Essere custodi di una memoria antica è compito importante ed oneroso tanto quanto scommettere sui sogni di una generazione disillusa ed arresa. Senza memoria del passato, il futuro rischia di risultare sbiadito. In mezzo, sta il presente: e indagarlo, riscoprirlo, è il solo modo per costruire un ponte che attraversi tutte le dimensioni del tempo.

È con questo spirito che nel cuore della Sicilia più autentica, tra le antiche pietre di Lentini, ha preso vita il progetto “Miti e Riti popolari a Lentini”.  Si tratta di un percorso di scoperta della città condotto attraverso gli occhi dei giovani lentinesi, che hanno simbolicamente raccolto delle preziose testimonianze da trasmettere ai loro futuri coetanei. Le attività in giro per la città, guidate dal gruppo Batarnù APS con sostegno del preside dell’I.C Riccardo da Lentini, il prof. Mangano, di un gruppo di insegnanti dedicati e di numerosi partner locali, hanno dato vita al docu-film Da ragazzi a ragazzi, scritto da Alessandro Nicolosi e realizzato con la collaborazione di Ivan J. Nicolosi e Andrea Coppola. I quindici giovani protagonisti hanno catturato immagini, suoni e storie, raccontando i riti e le tradizioni tramandate di generazione in generazione e diventando veri custodi di un prezioso patrimonio: dalla ricetta delle cassatelle con la ricotta della signora Graziella, passando per i modi di dire lentinesi come “statti soru e viriti ‘u jocu focu” o “puttasti l’acqua do Seggiu a Riina”, alla visita dei luoghi della città e i racconti legati alla festa di Sant’Affiuzzu, santo patrono della città.

IL FUTURO MIO E TUO. Il progetto, finanziato dal MIM e dal MIC nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la scuola, non è solo un emozionante viaggio nel passato alla ricerca dell’anima di una comunità, ma anche una profonda riflessione su come essere artefici consapevoli del proprio futuro. In questo senso, i ragazzi sono stati anche impegnati nella realizzazione del cortometraggio Fiori d’Acanto: un’esplorazione poetica del futuro, girato tra le suggestive rovine del Parco archeologico di Leontinoi. Proprio l’acanto, d’altra parte, è un perfetto simbolo di bellezza e resilienza, dal momento che continua imperterrito a crescere tra ciò che resta dell’antica civiltà. Così, guidati dalla regista Alessandra Pescetta e dall’attore Giovanni Calcagno, i giovani coinvolti hanno immaginato e tratteggiato a parole l’avvenire dei loro sogni, con speranze tutte da scrivere in una terra che nulla rende semplice. C’è il racconto di Vanessa, che aspira a diventare un medico. Quello di Giorgio, che già si vede calciatore nei più grandi stadi del mondo. E ancora quello di Marika, che vuole essere una ballerina. Ciascuno con le proprie aspirazioni, liberi da condizionamenti sociali, passeggiano tra le dirute vie dell’aurea Leontinoi, un tempo patria di personaggi illustri.

I ragazzi durante una delle attività presso il Parco archeologico di Leontinoi

RICOSTRUIRE IL TETTO. Come scrisse il samurai poeta Misuta Masahide: «Il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna». È questo il mutamento di prospettiva che cambia il futuro dei giovani. Non è da intendersi come ottimismo ma come voglia di riscrivere un capitolo di storia importante, la propria, con la consapevolezza di ciò che è stato ma con il sentore che ora che è crollato il tetto, sia più facile ricostruirne uno nuovo più resistente e colorato. Il cortometraggio, attualmente in fase di post-produzione, promette di essere un’opera ricca di poesia ed emozione, destinata a essere presentata in festival e rassegne nel corso del 2024. Come atto d’amore per la propria terra. Come una luce che possa illuminare il cammino di chi, ancora, deve iniziare a muovere i primi passi.

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