Le porte di Zō Centro Culture Contemporanee di Catania aprono al pubblico il 19 e il 20 giugno per ospitare la fase finale di Soundtrack – Residencies 2.0: verranno presentati sei inediti cortometraggi realizzati dai compositori e musicisti siciliani under 35 coinvolti nel progetto di ricerca e sperimentazione creativa di musica elettronica finalizzata alla creazione di colonne sonore per audiovisivi.

«Un viaggio lungo, intrapreso nel 2019 – commenta il direttore artistico Sergio Zinna – che nonostante il blocco forzato della pandemia non ha mai perso la bussola- Soundtrack Residencies nasce per offrire ai giovani compositori siciliani un’opportunità concreta di crescita compositiva e narrativa nel campo dell’audiovisivo, grazie al prezioso contributo dei tutor Evan Lurie, Julia Kent, Stefano Pilia e Paolo Angeli. Il prossimo step? Quello di creare una circuitazione delle sei produzioni, all’interno e oltre i confini locali, in modo da offrire delle vetrine internazionali alle migliori energie creative della nostra Isola».

UNO SPAZIO CREATIVO E DI SCAMBIO.  Uno dei punti di forza del progetto Soundtrack Residencies 2.0 è stato senza dubbio la possibilità per i sei giovani artisti siciliani selezionati di sperimentare e di testare nuovi orizzonti musicali, in un clima di aperto confronto sia con i musicisti di alto profilo che li hanno seguiti nella fase di tutoraggio, sia all’interno del variegato gruppo di partecipanti. Il periodo di pausa dettato dalla pandemia, se da un lato ha messo in crisi la fluidità e la coerenza del processo di composizione, dall’altro ha ispirato nuovi sentimenti e inaspettate visioni del mondo. Scopriamo insieme gli artisti e le performance che debutteranno a Catania sul palcoscenico esterno di SpiazZō nei giorni 19 e 20 giugno.

ALEXANDER TOSCANO: “Dreamseq vol.1”.

«La sperimentazione artistica porta con sé dei rischi che l’autore, così come il pubblico, mette in conto. La sfida della mia composizione è quella di offrire allo spettatore la possibilità di uscire dalla percezione soggettiva per entrare in contatto con il proprio apparato immaginifico». Su questo presupposto si basa il catanese Alexander Toscano che porterà in scena un concetto frammentato di percezione della realtà e della natura, in cui la dimensione visiva s’intreccerà con quella sonora, tattile e olfattiva.

GIUSEPPE CRAPANZANO: “Geo-Metry Out-Side”.

Leonardo da Vinci e Luca Parmitano saranno le due citazioni presenti nell’installazione audio-video del musicista ennese Giuseppe Crapanzano, incentrata sulla natura geometrica dello spazio terrestre che ci circonda. La musica ambientale diviene la colonna sonora di un viaggio intriso di elementi di cosmologia e di antropologia, di arte e di storia; come sottolinea lo stesso Crapanzano: «Una visione globale, dall’alto dell’universo, potrebbe forse aiutarci a comprendere che siamo una parte infinitesimale del tutto, un tutto che va amato e rispettato».

CRISTINA CUTULI: “La dernière danse” (L’ultima danza).

«Il lungo stop mi ha dato la possibilità di incamerare tutto ciò che avevo assorbito in precedenza e, di conseguenza, di rimodulare il mio progetto in un misto tra acustico ed elettronico».  Le parole della compositrice catanese Cristina Cutuli rispecchiano a pieno l’introspezione dell’opera, di ispirazione autobiografica, che si snoda in un percorso di ombre e animazioni, articolato in 15 scene e commentato da una voce fuori campo; ogni scena scandisce il momento in cui un personaggio si ritrova a chiudere i conti con il passato, perché doloroso o controverso, per andare incontro a nuovi orizzonti futuri.

ANTONIO CAMPISI: “Melanconia di relitti”.

La musica diviene pura commistione di elementi naturali e umani, in una raccolta di flashbacks, di ricordi di vita quotidiana. «Trovare il giusto equilibrio tra musica e immagini è stato l’aspetto più difficoltoso ma anche il più stimolante – afferma il musicista siracusano Antonio Campisi – ciò mi ha permesso di giocare sui contrasti e sulle armonie nel piano audio-video». Le tracce di chitarra in chiave acustica e ambient convergono con passaggi sonori di musica elettronica, passando per influenze pop, rock, funk e reggae, alla ricerca di un suono sporco, rarefatto, per l’appunto melanconico.

GIANPAOLO CASTRO: “Elettrocuzione – frammenti di Uno”.

L’esperienza in residenza ha senz’altro ispirato la sperimentazione elettronica del musicista lentinese Gianpaolo Castro, arricchendo il suo punto di vista artistico che si rifà esplicitamente a quello di Wassily Kandinsky. «In Elettrocuzione c’è un senso piuttosto che un significato – commenta Castro – esso è in stretta connessione con l’atto creativo, con l’uomo e con la natura: elementi da noi percepiti come frammenti separati, che in realtà compongono un intero, l’Uno». L’immagine, così come la traccia audio, fugge ogni tipo di narrazione, per trovare un senso universale a metà tra sogno e realtà.

ANTONIO TODARO: “Evoluxtraction” (L’evoluzione che distrugge).

La natura è la vera protagonista dell’opera di Antonio Todaro, musicista e compositore favarese che porterà in scena gli effetti distruttivi dell’uomo sull’ambiente. La composizione si articola in tre fasi, attraverso cui lo spettatore passerà da una dimensione pura e incontaminata resa dal dolce suono di un pianoforte, a una dimensione industriale e distorta in cui dominano i suoni elettronici. «Tra le cose più belle scaturite da questa iniziativa? – osserva Todaro – Oltre all’aspetto formativo e alla grande professionalità dei tutor coinvolti, il confronto, divenuto poi amicizia e sincera stima, tra tutti i partecipanti».

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