Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.

Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it

“Napoli-Bahia” Mario Venuti

È il singolo che anticipa il nuovo progetto discografico in uscita in autunno. È composto da Mario Venuti e scritto dallo stesso Venuti insieme a Kaballà, mentre le barre rap sono del rapper napoletano Lucariello. La produzione artistica è a cura di Tony Canto. «Due città distanti ma unite dal destino di essere città simbolo», afferma Mario Venuti. «Entrambe sono il marchio di un’identità nazionale, hanno espresso i codici culturali riconosciuti nel mondo e che identificano Italia e Brasile. La musica, la religiosità, la passione calcistica, un popolo allegro e dolente. Due città ricche di bellezza e contraddizioni. In questo gioco tra due mondi ho voluto con me Lucariello che rappa in napoletano stretto, Fabiana Martone voce dei Nu Genea e il percussionista cantante bahiano Neney Santos, per un viaggio ideale tra due culture». Il brano con un sound e un ritmo travolgenti trasporta chi lo ascolta dall’altra parte dell’Oceano ma, allo stesso tempo, anche nel capoluogo campano, in un incrocio di culture – quella brasiliana e quella partenopea – che hanno in comune l’intensità del vivere, la passione, una rotta che inevitabilmente parte e arriva dal mare. Il racconto di un sogno che è un inno alla jeu de vivre dove Maradona e Pelè possono giocare insieme e dove la musica è parte integrante della quotidianità di tutti.

“L’alieno” Luca Madonia

Esce come singolo il brano che l’ex Denovo presentò al Festival di Sanremo in coppia con Franco Battiato. Questa è la versione acustica estratta dall’album “Stiamo tutti ben calmi” e, come scrive l’autore sui social, «è un omaggio a Franco Battiato, amico per sempre!».

“Fragile equilibrio” Giuseppe Cucè

Terzo e ultimo capitolo di una trilogia che ha per filo conduttore “il viaggio”. Questo racconta un viaggio interiore, una riflessione profonda su come affrontiamo il disagio. «Il disagio di crescere, invecchiare, di guardarsi allo specchio e non riconoscersi, perché non hai più vent’anni, non più trenta, quaranta … le responsabilità cambiano, aumentano, la vita stessa si trasforma attorno a te, nonostante tu sei rimasto intrappolato nell’angolo più remoto del tuo io, uguale alla visione e alla percezione migliore che hai di te stesso. Il mio magico equilibrio è semplicemente accogliere tutte le mie fragilità e goderne», spiega l’artista. «Il problema è che quanto più cerchiamo di tenere tutto sotto controllo, tanto più, quando ci rendiamo conto che questo non è possibile, ci sembra di perderlo, con le conseguenti emozioni di ansia, rabbia e frustrazione».

“Undeclinable Ways” Partinico Rose

La rock band ragusana Partinico Rose pubblic il secondo singolo estratto dall’album di prossima pubblicazione. Questa volta prevale il suono acustico e malinconico, caratterizzato da da chitarre eteree e un violoncello sognante. «Il testo parla dell’inevitabilità degli eventi ed è stato scritto durante il lockdown, quando tutti i giorni sembravano uguali». 

“La mia Africa” I Beddi & Ture Most

A un anno dall’uscita di “Sugnu latru”, I Beddi tornano con il loro inconfondibile unconventional folk. Sonorità che risultano sempre più contaminate, via via che i temi da trattare diventano universali. Cantano in italiano, francese, siculo. Perché, per narrare la vicenda del ragazzo morto nel Mediterraneo con una pagella cucita nella giacca, non basta un genere musicale né una sola lingua. «Il Mediterraneo, il nostro amato mare, è diventato un oceano di sofferenza, di disumanità. Nel nome di uno straziante realismo che non vogliamo più avallare, nemmeno con il nostro silenzio», spiega Davide Urso «Forse non saremo in grado di dare un nome a quel ragazzo partito con sogni, desideri e voglia di riscatto. Ma sicuramente possiamo dare dignità alla sua storia.». Ispirati dal lavoro del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università statale di Milano) e di altre istituzioni che lottano per restituire l’identità ai morti nel Mediterraneo, I Beddi insieme a Ture Most hanno provato a raccontare una storia. Una fra le tante. Ma che ha segnato le loro anime per sempre. Il singolo è pubblicato da Mhodì Music Company di Giuseppe Strazzeri e distribuito digitalmente da You Independent. Scritto con Ture Most (pseudonimo di Salvatore Mostaccio), autore dei versi rap, il testo è firmato da Davide Urso.

“Ciuri i limuni” Francesca Incudine

Si conclude con un canto di rinascita Voci fuori dal muro, il progetto di Francesca Incudine che ha visto finora l’uscita di tre singoli e che apre la strada a un nuovo lavoro in studio, la cui uscita è prevista nel 2024. Si tratterà del terzo disco dell’artista siciliana, che con il precedente, Tarakè, ha vinto la Targa Tenco 2018 per il miglior album in dialetto. Ciuri i limuni – accompagnato ad un video che porta la firma di Raffaele Pullara – profuma di primavera. “Profuma ora l’aria, profuma la strata…”, una strada della vita che talvolta si interrompe, si perde e si ritrova. Nomadi e monadi che nel cammino solitario su una via brulla, ma soleggiata dopo la pioggia, dove tutto può ancora e di nuovo accadere, si ritrovano avvolti dal profumo di un fiore prezioso, come la zagara di Sicilia, a ricordo di un aroma che sa riportare a casa, ma ancora più nel profondo, sa riportare a se stessi. E, talvolta, per ritrovarsi è necessario il sostegno dell’amore che dà senza chiedere, dell’amore che produce frutto anche su una pianta ormai perduta ma che torna ad essere viva grazie ad altre piante che, attraverso la pratica dell’innesto, la salvano. Centrale nel testo di questo brano proprio questa immagine (in siciliano innestare è ‘nzitari) “l’amuri nun passa, ti pigghia, t’abbrazza, ti veni a ‘nzitari ppi fari un ciuri i limuni…”. Il ritmo della canzone è l’incedere dei passi, del pensiero che compie mille cerchi come un sasso nell’acqua “tirasti ‘na petra ‘nta l’acqua funnuta, ristavu a taliari lu jocu a rutari”, del ricordo di ciò che è stato e del desiderio di ciò che sarà.

“Kukla Za” Unavantaluna

“Unavantaluna – Cumpagnia di Musica Siciliana” è un ensemble di musicisti uniti dalle comuni origini siciliane e dalla passione per le arti e le tradizioni popolari della loro terra. Carmelo Cacciola, Luca Centamore, Pietro Cernuto, Francesco Salvadore e Arnaldo Vacca sono i componenti del gruppo. A quasi vent’anni dal suo esordio e a dieci dall’ultimo lavoro in studio, la band di world-music isolana ritorna con l’album “Siculo”. Lo fa partendo dalla propria appartenenza e con le metafore più tipiche della propria cultura, approdando a una koiné musicale che si propone di essere universale: così dipingendo lo scenario onirico de “L’eco di Stromboli”, epico e straordinario come solo il mare delle Eolie può essere, o nella scrittura apparentemente di maniera di “Vurria Essiri”, squarciata da un urlo straziante di contemporanea consapevolezza; lo fa alternando l’intimismo e il dialogo interiore di “Scuta a Mia” e l’irruenza programmatica di “Cantu Siculu”, producendo immagini sapientemente variegate fra passato, presente e futuro, come in “Mi n’annai”, in “Kukla Za” o in “Senza Paroli”; declinando Eros e Thanatos come in “Stidda Disiata” e in “Oh Nici” (non per nulla unico brano tradizionale del disco); e infine ritorna alla radice della propria ispirazione identitaria, come in “Mia Pace”, un brano che è un paesaggio sonoro che sa di agrumeti che dolcemente raggiungono la costa.

“Over The Hill” NesimaPark

Carmelo Spadaro aka NesimaPark presenta il suo album d’esordio, intitolato Debonair. Le sonorità variano dal folk/blues all’alternative rock con l’utilizzo di chitarre fuzz, basso distorto e suoni ambientali. La voce, ora pulita ora graffiata, è caratterizzata da distorsioni, effetti ed ambienti creati da delay slapback associati a lunghi riverberi. I testi sono a volte storie di altri come in Red River Blues, altre sono ispirati dal vissuto personale, come Cold sky che parla della consapevolezza raggiunta dall’esperienza; altre volte ancora si ispirano, come in Over the hill, alle parole di altri, in questo caso John Martyn. Quest’ultimo insieme ad altri artisti come King Krule, Grant Lee Buffalo, All them Witches, ed anche Jeff Buckley sono di grande ispirazione per NesimaPark.

“Parole al vento” Mirko Bianca

Nuovo singolo del cantautore siracusano. Il brano, fresco ed orecchiabile, con delle sonorità che richiamano gli anni Ottanta e la musica disco, punta il dito contro chi giudica, critica e impone la propria e personale visione della vita agli altri. «Un inno alla libertà, un invito a vivere la vita come si vuole, come meglio si crede, seguendo il cuore e l’istinto, ignorando i pregiudizi e i preconcetti sociali. (omofobia, razzismo, ecc.)», spiega l’autore. Il video musicale è stato girato in varie zone del catanese e del messinese.

“Io non odio te” Brando Madonia

Come il padre Luca, che non ha mai voluto staccarsi dalla sua terra, anche Brando resta legato alla sua città, anche se in questo terzo singolo tratto dal nuovo album “Le conseguenze della notte” canta: “Catania è un buco nero e ogni strada ha la sua voce”. «Io resto innamorato della mia città, ma talvolta Catania ti risucchia come un buco nero, appunto, e subito dopo ti regala una emozione gigantesca. Sono i contrasti dei quali parlavo. Amo la mia città, la mia terra. Quando posso cerco di staccare per sentire la mancanza e tornare». Nel video della canzone lo si vede andare per la città vestito di bianco con le ali di un angelo e le frecce di Cupido: «All’inizio ero perplesso, poi ho visto che il risultato è divertente, ironico. Racconta di un rapporto conflittuale e di come sia sempre più difficile mantenere un equilibrio emotivo quando ci si confronta con gli altri, nella società e tra i singoli individui. Anche se non mi piace dare significati alle canzoni. Mi piacerebbe ascoltare le interpretazioni che danno gli ascoltatori, conoscere le loro sensazioni, i loro pareri».

“Fiore di primavera” Domenico Quaceci

Brano tratto dall’album di debutto “Ascendant”, nel quale il pianista e compositore siciliano si muove fra Giovanni Allegri e Ryiuchi Sakamoto, tra pop, classica e ambient. Prodotto da Denis Marino per l’etichetta discografica Musica Lavica Records, l’album è composto da 13 tracce, ognuna con una propria identità. All’interno di questo lavoro discografico sono presenti anche due collaborazioni speciali che contribuiscono ad arricchirlo ulteriormente in termini di spessore artistico: la prima con Lina Gervasi, virtuosa del theremin, strumento elettromagnetico e primo sintetizzatore della storia, la seconda con il francese Eliott Tordo all’erhu, strumento cinese ad arco. Altro valore aggiunto è il quintetto d’archi diretto dal M° Denis Marino che accompagna il pianoforte solista di Quaceci tra i vari brani.

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