Se è vero che il campanilismo di cui in Sicilia si sente parlare più spesso riguarda la rivalità fra la provincia di Palermo e quella di Catania, avversarie tanto nel mondo del calcio quanto per tradizioni culinarie come quella dell’arancina e dell’arancino, è altrettanto vero che qualche soprannome poco elegante viene dato talvolta anche ad altre città della Trinacria.

Si tratta di appellativi che spesso affondano le loro origini in un passato ormai lontano, a tratti perfino opaco, e che se un tempo incoraggiavano pregiudizi e luoghi comuni fra gli abitanti dell’isola, oggi sono rimasti parte del folklore popolare in senso più affettuoso e di burla, senza essere più utilizzati per denigrare realmente un’area dell’isola piuttosto che un’altra.

Fra i più curiosi tramandati dalla tradizione troviamo senza dubbio il termine buddàce, attributo conferito a chi vive a Messina e quasi incomprensibile a chi non abbia familiarità con il dialetto del posto. In senso proprio, infatti, il buddàce (dall’arabo muddag, cioè tipo di pesce di mare) è il nome siculo con cui viene chiamato di solito lo sciarrano, un pregiato pesce piccolo che si trova in particolare sulle sponde dello Stretto.

Il suo nome scientifico è Serranus scriba, dal latino scriba che vuol dire scrivano, in riferimento alle striature blu e arancioni che lo contraddistinguono, anche se a essersi imposta più di tutte è la sua caratteristica di avere una bocca larga che tiene aperta spesso e volentieri. Grazie a questa sua tendenza abbocca facilmente all’amo e ha la tendenza a mangiare un po’ tutto ciò che lo circonda, avendo così ispirato la ‘ngiùria corrispondente.

Secondo le credenze, in altre parole, i messinesi sarebbero persone in genere poco furbe, credulone, e che si vantano di saper compiere grandi imprese anche quando in realtà non ne sono in grado – oltre, naturalmente, a essere indicate come delle buone forchette, forse perfino troppo. Una convinzione che, come accennavamo, non va certo presa alla lettera, ma che dal punto di vista linguistico può tornare utile conoscere.

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