione ed è stata una delle esperienze più belle della mia carriera artistica. Per la stesura degli altri due episodi, lo scambio è avvenuto per posta elettronica, ma lo spirito di collaborazione non è mai venuto meno». Grande entusiasmo trapela dalle parole di Artibani, lo stesso che ha animato Camilleri alle prese con le avventure di Topalbano «Quando ho letto Topalbano disegnato – ha commentato il romanziere – mi sono emozionato tantissimo, è stato molto meglio del Nobel». La peculiarità di quest’adattamento è la creazione di un personaggio nuovo, che affianca il tradizionale Mickey Mouse: «È stata la redazione a proporre il personaggio di Topalbano, affidandomi poi la stesura della sceneggiatura, ovvero un riadattamento della trama e delle peculiarità del linguaggio di Camilleri per fumetti». Il personaggio del commissario Montalbano riscuote un grande successo in ogni sua declinazione ed è divenuto un fenomeno letterario e televisivo, celebre ben oltre i confini italiani. L’adattamento per fumetti ne è un’ulteriore conferma,«le prime due storie di Topalbano sono già state tradotte e distribuite in tanti paesi, dal Nord Europa al Brasile, luoghi precedentemente raggiunti dal romanzo e dalla fiction. Certo l’operazione di traduzione provoca la perdita della componente linguistica ma non sminuisce la notorietà del personaggio, che anzi mostra di non conoscere confini».

TANTI ILLUSTRATORI, MA UN SOLO TOPALBANO. L’ultima avventura di Topalbano prende vita grazie ai disegni dell’illustratore Paolo Mottura, ma lo sceneggiatore Artibani negli ultimi 4 anni ha lavorato allo stesso format con altri due abili fumettisti: Giorgio Cavazzano e Giampaolo Soldati. «Solitamente quando un personaggio in Topolino ha una sua identità, la realizzazione è affidata allo stesso disegnatore, per Topalbano è stato diverso. Cavazzano è il creatore della versione fumettistica del personaggio, una versione che si rifà a quella televisiva, rappresentando un commissario senza baffi, né capelli, con le sembianze dell’attore Zingaretti; i due artisti successivi chiaramente hanno ripreso quell’aspetto. Per me è costruttivo lavorare con fumettisti diversi perché scrivo la sceneggiatura tentando di tirar fuori il meglio da ogni artista. Mottura ad esempio oltre ad essere un ottimo disegnatore di personaggi disneyani, è anche un grande creatore di architetture e paesaggi, in quest’ultima sceneggiatura troverete quindi una diga, un cantiere, particolari paesaggistici che rendono alcune pagine grandi capolavori».

ADATTARE I CLASSICI. Francesco Artibani ha realizzato numerose parodie letterarie per la Disney , da Miseria e Nobiltà a Moby Dick, compiendo un lavoro di transcodificazione non privo di difficoltà. «Topolino è un settimanale rivolto alle famiglie, un pubblico che richiede storie umoristiche e avventurose. L’adattamento di romanzi come Moby Dick, che hanno una componete drammatica e violenta molto forte richiede la trasformazione degli elementi più cupi in scene buffe, senza per questo snaturare la dignità dell’opera originale o la forte identità dei personaggi Disney. La parodia è un rifacimento in tono leggero capace di narrare in maniera diversa il testo originale, spesso stimolando il lettore a fruire l’opera originale».

PARODIE E POTENZIALITÀ DIDATTICHE. Il fumetto potrebbe quindi diventare un ottimo intermediario tra le nuove generazioni e i grandi classici della letteratura, sebbene prospettive didattiche di questi tipo sembrino ancora molto distanti dai nostri orizzonti scolastici: «Nelle scuole di molti paesi europei il fumetto ha un valore pienamente riconosciuto, in Italia invece l’unico accenno di riconoscimento proviene da alcune antologie, le quali si limitano peraltro alla menzione dei grandi classici fino agli anni ’70». Eppure dagli anni ’70 ad oggi l’arte fumettistica è profondamente cambiata e con essa anche le parodie letterarie realizzate: «Il pubblico degli anni ’60 non temeva gli adattamenti dei grandi classici in fumetti come la Divina Commedia,che oggi sarebbero giudicati troppo ostici. Per questo motivo le parodie si sono sempre più incentrate sul cinema e sulla televisione sebbene negli ultimi 10 anni l’interesse si è di nuovo catalizzato intorno alla letteratura. Ci sono le parodie di Bruno Enna che si è occupato del filone gotico, prossimamente si lavorerà ad un romanzo delle sorelle Brontë, io sto collaborando con Paolo Mottura alla parodia del Mago di Oz. Bisogna avere meno paura di proporre testi complessi, se la parodia risulterà gradita i lettori di Topolino si avvicineranno ai grandi classici e questo deve essere uno degli obiettivi perseguiti dal settimanale».

LA SCIENZA ATTRAVERSO TOPOLINO. Ma il fumetto non è solo divulgatore di letteratura. Topolino è tiepidamente entrato nelle classi con i laboratori e con alcuni format che hanno un chiaro intento formativo, ad uno di questi collabora Artibani. «Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con Fausto Vitaliano. Le sceneggiature vengono realizzate sotto il severo controllo di scienziati e divulgatori scientifici, topi e papere sono infatti protagonisti di storie incentrate sulle principali teorie fisiche,geometriche e matematiche. Alle peripezie dei personaggi Disney seguono interviste e approfondimenti realizzati dagli studiosi che hanno collaborato alla stesura della sceneggiature, scritte in un linguaggio fruibile per l’ampio pubblico. Ad esempio, per la prima sceneggiatura realizzata ho collaborato con il fisico Carlo Rovelli, ideando una storia che avesse per tema la teoria della relatività e il suo scopritore, Einstein».

About Author /

Start typing and press Enter to search