«I voli costano troppo, i treni impiegano giorni interi e gli autobus “low cost” non arrivano in Sicilia».  Tra sconti non troppo convenienti e problemi logistici, quanti dei 50.000 giovani rientrerà nell’isola per esprimere le preferenze alle politiche 2018?

«Il 4 marzo sarei voluta tornare per votare, ma i voli costano troppo, i treni impiegano giorni interi e servizi low-cost come Flixbus non arrivano in Sicilia». Greta ha diciannove anni, è originaria di Trapani ma da qualche tempo vive in Friuli Venezia Giulia, dove frequenta l’università. Nella sua condizione si trovano circa 50mila giovani universitari siciliani (uno su tre è iscritto negli atenei del centro-nord). Ciascuno di loro, come ogni altro cittadino, è stato chiamato alle urne per esprimere la propria preferenza in merito alle politiche 2018. Ma, a discapito delle promozioni più o meno propagandate per un “rientro lampo” in questo weekend, qual è la situazione reale con cui si devono confrontare i ragazzi?

NON SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZI. «Oltre alla questione dei prezzi – racconta la 25enne siracusana Elena –  il nostro disagio è causato anche da aspetti più pratici come la difficoltà di allontanarsi dal Comune in cui si studia per il proseguio delle lezioni e degli esami all’Università». La 26enne catanese Monica, ad esempio, proprio giorno 5 sosterrà a Trieste la discussione di laurea e, anche se volesse non potrebbe rientrare in tempo a casa. Il suo volo, infatti, partirebbe troppo tardi.

IL TRASPORTO AEREO. «A offrire una tariffa dedicata ai fuorisede che intendono rientrare a casa per esercitare il proprio diritto al voto – racconta Fabio, 21enne ragusano che vive in Emilia-Romagna – è esclusivamente Alitalia, il cui sconto di 40€ è tuttavia irrisorio a fronte di un biglietto del costo medio di 200€». In assenza di alternative, secondo le trapanesi Iside e Leila che al momento si trovano in Erasmus, una soluzione sarebbe consentire la prenotazione su tratte diverse all’andata e al ritorno. «Perlomeno – spiegano – potremmo scegliere le tariffe più convenienti». Non va meglio per chi sceglie di volare low-cost, le cui tariffe per la Sicilia in alcuni casi sono addirittura raddoppiate per domenica 4 marzo.

AUTO E TRENO. Per coloro che hanno scelto le quattro ruote non sono previste riduzioni sui pedaggi autostradali (gratuiti solo per chi proviene dall’estero), mentre per quanto riguarda l’attraversamento dello stretto, Caronte&Tourist ha previsto sconti del 60% sulle tratte Salerno – Messina e Villa San Giovanni – Messina.
Chi si muove con Trenitalia può usufruire di  uno sconto del 60% o 70% sulla tariffa base. Raggiungere l’isola optando per le rotaie, però, va bene solo se si studia in regioni limitrofe, a meno che non si voglia rimanere in viaggio per oltre mezza giornata.

SOLUZIONI ALTERNATIVE. La totalità dei nostri intervistati ha dichiarato che, se avesse potuto esprimere una preferenza a distanza, non sarebbe rientrato a casa nel fine settimana, tant’è che alcuni di loro hanno perfino firmato una petizione al riguardo. Una proposta di questo tipo, del resto, era già stata avanzata da Andrea Mazziotti, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, che aveva suggerito di introdurre un «early vote» nella prefettura del Comune in cui ci si sarebbe trovati il 4 marzo, se per ragioni di studio, di lavoro o di salute non si fosse stati in grado di recarsi nel Comune di residenza. Il fatto che l’emendamento non sia stato accolto ha lasciato i numerosi interessati faccia a faccia con una spiacevole impasse. D’altronde, come ha fatto notare il 19enne trapanese Roberto (che vive a 1000km da casa), «in un modo o nell’altro bisogna essere fieri di avere il diritto di votare, nel caso in cui il popolo sia chiamato alle urne. Votare è l’unico modo per poter migliorare le cose, per quanto sia possibile». Peccato però che, se il diritto al voto non ha prezzo, a volte rientrare nel Comune di residenza continui ad averne uno troppo elevato.

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