Lasciare un segno tangibile di sé nell’eternità: è l’aspirazione che l’uomo, da sempre, insegue con ambizione e fatica. A volte confidando nel potere della scrittura, che Platone nel Fedro definisce «uno strumento per concretizzare l’anima e dunque per renderla eterna», altre in quello dell’arte figurativa. Per incidere nella memoria, certo, il nome di un singolo, ma anche, perché no, di un’intera comunità. È quanto accadrà tra pochi giorni a Mazzarrone (CT), la città dell’uva, nella quale la cooperativa Badia Lost & Found ha avviato un progetto di arredo urbano e riqualificazione che trasformerà l’entrata del paese in una vera e propria capsula del tempo.

A TE DEL FUTURO. All’interno di un involucro murato da un mosaico lungo diciotto metri e alto circa un metro e mezzo, infatti, la cittadinanza ha riposto più di mille messaggi in carta plastificata rivolti ai posteri, ai futuri abitanti di Mazzarrone, che da oggi fino all’eternità potranno conoscere i pensieri dei loro predecessori del 2023. «Il progetto – racconta Cristina Pulvirenti, founder e curator di Badia Lost & Found – consta di circa 3000 tessere di mosaico ed è arricchito da svariati pensieri: ci sono quelli dei bambini, ma anche del parroco, del sindaco, del vescovo di Caltagirone, i miei e quelli dei membri della cooperativa, nonché quelli delle persone presenti e di tutti coloro che ci hanno dato una mano nelle varie fasi di lavorazione del progetto, che vuole essere una vera opera d’arte di comunità». Non soltanto perché ha coinvolto trasversalmente – senza distinzioni – tutti i livelli della società mazzarronese, ma anche perché l’ha resa protagonista e responsabile in prima persona dell’opera stessa. Il mosaico, che lambisce il muretto in cemento armato posto tra le storiche arterie di Via Botteghelle e Viale del Lavoro, è stato ulteriormente impreziosito con una scultura che raffigura una composizione di grappoli d’uva – realizzati con pietra bianca degli Iblei da alcuni scultori siciliani concertati da Salvo Alibrio – e con dieci lettere in corsivo in acciaio COR-TEN, poste in in verticale, riportanti il nome della città.

NELLE MANI DEI GIOVANI. «Abbiamo voluto con forza – spiega Giorgio Franco, founder e director della cooperativa – che i più giovani venissero coinvolti attivamente. Molti li chiamano “cittadini di domani”, ma noi, piuttosto, amiamo definirli i “cittadini di oggi”». Il senso di una cittadinanza costruttiva, infatti, si costruisce dalla tenere età: delle oltre 3000 tessere musive, più del 40% recano la firma dei ragazzi dell’istituto Comprensivo Mazzarrone – Licodia Eubea, coordinati, oltre che dai membri della cooperativa, anche dal Dirigente Scolastico Salvatore Di Bella e dalla prof.ssa Pizzimento, responsabile del laboratorio in cui i cocci di ceramica sono stati smaltati, decorati ed infornati. Il resto del lavoro è stato poi realizzato dai partner Verus Ceramiche e Scalzo Group s.r.l. e dall’artista artigiana Paola Schembari. Il tocco finale, ovvero la messa in posa delle tessere, è stata affidata all’artista Peppe Vaccaro, in arte @bludipeppe.

UN SIMBOLO DA CUCIRE. Mazzarrone, insomma, si ritrova più unita che mai ai piedi della sua stessa opera corale. Fin dall’inizio, del resto, l’obiettivo del sindaco Giovanni Spata, che ha affidato i lavori a Badia Lost & Found dopo averne apprezzato il lavoro di progettazione urbana e animazione sociale realizzato a Lentini, era dare alla comunità un simbolo identitario, cucito su misura, attraverso cui riconoscersi e raccontarsi agli altri. Neppure la scelta cromatica, in questo senso, è stata lasciata al caso: le gradazioni del verde richiamano i prati e i pascoli che abbracciano il borgo, mentre il color ruggine dei caratteri in acciaio che riportano il nome del paese si lega all’autunno e al favore che la terra da generazioni rivolge verso la comunità. «L’opera – continua Franco – è l’insieme del tempo e delle emozioni dei singoli cittadini di Mazzarrone. Un motivo profondo, questo, per dedicarvi cura e rispetto ancora maggiori. È questa la differenza tra un’opera realizzata da due mani ed una realizzata da infinite mani. Ha tutt’altro sapore, ha tutt’altra poesia, ha tutt’altro significato. È così che si scrive la storia: insieme».

La 1°opera di comunità di Mazzarrone verrà inaugurata giorno 15 maggio alle ore 11.30, con la presenza di tutti gli attori che hanno collaborato alla sua realizzazione, in un momento di festa e gioia collettiva aperto al pubblico. La speranza della cooperativa è quella di rendere quest’opera continuabile nei prossimi anni. Il muro sul quale è stata realizzata prosegue per qualche centinaio di metri fino al centro abitato, l’idea è quella di proseguire per lotti, esattamente come Antonio Presti ha fatto con la Porta della Bellezza e quella delle Farfalle, a Librino. Perché, come affermano in coro i membri di Badia Lost & Found: «È importante godere di spazi per coltivare la propria anima, per occuparsi di bellezza e seminare una speranza nel territorio. Cooperare significa dare all’individuo una forza nella collettività»

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