Sicilian Playlist #26: cantare l’incertezza con Nicolò Carnesi, ritorna Davide Shorty
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“Consumati” Nicolò Carnesi
Nuovo singolo con il quale una tra le penne più ispirate della nuova scena cantautorale si avvicina al nuovo album. «La canzone è quel che sembra, una canzone sul dubbio; un dubbio sano che trae la sua origine dell’osservazione del mondo sociale così come di quello interiore, dubbio che chiede di essere sciolto per poter proseguire il cammino e costruire qualcosa su fondamenta solide», spiega il cantautore palermitano. (Redazione)
“Abbannia” Davide Shorty feat. Alessio Bondì e Roy Paci
Il riccioluto soulman palermitano, reduce da un fortunato Sanremo con la canzone “Regina”, completa il nuovo album “Fusion” dal respiro e dalla fattura internazionale. Un mix sorprendente che spazia dal nu-soul al jazz, dall’hip hop alla canzone d’autore, fino alla sperimentazione e alla musica popolare, come negli oltre sette minuti conclusivi dell’album con il suo collega palermitano Alessio Bondì e l’eclettico Roy Paci. (Redazione)
“Rocky Trail” Kings of Convenience
Torna il duo norvegese formato da Erlend Øye (ormai siracusano di adozione) e Eirik Glambæk Bøe. Alfieri del new acoustic movement, pionieri di una nuova ondata di musica intima ed acustica, fautori di un soft pop d’atmosfera per lenire l’anima (Billboard). Dopo 12 anni, pubblicano un nuovo singolo che dimostra come la band sappia ancora emozionare con i suoi testi e la sua musica. Le melodie acustiche sono accompagnate dal violino e dal caratteristico approccio a due voci della coppia, che crea un suono sottile, raffinato ed evocativo. Il brano è il primo estratto dal prossimo album “Peace or Love”, in uscita il 18 giugno e che verrà presentato con un tour italiano che partirà il 26 ottobre dal Teatro Metropolitan di Catania. (Redazione)
“Selfie in lockdown” Mario Incudine
«È il delirio di un uomo qualunque posto di fronte a sé stesso in un universo che ha perso l’epicentro» racconta Mario Incudine, parlando del nuovo brano. «È la fotografia di chi è alla continua ricerca della propria identità, provando a essere tutto e il contrario di tutto, dell’idealista che vorrebbe salvare il mondo restando seduto sul divano e del giustizialista che non sa rinunciare all’irrefrenabile gusto della trasgressione. Una carrellata ironica (ma neanche troppo) sui comportamenti che in questi mesi hanno dominato e attanagliato l’umanità. È la storia di un uomo apparentemente “inutile” che si inventa mille facce e mille modi per tentare di fregare la solitudine che lo invade. Lui è uno e centomila, ma mai nessuno. Perché basta un selfie per esistere nell’unica realtà possibile, quella virtuale. Anche in lockdown». (redazione)
“Senza paracadute” Giovanna D’Angi feat. Luca Madonia
Non arrendersi mai. È questa la sollecitazione che arriva dal nuovo singolo della cantante e performer siciliana Giovanna D’Angi, cantato in coppia con Luca Madonia. Il brano è incluso in un progetto di otto canzoni prodotto dalla Rvm Produzioni di Raffaele Andrea Viscuso. La canzone è «un inno alla vita», spiega Giovanna D’Angi che nel 2005 vinse Area Sanremo. «Quando Raffaele Viscuso, il mio autore e producer, mi ha fatto ascoltare il brano, la prima cosa che Luca mi ha colpito è stato il suo riferimento allo scrittore tedesco Goethe, non tanto per la frase in sé, ma soprattutto perché ancora ai giorni nostri dopo quasi 200 anni, un concetto del genere continua ad essere attuale, un punto di riferimento! Non a caso Goethe è sempre stato considerato lo Shakespeare tedesco». (redazione)
“Quannu viru a tia” I Beddi
“Non chiamateci folksinger” invitano nel titolo del “best of…” uscito da pochi giorni. I Beddi preferiscono la definizione di “musicanti di Sicilia”. Nella loro musica i suoni degli strumenti tradizionali di zampogna, marranzano, tamburello, mandolino, organetto e friscalettu si mescolano con strumenti moderni come chitarra elettrica, contrabbasso, batteria, flauti, mantenendo le finalità della musica popolare, che sono quelle di portare gioia, allegria, danza per accompagnare una festa, la fine di una giornata di lavoro, un lieto evento. (redazione)
“Vietnam” Giuse The Lizia
All’anagrafe di Bagheria Giuseppe Puleo, vive e studia a Bologna da settembre 2020. Nella città di Dalla e Bersani, il palermitano mischia rap e cantautorato. Il brano esce in occasione dell’anniversario della fine della guerra in Vietnam, ma il riferimento è puramente casuale. (redazione)
“Avrei preferito” Zafarà
Chitarrista e lead vocalist in diversi progetti, il musicista nisseno, all’anagrafe Sergio Zafarana, debutta da solista. Come lui stesso racconta, lo stile è fortemente influenzato da «bevitori dalla voce roca (Tom Waits, Vinicio Capossela), da poeti estinti (Fabrizio De André, Giorgio Gaber), da milanesi capelloni (Afterhours, Paolo Benvegnù), da incalliti sperimentatori (Pink Floyd, Radiohead)». Il singolo ricapitola le strade percorse, «quelle che “avrei” potuto percorrere e gli intoppi che in qualche modo vorrei dimenticare o sotterrare», spiega. (redazione)
“Gocce” Salvatore Maria Ruisi
È il divertente brano che apre “Niente non rimane niente”, album d’esordio del cantautore siciliano in uscita il 28 maggio. L’album è un viaggio introspettivo e autobiografico dove il cantautore siciliano mette in risalto quel conflitto interno e quel disagio per trovare il proprio posto nel mondo: «È rivolto a una generazione che non riesce a diventare “grande”, quella delle false partenze, delle aspettative deluse, dell’ansia, delle parole e delle note che rimbalzano rassicuranti per lo più tra le mura delle stanze», racconta l’autore che attinge nella canzone d’autore, da De Gregori a Carboni. (redazione)
“Accussì” Tamuna
Con questo brano nel 2016 il gruppo palermitano dei Tamuna ha vinto il XV premio De André dedicato alla musica originale emergente. La giuria presieduta da Dori Ghezzi ha scelto il brano interpretato da Giovanni Parrinello al tamburello e alle percussioni, Marco Raccuglia alla voce, Charlie Di Vita alle chitarre e Riccardo Romano al basso. «“Accussì” è il nome che abbiamo dato al nostro singolo più intimo, ma è anche il nome che abbiamo dato al nuovo album in uscita», spiegò Giovanni Parrinello. «Noi siamo “accussì”, non seguiamo le mode e non abbiamo fatto mai musica per venderla». (redazione)