Sicilian Playlist #112: il grazie a tutte le madri di Giuseppe Cucè
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“La mia dea” Giuseppe Cucè
«Il brano “La mia Dea” descrive il legame che ciascuno di noi ha con la propria madre, quel dono prezioso, la scintilla che ci dà la vita, il tramite meraviglioso che ci permette di fare il viaggio più bello», spiega l’autore. «La madre è anche amore incondizionato, anche quando non necessariamente ci ha portati nel suo grembo, come persona fisica può commettere tanti errori, ma sarà sempre e comunque la nostra fonte. La funzione materna non si esaurisce solo in un significato biologico e generativo, bensì ha un importante significato simbolico. La madre è colei che accompagna il bambino nel mondo e che gli rimanda il primo sguardo su di sé, importante nella costruzione del proprio senso di identità”». E il cantautore catanese aggiunge: «Spesso sottovalutiamo l’importanza del rapporto che abbiamo con nostra madre, quel legame senza il quale il nostro viaggio potrebbe risultare più difficoltoso, le nostre scelte e la costruzione della nostra identità sono il frutto di questo legame».
“A città jè china ri luci” Biagio Guerrera
Il debutto discografico del poeta catanese amato da Andrea Camilleri. “A prossima vita” s’intitola l’album in cui l’artista catanese recita e canta, canta e recita, come una sorta di Linton Kwesi Johnson siciliano. «Io registro i miei testi e mentre registro li canto, gli do un ritmo: nascono dalla voce e tornano alla voce». Un disco condiviso con coloro i quali hanno collaborato in questo percorso. «Il lavoro di songwriting con i Jacarànda mi ha portato a scrivere melodie, a dare una forma musicale alle mie poesie». Elettronica, percussioni e marranzano nella spigolosa “A città jè china ri luci”, nella quale “a sira iddu camina senza sapiri comu senza sapiri unni”. E dove “iddu” «è un bambino, ma un po’ sono io: a volte mi identifico con lui», confessa Guerrera.
“Artista dipendente” Giovani Telegrafisti
«I Giovani Telegrafisti sono ragazzi messinesi che della musica hanno una concezione alta. Non hanno fretta di arrivare, sentono l’urgenza della calma, quella che le nostre nonne possedevano e che gli permetteva di cucinare pietanze memorabili dopo aver sapientemente raccolto ingredienti, pentola adatta e aver cotto a fuoco lento. In un mondo che corre e “skippa”, i Giovani Telegrafisti si nutrono della loro unicità», scrive Tony Canto. «È stupefacente l’eleganza delle composizioni, un pop sapiente, a volte commovente ma sempre autoironico nel senso più serio del termine. Io amo i Giovani Telegrafisti e vado fiero della produzione artistica del loro disco d’esordio. A volte ascolto il loro album non per sentire il lavoro fatto, ma per il solo gusto di godere delle loro canzoni e del loro linguaggio». Il progetto Giovani Telegrafisti nasce nel 2019 ed è composto da Giacomo Allegra, Giuseppe Cammaroto, Simone Allegra e Marco Vinci. Nel 2022 viene pubblicato il primo album “La Mossa Kansas City” prodotto da Tony Canto, in cui diversi generi si fondono per dar vita a un pop cantautorale con influenze che spaziano dal country alla musica elettronica.
“TikTok” Grace Cambria
Scritto insieme a Gabriele Coco è il nuovo singolo dall’impronta urban della cantautrice siciliana. «Amo poter dire che questo pezzo è stato lavorato a otto mani, perché senza il tocco di ognuno di noi non sarebbe stato possibile ottenere il risultato finale. Per questo mi sento fiera di menzionare i miei produttori: Vittorio Conte, Massimo Sciannamea e Gabriele Coco», racconta Grace. Influenzata dal mondo arabo e con una forte presenza pop, mischiata a metriche rap, la cantautrice siciliana racconta di sé attraverso un linguaggio giovanile, pieno zeppo di termini stranieri. Insomma, le sue canzoni sono una miscela piuttosto ricca, contornata da un abbigliamento sportiva ma allo stesso tempo chic.
“Hoodboys” Don Pero
Nuovo singolo firmato Don Pero. Il brano rappresenta per l’artista siciliano classe ‘00 un altro tassello di un percorso artistico. Dopo una serie di singoli pubblicati negli ultimi due anni in cui si addentra nel racconto della propria storia – dall’inno di quartiere “Esse Erre (SR)” fino al più recente, “Baby Mama” – la narrazione di Don Pero si posiziona in bilico fra una vita complessa nella sua terra d’origine, il bisogno di guardarsi dentro e l’ambizione che lo ha spinto a trovare un’alternativa. Il nuovo singolo “Hoodboys” ruota proprio intorno a questo concetto ed è una traduzione delle immagini in parole di quello stesso ambiente aspro in cui l’artista ha vissuto con difficoltà, nel quale però ha sempre tenuto stretta la volontà di costruire un futuro con la musica, il mezzo per trovare una strada migliore. I ragazzi come Don Pero sono i “diamanti grezzi”, le “stelle in quartiere” di cui parla nel brano, persone che come lui sono creative e piene di risorse, ma che inevitabilmente hanno attorno un contesto soffocante che li porta spesso a dimenticare i propri sogni per cercare un modo per sopravvivere.
“Cresta dell’onda” Delvento
Nuovo singolo del cantautore e producer siciliano Delvento e brano finalista di Area Sanremo 2023. “Cresta dell’onda”, che segue i singoli “Miserere” (guarda videoclip) e “Fughe e dintorni” (guarda livesession) «è un brano nato dalla sperimentazione e dall’accostamento di suoni della chitarra acustica e di synth, con un sound tipico anni Novanta con sfumature vintage, ma tutto da ballare, che ho scritto e prodotto cercando di miscelare suoni». Il testo e la musica di “Cresta dell’onda” sono di Delvento.
“Losing My Mind” Mamu&co
Si chiama Marcello Musumeci, in arte Mamu, appellativo creato dalle lettere iniziali del suo nome e cognome. Cantante e musicista polistrumentista, nasce nel capoluogo etneo nel 1975, e per avvalorare il detto “nemo propheta in patria” a venti anni lascia la Sicilia per perfezionarsi e tentare di ritagliarsi fette importanti di pubblico di appassionati. Vengono notate le sue qualità in Svezia ove viene prescelto per fare la guest star d’apertura all’Audax Music Studio di Goteborg. Spazia con estrema disinvoltura dal reggae al pop, dal jazz al rock avendo sia riguardo per le contaminazioni folk che per quelle progressive. Torna in Sicilia nel 2018 e tra i suoi obietti vi è anche quello di dare concretezza a un progetto pensato da tempo che ha già un nome Mamu&Co.
“L’uomo nudo” Mapuche
Il cantautore catanese Enrico Lanza, al secolo Mapuche, entra di forza nella fitta schiera dei menestrelli incazzati. “L’uomo nudo” è il suo disco ruspante uscito dieci anni fa. Voce devastante e impegnata, la band accompagna il sentimiento nuevo dell’attuale razza umana padrona di un pianeta privo di valori indispensabili per il sano e logico vivere comune.
“Christmas song” Lina Gervasi
Lina Gervasi, virtuosa del theremin, attraverso il suo particolare strumento – il più antico strumento musicale elettronico conosciuto che non preveda il contatto fisico dell’esecutore con lo strumento – rivisita le più popolari canzoni natalizie.
“Pura ambra” Joe Barbieri e Mario Venuti
Prendendo in prestito l’aggettivo del titolo dell’album da cui è tratta l’esecuzione – “Maison Maravilha Viva” – un meraviglioso duetto fra due appassionati della musica sudamericana: il napoletano Joe Barbieri e il siciliano Mario Venuto. Momento davvero delizioso.