Dagli erbari dei monaci benedettini all’orto botanico, scoprire Catania attraverso la natura

Nell’immaginario collettivo, Catania è solitamente associata al nero della pietra lavica che sta alla base dei suoi gioielli architettonici barocchi o romani. Tuttavia, pochi sanno che nella città etnea la storia si tinge di un altro colore, questa volta più sgargiante: il verde dei numerosi giardini in cui è possibile imbattersi seguendo degli itinerari ben precisi.

Prima tappa: la biblioteca dei Benedettini

La sala “Vaccarini” della Biblioteca Foto Danilo Pavone (Ibam Cnr)
L’erbario di Liberato Sabbati, custodito presso la biblioteca del Monastero (foto R.A. Carbonaro)

Il punto di partenza del nostro itinerario è la biblioteca del Monastero dei Benedettini di Catania, oggi “Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero”. «I monaci – racconta la direttrice Carbonaro – avevano con la natura un rapporto di simbiosi assoluta: per loro la collezione naturalistico-scientifica aveva priorità su tutto. La nostra biblioteca ne conserva ancora oggi buona parte, un patrimonio davvero meraviglioso». Ubicata al monastero di “San Nicolò l’Arena”, la biblioteca possiede oltre 270.000 volumi oltre a numerosi codici miniati, manoscritti, pergamene, incunaboli, disegni e periodici. Un luogo dal fascino senza tempo all’interno del quale è possibile consultare vere rarità, che non mancano di affascinare anche il più esigente dei botanici. «Per essere trasportati in un’altra dimensione – spiega la direttrice – è sufficiente consultare i famosi erbari di Liberato Sabbati, ma all’interno della biblioteca sono custodite anche opere come il trattato “La Natura, e coltura de’ fiori” di Filippo Arena, che è stato il primo a studiare la sessuologia floreale». Il complesso del Monastero dei Benedettini ha anche ospitato il primo orto botanico della città, realizzato nel 700 come giardino pensile (assieme al tutt’ora esistente “giardino dei novizi”) e successivamente distrutto durante la realizzazione dell’ospedale Vittorio Emanuele. 

SECONDA TAPPA: VILLA BELLINI

Villa Bellini

Il percorso prosegue attraverso via Santa Maddalena verso la vicina “Villa Bellini”, principale parco della città. Il suo nucleo più antico fu realizzato nel ‘700 per volontà del principe Ignazio Paternò Castello di Biscari secondo i canoni dell’epoca: un labirinto di siepi, statue e fontane. Acquisito nel 1854 dal Comune di Catania il parco venne unificato con terreni adiacenti, ma i lunghissimi lavori spostarono la consegna alla città al 1883. Al suo interno, vasto circa 72.000 mq, è possibile oggi trovare una flora piuttosto variegata, con specie subtropicali, in particolare palme. Tra le attrattive del parco anche il celebre “viale degli uomini illustri”, che ospita numerosi busti dedicati a personalità catanesi come Capuana, De Roberto, Rapisardi, Musco, Stesicoro e molti altri. 

Terza tappa: l’Orto Botanico

L’Orto Botanico di Catania

Lasciata alle spalle “Villa Bellini” proseguiamo il nostro itinerario su Via Etnea, una delle principali arterie della città, fino ad arrivare all’Orto Botanico. Fondato dal benedettino Francesco Tornabene nel 1858, si estende su una superficie di circa 16.000 mq e mantiene ancora oggi la sua originale struttura ottocentesca, suddivisa in due aree. La più grande, l’Hortus generalis, adibita alla coltivazione di piante esotiche. Tra queste, degne di nota sono il “Cereus” (dalla singolare fioritura notturna), “Echinocactus grusonii” (ultra-centenari d’inestimabile valore) e “Blossfeldia liliputana”, un cactus sudamericano nano che si riproduce ancor prima di aver raggiunto il mezzo centimetro d’altezza. Altrettanto affascinante è poi l’Hortus Siculus, con i suoi 3000 mq riservati – così come disposto da Mario Coltraro, che donò questa parte di terreno all’Università – alla coltivazione di piante spontanee della flora sicula.

Quarta tappa: piazza Borgo

La fontana di Cerere in piazza Cavour (Borgo) a Catania

Usciti dall’orto botanico, possiamo terminare il nostro itinerario in piazza Cavour, cuore del quartiere Borgo. Il Borgo è oggi uno dei punti nodali del tessuto urbano, ma fino al 600 era perlopiù caratterizzato dalla presenza di frutteti e giardini. La zona era chiamata “piano delle forche”, perché era il luogo designato per le esecuzioni e solo in seguito all’eruzione del 1669 il destino di questo luogo cambiò radicalmente. Esso venne infatti assegnato agli abitanti della distrutta Misterbianco, a cui dobbiamo l’edificazione dell’attuale chiesa di Sant’Agata al Borgo. Al centro di piazza Cavour, la Fontana di Cerere, qui spostata dalla sua originale collocazione in piazza Università. Erroneamente i catanesi hanno identificato la dea con Atena e per questo è nota in dialetto come la “Tapallara dò Burgu”, dea Pallade del Borgo.

LA MAPPA

L’itinerario: Monastero dei Benedettini (A); Ingresso di Villa Bellini (B), Uscita da Villa Bellini su Via Etnea (C), Orto Botanico (D) e Piazza Borgo (E)

Questo itinerario è stato inizialmente concepito dall’autore per l’inserto “Sicilia in viaggio”, pubblicato con il quotidiano “La Sicilia” il 31/07/2014. Si ringraziano la direttrice Rita Angela Carbonaro e la dott.ssa Grazia Previtera per aver contribuito alla sua realizzazione.

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Direttore responsabile del Sicilian Post. Giornalista, laureato in comunicazione. Collabora con le pagine di cultura e spettacolo del quotidiano "La Stampa". Ha pubblicato su svariate testate nazionali e regionali, tra le quali "La Repubblica" e "La Sicilia". Dal 2018 è promotore del workshop internazionale "Il giornalismo che verrà". Attivo sul piano dell'innovazione è tra gli ideatori di "ARIA", tool per infografiche finanziato da Google DNI. Il suo ultimo libro è "L'unica donna nel CDA" (Guerini Next, 2023).

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