Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.

Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it

“Paura e pace” Ivan Segreto

Ivan Segreto nel suo nuovo lavoro ci conduce alla riscoperta della pace: una dimensione personale, intima, prima che politica, e che ha come condizione il perdonare, il perdonarsi. Con una ballata dolcissima ci aiuta a entrare in uno spazio di riflessione e meditazione, illumina il cuore e la mente, stimola tutti i sensi con il chiarore del bianco, il sapore del sale, il calore del fuoco; ci aiuta a comprendere che noi stessi possiamo scegliere tra la pace e la paura, tra la pace e la guerra. La pace non esiste se non esistiamo in pace. «Sembra quasi che le guerre del nostro quotidiano si siano manifestate in qualcosa di più vasto, ma il meccanismo è sempre lo stesso, cercare un nemico da affrontare, da sconfiggere, a cui dare la responsabilità delle nostre scelte», racconta Ivan. «Il brano parla di un possibile antidoto che mi ha aiutato a disinnescare la mia sofferenza, non parla di nemici, non parla di alleanze, ma di ascolto e dialogo. “Paura e Pace” è un dialogo con me stesso, attraverso il quale ho provato a guardare con sincerità le mie difficoltà».

“Un posto unni durmiri” Niura

Il singolo d’esordio di Niura per l’etichetta catanese TheKidsAreAlright e sotto la produzione artistica di Daniele Grasso parla del bisogno di trovare una dimensione in cui rifugiarsi per sentirsi al riparo dalle “piogge” che la vita può palesarci. Un luogo fisico o metafisico, un luogo ideale – una persona, la famiglia, ma anche un’idea o una fantasia – che ci faccia ritrovare il nostro equilibrio interrotto. Niura è il progetto musicale che racconta la terra, il sudore, i racconti e la vita; così come le sue origini, dalle pendici della Mamma Etna. Un progetto che trasuda folk contaminato dalle sue origini mediterranee. Una cantata in lingua siciliana, pronta a colpire gli ascoltatori per le sue forme ruvide, dirette, popolari e chiare.

“Orbita” Angelo Sicurella

Dopo “Città deserte”, esce il secondo singolo di Angelo Sicurella che anticipa “Cigni”, il nuovo album in uscita il 13 aprile. “Orbita” è una ballata d’amore costruita su un cantato melodico e un’armonia semplice suonata da un organo. Le sonorità dream pop rimandano a quelle della band statunitense Beach House, l’andamento della musica è etereo, nostalgico e romantico, mentre nel testo emerge il timore di non ritrovarsi più, «mi ricorderò di te, o no?» e il sopraggiungere della fine di un mondo, di una dimensione: «La luna gocciola, sorride e sanguina e sparisce tutta la città». Ad accompagnare l’uscita del brano le immagini di Luca Lucchesi, regista siciliano che con il suo ultimo lavoro, il pluripremiato documentario “A Black Jesus” prodotto da Wim Wenders, ha raccontato la sua comunità e il fenomeno migratorio.

“Luntanu” Giovanni Caccamo

Giovanni Caccamo firma, insieme a Leonardo Milani, la colonna sonora di “Stranizza d’amuri” il nuovo film di Giuseppe Fiorello. «Comporre la colonna sonora originale di questo film è stato particolarmente emozionante. Abbiamo lavorato con delicatezza ed empatia al fianco di Giuseppe, in un rapporto di preziosa sintonia al servizio delle immagini e della storia stessa. L’autenticità e la cura delle riprese, la delicatezza delle interpretazioni ci hanno commosso profondamente consegnandoci fin dall’inizio la giusta chiave di lettura musicale», dicono Caccamo e Milani a proposito della scrittura dei brani, in cui si mescolano elementi classici e moderni. Tra le tracce questa canzone inedita, cucita sulla storia di Gianni e Nino, i protagonisti della trama ispirata da un fatto realmente accaduto, che gli autori commentano così:«”Luntanu” è una carezza a cuore aperto, una nenia siciliana, una danza embrionale che galleggia tra sperimentazione e tradizione cullandosi su un testo sussurrato, poetico, nudo; visione onirica dei due protagonisti».

“Things I don’t say” The Joshua Thriller band

«Produciamo, inventiamo, scommettiamo su noi stessi. Joshua Thriller possiede questo spirito», questo lo statement della band che descrive così il primo EP Milkshake. «Un EP che descrive una dura realtà, la critica ad una società ormai al tramonto e la voglia di non lasciarsi sopraffare da questa». Inizio esplosivo con Mr. Granny Lover e Waiting, due brani che la band definisce di «concettuale voyeurismo» e che spaziano dal funk allo psichedelico, emozioni intime, sensazioni flussocoscienti e voglia di rock and roll. Si prosegue con Cloud on the water, un funk rock le cui sonorità ricordano la produzione di Mark Ronson. Things I don’t say è l’episodio più intimo dell’opera, con la voce sensuale e sussurrata della cantautrice catanese Elektra Nicotra, autrice di testo e musica. L’album si chiude con la beatlesiana It’s only up to you, un invito alla consapevolezza con una rilettura tangibile della filosofia tolteca. La scelta della lingua inglese per i testi, ormai sempre più diffusa nel panorama indie e non della musica italiana, è mirata: «Scriviamo in inglese perché cerchiamo di arrivare ad un pubblico sempre più vasto. Siamo italiani solo anagraficamente. La musica che suoniamo è dichiaratamente angloamericana. Amiamo la nostra terra, ma devi prendere delle decisioni». La Joshua Thriller Band è formata da: Giorgio Indaco (batteria, basso, chitarra, synth, cori), Federico Romeo (voce), Walter Russo (chitarra solista), Alessio Gentile (basso), Elektra Nicotra (voce, chitarra), Giuseppe Minutolo (chitarra solista in Mr. Granny Lover).

“Imp” Mario Bajardi feat. Sofia Giusto

Nuovo singolo del compositore, violinista e sound designer palermitano Mario Bajardi. Il titolo deriva dal termine inglese antico “impe” o “impa”, che significa letteralmente “germoglio” o “innesto”, e si riferisce all’idea di “nascita”, un concetto che il regista Pietro Graffeo esprime nel videoclip del brano. «In questo progetto ho messo in scena un immaginario vagamente gotico e fantasy», racconta il regista Pietro Graffeo. «Sia io sia Mario apprezziamo l’estetica di Björk, dunque è stata subito una delle prime reference, soprattutto per quanto concerne gli abiti delle Imp. Inoltre, mi sono legato al verso “I’m falling from the moon” della canzone: riascoltando, mi sono messo in testa che per me era finalmente giunto il momento di ricreare un ambiente alieno, una sorta di luna che è poi la casa stessa di queste Imp. Sicuramente l’idea è stata quella di realizzare un videoclip narrativo e con un impianto cinematografico. Tra le tecniche usate all’interno del video, ce n’è una che mi diverte condividere che già anni fa “appresi” da Daniele Ciprì, ossia l’uso della vaselina spalmata con un pennello su un filtro neutro, posto ovviamente dinanzi l’obiettivo, affinché l’immagine risulti più morbida, la luce delle candele si riflettesse in modo più interessante e, in generale, per richiamare un’estetica passata, appartenente ad un cinema primonovecentesco, e così farla dialogare con l’oggi”.

“The Blue Frontier” Long Hair In Three Stages

I Long Hair In Three Stages sono un piccolo segreto che circola a via di tam-tam tra una piccola cerchia di appassionati e addetti ai lavori. Difficilmente incasellabili, i brani della band ondeggiano tra melodie che non diventano quasi mai veri ritornelli, e fragori che non si compiacciono di diventare sperimentazione fine a sé stessa. Sin dai primi passi la band trae spunto dalle eredità post-punk, wave, noise rock e post-hardcore coltivando quei suoni chitarristici per un futuro prossimo di là da venire. 

“Ciuscia” Tamuna

Nati e cresciuti nel cuore di Palermo, nel triangolo formato dai quartieri della Kalsa, Zisa e Noce, la band trae l’humus delle proprie canzoni dal groviglio di suoni e colori che caratterizzano la tradizione siciliana, ma strizza l’occhio alla black music, il rock il reggae e il pop. Proprio con l’intento di creare un ponte significativo tra questi estremi, la band ha scelto di abitare per diverso tempo a Londra dove ha realizzato alcuni brani con la co-produzione della band Gypsy Hill, l’etichetta londinese indipendente Batov Records e Riccardo Piparo (Palermo) presentati in anteprima assoluta al concerto del 19 maggio al Teatro Biondo di Palermo. “Ciuscia”, il primo singolo e video ufficiale realizzato dalla band, è stato poi proposto per il Contest Edison Change The Music, dove la band si è aggiudicata il primo posto, conquistando la giuria composta da Piero Pelù, Boosta dei Subsonica e Franco Mussida della PFM. Questo successo li ha portati ad esibirsi a Londra, al Dingwalls Club di Camden Town con i Modena City Ramblers.

“Open letters” Red Apple 4et

Il Red Apple 4et nasce dalla felice unione di due musicisti di base siracusana – Rino Cirinnà al sax soprano e tenore e Santi Romano al basso e contrabbasso – con due musicisti di radice italiana e francesi d’adozione, il chitarrista Vittorio Silvestri e il batterista italo-americano Michael Santanastasio. Il progetto nasce per la realizzazione di una produzione discografica intitolata Open Letters. Sei composizioni originali e una cover danno vita ad un umore musicale che rappresenta fedelmente le esperienze individuali dei musicisti. Musicisti che vantano molteplici esperienze stilistiche e una formazione Internazionale. Open Letters dà vita ad un percorso musicale vario negli stili e nelle atmosfere, una musica che fonde insieme la cultura classica e moderna del Novecento.

“L’Oracolo di Delfi” Giuni Russo

Sono passati quaranta’anni dall’uscita dell’album “Vox”, interpretato da una delle voci più iconiche ed indimenticabili della musica italiana. Viene adesso pubblicata una nuova edizione viene ripubblicata su cd ed ellepì. L’artwork è arricchito da numerose foto inedite e l’audio è completamente rimasterizzato. Un disco di valore, fortemente voluto dai numerosi fans della cantante che ne hanno caldeggiato la ripubblicazione. La voce di Giuni tocca tutte le corde dell’anima facendo perdere l’ascoltatore nei suoi celebri virtuosismi vocali. Una curiosità: la canzone “L’oracolo di Delfi” porta la firma del giornalista Mario Luzzatto Fegiz che compare con lo pseudonimo di Faffner.

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